venerdì 30 gennaio 2015

RACCONTI DI ZOTHIQUE di Clark Ashton Smith

Sviluppo grafico di Glauco Cartocci

Il primo volume di Clark Ashton Smith, Cronache di Averoigne (QUI per i pigri) con il quale si è inaugurata la nuova avventura di McHeyre editore sta andando piuttosto bene ( e dopo la radio e i podcast, speriamo che questa vada meglio). 
Attendo commenti.

Proseguiamo quindi la serie dei "libri ideali" e lo facciamo ancora con CAS e il suo ZOTHIQUE, l'ultimo continente della Terra.

Altri volumi sono in cantiere e non tutti di narrativa.

lunedì 12 gennaio 2015

Clark Ashton Smith - Cronache di Averoigne


Clark Ashton Smith (Aubern, 13 gennaio 1893 - Pacific Grove, 14 agosto 1961), poeta, scrittore, scultore e pittore.
Vissuto quasi sempre nella piccola cittadina di Aubern in California in condizioni economiche sempre precarie, praticamente autodidatta, cresce sotto l'ala protettiva del poeta  George Sterling che gli farà da mentore per il suo debutto nel mondo della poesia con un primo volumetto di poesie, The Star-Treader and Other Poems, all’epoca molto acclamato dalla critica ma con poca fortuna commerciale. Segue poi l’altra raccolta di poesie, nel 1922, Ebony and Crystal.
Proprio nel 1922 diventa membro del circolo letterario (epistolare) del non-solitario di Providence, H.P. Lovecraft, e pur sentendosi soprattutto poeta, accetterà verso la fine degli anni ‘20, per bisogno alimentare, di entrare nella piccola comunità degli scrittori delle riviste popolari specializzate (Weird Tales, principalmente), dove produrrà fino al 1935 piccoli gioiellini di fantastico narrativo, in realtà veri poemi in prosa carichi di quella oscura decadenza francese, tipica, del a lui caro, Baudelaire.
Il decadentismo “Fin de siècle” francese, ma anche quel misconosciuto capolavoro proto moderno che è Vathek di William Beckford, e le derive folcloristiche medio orientali dovute al successo occidentale de “Le Mille e Una Notte”, faranno da base, più che i tradizionali miti celtici-norreni, per l’immaginario fantastico di CAS.
Nel 1933 diventa amico epistolare di Robert Ervin Howard.
I tre (Howard, Lovecraft e Smith), tra racconti pubblicati e "chiacchierate in differita" in forma epistolare, si influenzano a vicenda, creando un genere narrativo e meta narrativo che, all'epoca del tutto ignorato, oggi è imitato e acclamato in tutto il mondo.
CAS, abbandonò il più remunerativo (rispetto alla poesia) settore della narrativa fantastica, depresso e deluso, anche in conseguenza alle premature e tragiche scomparse degli altri due. E come gli altri due, povero in canna per tutta la vita, non pubblicò mai più nessun racconto. Dal 1935, fino alla morte si dedicherà soprattutto alla scultura (celebri, tra gli appassionati, le sue statuette dei Grandi Antichi) e alla pittura, non abbandonando mai il suo primo e vero essere, quello del poeta.
Scomparso nel 1961, fu l'unico dei tre ad assistere all'iniziale boom commerciale in America di Tolkien.

La sua produzione di racconti, poesie e poemi in prosa, con piccole e brevissime eccezioni, non ha mai avuto in comune i personaggi (come per il Conan di R.E. Howard, per intenderci) ma bensì le ambientazioni.
Le quattro ambientazioni più ""frequentate" dai suoi racconti si possono racchiudere in altrettanti "cicli".
Zotique: L'ultimo continente della terra (con il quale CAS ha praticamente inventato il dark fantasy) ispirando, tra gli altri, un altro grande come Jack Vance. Zotique (pronunciare alla francese) è il nome dato da Verlaine e Rimbaud al loro libretto di appunti.
Hyperborea: Il ciclo di racconti più vicini al concetto (non ancora formalizzato all'epoca) di Heroic Fantasy e il maggior contributo di CAS ai Miti dell'altro suo amico di penna, H.P.L.
Poseidonis: L’ultima isola di Atlantide. Il più breve di questi “cicli” e quello, insieme a Hyperborea, più direttamente ispirato al lavoro para letterario-para mistico (o solo para) di Helena Petrovna Blavatsky. 
E in ultimo Averoigne: L'immaginaria provincia francese (in realtà L'Avernia) con una serie di racconti di ambientazione medievale e di umorismo boccacesco, accostabili ai racconti medieval-fantasy del suo contemporaneo, James Branch Cabell, (un Maestro del fantastico,  molto poco conosciuto, editorialmente parlando, in Italia).

