giovedì 7 febbraio 2013

L'Ostrica è Blu La lama è Nera


Questo articolo è collegato alla puntata del 9 febbraio del programma radiofonico "PUNTO D'INCONTRO" (link accanto).











Prima di addentrarci nella descrizione delle collaborazioni tra Moorcock e gli Hawkwind, argomento che riprenderemo in un post imminente, trattiamo adesso le poche ma significative collaborazioni tra lo scrittore londinese e il gruppo rock di New York, The Blue Oyster Cult.


Nati come Soft White Underbelly alla fine degli anni '60, erano una delle tante band americane che in quel particolare momento storico sentiva forte l'influenza della fiorente e florescente scena musicale britannica (un continuo gioco a ping pong tra le due sponde dell'oceano che meriterebbe un post tutto suo).

Una di quelle tipiche band americane dalla formazione numerosa, oltre l'utile. Nessuno particolarmente virtuoso al proprio strumento ma decorosi e capaci.

La loro musica è essenzialmente Adult Oriented Rock, di quel tipo accostabile ai Boston o ai Van Halen che è Heavy Metal solo per la superficiale stampa mainstream ma che fa sorridere gli appassionati del suono davvero duro. In loro in realtà troviamo tutti gli stili e influenze. Ballad, rock pop, progressive e hard blues "all'inglese" e si .. anche heavy metal.

Al loro debutto discografico nel 1972 cambiano nome in Blue Oyster Cult da un poema fantascientifico del loro produttore, Samuel Perlman. 

Da quel primo album a oggi ci sono stati molti cambi di formazione con il solo Eric Bloom (cantante) e Donald "Buck Dharma" Roeser (chitarra) rimasti stabili , molti successi e flop, tante collaborazioni con scrittori professionisti. Eric Van Lustbader, Jim Carroll, John Shirley e Michael Moorcock. 





L'aspetto che ci fa piacere il gruppo principalmente sono le tematiche fantastiche e fantascientifiche di ogni loro disco (e ne hanno fatti molti) che saccheggiano allegramente (e con sublime nostro gusto) dai classici della letteratura di genere ma anche da opere di narrativa meno scontate, misto a mini saghe di SF/fantasy/horror tutte loro e/o aiutati dai signori suddetti.




Sul finire degli anni '70, nel pieno del loro successo commerciale, Eric Bloom convince Michael Moorcock a collaborare su alcuni pezzi. Lo scrittore londinese non ci mette molto a farsi convincere, essendo già discreto fan del gruppo e anche lui rockettaro saltuario.

Le collaborazioni tra i seguaci dell'ostrica blu e Moorcock si limitano a tre brani soltanto contenuti in altrettanti album e adesso andiamo a esaminarli tutti e tre.



The Great Sun Jester (Moorcock, Bloom, Trivers) durata: 4:48
2° brano dell'album "Mirrors" uscito a giugno del 1979.


Il testo si ispira ad uno dei primissimi lavori di Moorcock, "The Fireclown", romanzo del 1965 di SF futuristica catastrofica e con forte carica politica. Una società che vive prevalentemente sotto terra e un personaggio nemico della società, un terrorista, Il Fireclown del titolo del libro o il Great Sun Jester del titolo del brano. Il romanzo è anche fuori dai vari cicli del multiverso che collegano la maggior parte dei suoi lavori.

Mai tradotto in italiano (come gran parte delle opere di Moorcock) è un lavoro giovanile, ancora ingenuo ma carico di potenza grezza.




Il brano parte come una tipica ballad per poi rockeggiare nel tipico modo "di sentimento" del rock mainstream americano.



Il testo in originale lo trovate nel sito ufficiale del gruppo.

E' scritto in un inglese semplice e non richiede interpretazioni particolarmente profonde. Ci sono, sia nel romanzo che nel testo del brano, aperture cosmiche interessanti. Moorcock è coautore del testo. Probabilmente è stato ritoccato dagli altri per adattarlo alla metrica musicale del brano.


I due successivi brani invece sono collegati tra loro e trattano i temi che ha reso famoso lo scrittore inglese.




Black Blade (Bloom, Moorcock, Trivers) durata 6:39

Brano d'apertura dell'album "Cultosaurus Erectus" uscito a giugno del 1980.

















Black Blade. La Lama Nera. La principale arma del Campione Eterno in molte delle sue manifestazioni. Stormbringer. La più famosa (e famigerata) spada di tutta la letteratura heroic fantasy/sword and sorcery mondiale. (ok .. Excalibur e Durlindana di più ma Narsil di meno .. gne, gne, gne). 
La spada è in realtà un demone ed ha molti poteri. E' senziente, un poco telecinetica, è perfida, affilata in modo impossibile per qualunque arma normale ma soprattutto, si nutre di sangue e anime. 
L'energia vitale che succhia da chi viene ferito dalla sua lama rende Stormbringer sempre più potente e letale e parte di questa energia viene passata a chi la impugna rendendolo più forte e resistente.
Il fato vuole che ad impugnarla sia un malaticcio e debole albino, Elric di Melnibonè, 428° sovrano di un impero che ha 10.000 anni. L'Impero Fulgido è tutto fuorché munifico e illuminato. E' un impero oscuro retto da gente malvagia e raffinatamente violenta. Signori delle arti magiche e dei draghi con i quali hanno schiacciato i regni giovani per millenni. Insomma, quelli che in qualunque storia fantasy sono indiscutibilmente i cattivi. L'impero ormai è decadente e decaduto ma ancora temuto. Elric è l'ultimo imperatore che siede sul Trono di Rubino. Elric ha un problema nel convivere con gli altri della sua razza. Ha una coscienza ed è fondamentalmente buono. Trova questa spada che è la sua gruccia e la sua pena. 









Tutto questo solo per calarvi nell'atmosfera del brano.




Black Blade è un brano più articolato del precedente e fa uso dei cliché imparati da anni precedenti di rock immaginifico britannico. Struttura mutevole a rimarcare la tensione narrativa di quanto descritto. E’ come una piccola suite ma di poco meno di 7 minuti.


Qui il testo in inglese così potrete segnalarmelo se ci fossero errori grossolani nella traduzione  proposta.
E’ Elric che parla e si compatisce con ironia (come fa per gran parte della saga a lui dedicata).

Ho la sensazione che la mia fortuna non sia troppo buona
Questa spada qui al mio fianco non si comporta come dovrebbe
Continua a chiamarmi il suo padrone, però mi sento come il suo schiavo
Mi trascina, più veloce e più veloce di prima, prima della tomba
E urla! E urla come l'inferno!
(In queste righe viene racchiusa l’essenza del conflitto interiore di Elric come descritto nelle storie che lo riguardano)

Mi hanno detto che il mio dovere è di combattere contro la Legge
(I Signori della Legge contrapposti ai Duchi del Caos sono il tema ricorrente del conflitto cosmico a cui il Campione Eterno è chiamato ad adempiere in ogni reincarnazione, in ogni angolo del multiverso, per servire i primi ma spesso anche i secondi. Elric è devoto ad Arioch, un Duca del Caos)
Questa stregoneria è il mio commercio (Elric è un mago potentissimo) e io sono nato per camminare attraverso il sangue
Voglio solo essere un amante, non un demone dagli occhi rossi che grida 
(Moorcock descrive Elric come un albino puro dalla pelle e dai capelli bianchi e con gli occhi dall’iride di colore cremisi, il colore della tragedia)
Vorrei che avesse scelto un altro per essere il suo strumento di uccisione!

Black Blade, lama nera

Forgiato un miliardo di anni fa

Black Blade, lama nera

Uccidere in modo che il suo potere possa crescere e svilupparsi

(chi ha letto la saga capisce bene a cosa si riferisce questo passaggio)

Grow! Grow! Grow! Grow! Grow! Grow!



E’ morte dall’inizio fino alla fine dei tempi
(La Fine del Tempo è un luogo dove Moorcock ha ambientato molti suo scritti, anche Elric brevemente ci si è ritrovato)
E io sono il campione cosmico e tengo il segno mistico
E tutto il mondo sta morendo, e l’onere è mio.
E la spada nera continua a uccidere fino alla fine dei tempi

Black Blade, lama nera
Portare il caos nel mondo che conosciamo
Black Blade, lama nera
E mi sta usando per uccidere i miei amici
(uno spoiler niente male!)
Black Blade, lama nera
Sempre più forte in modo che il mondo finirà
(spoiler come se piovesse!)
Black Blade, lama nera
Forzare la mia mente per sottomettere e sottomettere ...


A 4:49 il punto di vista si rivolta completamente. Prima era Elric che parlava della spada nera e del suo destino infausto. Adesso è la spada, Stormbringer che parla in prima persona e parla dell’albino e di tutto il resto. 
La musica cambia. Si fa elettronica come anche la “voce della spada”, a rimarcare la freddezza dell’affilata lama di un demone a forma di spada.


Io sono la lama nera
Forgiata un milione di miliardi di anni fa
La mia anima cosmica va avanti per l'eternità
Ritagliandomi il destino
Brandita dai Signori del Caos (come sopra)
Brandita sulle Bestie di Ade (immagino messo qui giusto per far rima. La mitologia classica non è di casa in Moorcock e quando c’è è molto trasfigurata).
Succhiare le anime degli eroi
Devastando cavalieri e dame
Il mio padrone è il mio schiavo (Elric .. Elric)
Ah ah ah ah ah ah ...
Voi poveri fottuti umani
(un gergale così forte difficilmente si trova nei libri di Moorcock, specie nei suoi lavori più tipicamente heroic fantasy).


Il corpus principale della saga di Elric è composto da questi romanzi e raccolta di racconti:

1-Elric of Melnibonè, 1972
2-The Sailor on the Seas of Fate, 1976
3-The Weird of the White Wolf.1977
4-The Spleeping Sorceress, 1971, 1972
5-The Bane of the Black Sword, 1977
6-Stormbringer, 1965

Tra questi si possono inserire due puntate (14 e 15) del Conan della Marvel negli anni 70 ad opera di Roy Thomas e dello stesso Moorcock e il romanzo breve "Elric at the End of Time" del 1984 (cross over con Jerry Cornelius).

Come si può vedere, l’ordine cronologico interno delle storie dell’albino non è quello della pubblicazione originale. Racconti e romanzi a puntate, sono apparsi su rivista prima di essere riuniti e rimaneggiati per la pubblicazione in libro.



Moorcock aveva abbandonato il personaggio per moltissimo tempo. Nel 1989 è ritornato a scrivere romanzi sul personaggio e anche, pastiche e fumetti con grande successo pari allo sfruttamento che in alcuni casi (i fumetti) non è sempre di qualità.

I romanzi, "Fortress of The Pearl" del 1989, da leggere tra 1 e 2, e "Revenge of The Rose" del 1991, da leggere tra 4 e 5.




Elric è presente anche nell’ottima trilogia, "The Dreamthief's Daughter", 2001, "The Skrayling Tree", 2003 e "The White Wolf's Son", 2005. Tutti e tre ottimi romanzi nella vena dell’ultimo Moorcock più maturo e “letterario”. I tre romanzi si incrociano anche con la serie dei libri dedicati alla famiglia Von Bek (qui in Italia solo un introvabile Fantacollana Nord, Il "Mastino della Guerra", primo del ciclo).



Di tutti i libri della saga di Elric solo gli ultimi due del 2003 e 2005 non sono stati tradotti.



Un'ultima nota sul brano Black Blade prima di passare al successivo e ultimo.

Moorcock (da qualche parte nel suo sito) ci dice che il brano originariamente era stato scritto per il suo gruppo i Deep Fix e anche suonato dal vivo (trovarlo in questa versione sarebbe oro).





Veteran of the Psychic Wars (Bloom, Moorcock) durata 4:52.
3° brano dell’album "Fire Of Unknown Origin", uscito a luglio del 1981.


Qui il testo originale.

Forse il brano più famoso dei Blue Oyster Cult. Appare nel famoso e seminale film d’animazione “Heavy Metal” del 1981, diretto da Gerald Potterton e realizzato con quasi tutta la redazione (compresi Richard Corben e Bernie Wrightson) della rivista omonima (la versione americana di "Métal Hurlant") più Moebius. Se ne sente l’inizio nella prima "inside story" del film, mentre si vedono degli scavi industriali rinvenire l’artefatto Loc Nar.

Brano dalla struttura molto lineare con il suo lento e ipnotico incedere marziale e cosmico che da la perfetta atmosfera di supporto al testo, disilluso e definitivo.


Tu mi vedi ora un veterano di mille guerre psichiche

Ho vissuto sul bordo così a lungo

Dove i venti del limbo ruggiscono

E io sono abbastanza giovane per guardare

E di gran lunga troppo vecchio per vedere

Tutte le cicatrici sono all'interno

Non sono sicuro che ci sia rimasto niente per me


Non lasciate che queste scosse proseguano
E’ il momento per noi di avere una pausa da questo
E’ tempo per noi di abbandonare un poco
Abbiamo vissuto nelle fiamme
Abbiamo mangiato i nostri cervelli
Oh, per favore non lasciate che queste scosse proseguano

Mi chiedi perché sono stanco, perché non posso parlare con te
Mi incolpi per il mio silenzio, dici che ora sono cambiato e cresciuto
Ma la guerra è ancora in corso, cara, e non c'è mai fine, che io sappia
E non posso dire se lo saremo mai ...
Non posso dire se noi andremo ad essere liberi

Non lasciate che queste scosse proseguano
E' il momento per noi di avere una pausa da questo
E' tempo per noi di abbandonare un poco
Abbiamo vissuto nelle fiamme
Abbiamo mangiato i nostri cervelli
Oh, per favore non lasciate che queste scosse proseguano

Tu mi vedi ora un veterano di mille guerre psichiche
La mia energia si è esaurita
E la mia armatura è distrutta
Ho usato tutte le mie armi e io sono impotente e morente
Le mie ferite sono tutto quello che io sono
Ho sentito dire che questa è la vittoria?

Non lasciate che queste scosse proseguano
E' il momento per noi di avere una pausa da questo
Inviatemi verso le retrovie
Quando le maree della follia si gonfiano
E ti spingono in un inferno
Oh, per favore non lasciate che queste scosse proseguano
Non lasciate che queste scosse proseguano
Non lasciate che queste scosse proseguano

Moorcock ci dice che di questo brano ne esiste una versione precedente suonata con gli Hawkwind dal vivo (trovarlo in questo caso sarebbe platino).

Più generico di Black Blade ma il protagonista è sempre il Campione Eterno (anche Elric quindi) ma l’io che parla sembra più John Deker, il personaggio nato nel nostro tempo e universo e destinato a ricordarsi tutte le reincarnazioni, in tutti i tempi, in tutti i luoghi ma per lo più nei suoi sogni (incubi). Però si associano molto bene anche a Jerry Cornelius, la manifestazione del Campione più fantascientifica e iconografica della realtà musicale anglofona degli anni 60 e 70. 

Di John Deker in italiano sorprendentemente è stato tradotto tutto. Ecco i titoli, tutti romanzi:

1-The Eternal Champion, 1970

2-Phoenix in Obsidian, 1970

3-The Dragon in the Sword (anche con Von Bek),1987




La frase “Veterano delle Guerre Psichiche” proviene dalla poesia (chiamiamola così) “Standing at the Edge” di Moorcock e musicata da Simon House, Powell e King, contenuta nell’album concept degli Hawkwind del 1975, “Warriors On The Edge Of Time”. Il concept ?

Ma il Campione Eterno, ovviamente.

Donald McHeyre











2 commenti:

  1. L'Heroic Fantasy non mi ha mai entusiasmato, alla lunga la trovo un po' stucchevole, ma mi hai convinto a leggere almeno il primo "Elric".

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  2. ehehehe .. tieni presente che sono lavori degli anni 60 e 70 e quindi per estetica e lunghezza molto lontani dalla heroc fantasy commerciale attuale che trovi nelle librerie (solo quelle italiane, però). Buona lettura.

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