Lin Carter, il famoso antologista e scrittore, che insieme a L.S. De Camp, farà fortuna con l’edizione integrale (con molte aggiunte) del Conan di Howard, nella bellissima e fondamentale serie, da lui curata, Ballantine Adult Fantasy, produce quattro raccolte di racconti di CAS. 
Tre di queste, Zotique (1970), Hyperborea (1971), Poseidonis (1973), racchiudono, come si evince dai titoli, principalmente materiale riunito sotto la medesima ambientazione, più qualche aggiunta di “cicli” minori. Xiccarph (1972), tutti gli altri “cicli” rimasti fuori.
Si tratta di compilazioni fatte con materiale canonico e ordinato in ordine cronologico, o dove si poteva (Zotique, Hyperborea), tentare un approccio cronologico dalle evidenze interne delle storie. In queste raccolte restano fuori i frammenti e le sinossi di racconti mai pubblicati (e scritti) in vita da CAS (materiale che in rete, si trova tutto nell’ottimo sito “elditchdark” dedicato a CAS). Per alcune “collaborazioni postume” con CAS, Lin Carter provvederà in altre sedi.
Tra gli appunti di lavoro, trovati dopo la sua morte (nel 1988), si scopre che Carter aveva in cantiere, sempre per la Ballantine, il volume dedicato ad Averoigne che quindi resta, l’ambientazione, inedita, in una sua versione integrale ed esaustiva, al pari delle altre.

E questo è ancora più vero in Italia.

CAS, forse non beneficiando di gente come Glenn Lord, De Camp, Carter (curatori/arraffatori all’eredità di Howard, il più “facile” e “vendibile”, tra moltissime virgolette, rispetto agli altri due), o di una riscoperta critica e filologica “totale” come accaduto al non-solitario di Providence, (che ha trasformato, “un genio tutto da scoprire” nel “più geniale dei dilettanti”), ancora oggi è il meno studiato dei tre principali autori di Weird Fantasy americano, pur essendo stato antologizzato numerose volte nel corso dei decenni.
Di rimando e in proporzione, nel nostro paese, abbiamo “opere integrali” di Howard e Lovecraft, in tutte le salse editoriali, rivalutazioni letterarie, dovute a traduzioni più degne e un apparato critico di tutto rispetto (a partire dal lavoro pioneristico di De Turris-Fusco).
Per Klarkash-Ton tutto questo ancora no. Si c’è qualcosa ma ancora neanche lontanamente paragonabile al lavoro fatto sugli altri due.
Howard, dicevamo, è il più “”””facile”””””, grazie ai suoi “cicli” con unico protagonista. 
I suoi protagonisti sono più “”””facili””””, con il loro proto superoistico aspetto e la loro “filosofia” di vita.
Eppure Lovecraft non è più “facile” di CAS, il quale aveva almeno, una base stilistica e tecnica, più solida del primo, anche se (e questo è un problema per il traduttore), questa stessa, solida base, intrisa di neo parole inglesi para francesistiche, di difficile (per un traduttore), interpretazione, lo rende meno producibile, editorialmente parlando, per una edizione straniera. CAS, come abbiamo già detto e come lui stesso si definiva è stato soprattutto un poeta. E come poeta la sua prima preoccupazione consisteva nell'usare le parole (e quando non esistevano, inventarle) per il loro suono e collocarle nel punto giusto per l'effetto "musicale" globale che voleva ottenere per evocare immagini fantastiche nella mente del lettore e suscitarne emozioni, in modo più istintivo che razionale.

Ma considerazioni stilistiche a parte (e che per il momento non ci sentiamo in grado di affrontare ulteriormente), pensate come sarebbe bello avere in Italia, una serie di volumi dedicati a CAS, di dignità editoriale pari a quelle avute per Lovecraft e Howard.
Zotique, della benemerita Editrice Nord (presa da quella Ballantine a cura di Lin Carter) è l’unica eccezione.
I quattro volumetti (materia per ricerche collezionistiche) edite dalla MEB, imitano, altrettante edizioni antologiche originali americane.
La Fanucci di Gianni Pilo ha pubblicato molto CAS, con traduzioni più che decenti ma con veste e cura editoriale decisamente da biasimare.
Eppure proprio da queste traduzioni (ma con più mezzi e tempo, se ne dovrebbero fare di apposite), prendiamo le mosse per queste versioni italiane “ideali”. 
E cominciando proprio dal “ciclo” mancante. Averoigne.

Un bel volume che potrebbe essere assemblato facilmente con i moderni programmi per computer (tutti open source), mettendo i racconti nell’ordine cronologico interno (ma senza rinunciare, ovviamente, a menzionare le date originali di pubblicazione).

L’ordine dei racconti nel volume sarebbe questo: 
Averoigne (poesia) 1951
1138: Il Fabbricante di Gronde (The Maker of Gargoyles) agosto 1932.
1175: La Santità di Azeradec (The Holiness of Azédarac) novembre 1933.
1281: Il Colosso di Ylourgne (The Colossus of Ylourgne) giugno 1934.
1369: Il Mostro dell'Averoigne (The Beast of Averoigne) maggio 1933.
15° secolo: La Mandragora (The Mandrakes) febbraio 1933.
1550 circa: Un Rendezvous in Averoigne (A Rendezvous in Averoigne) aprile/maggio 1931.
1550: Il Ritrovamento di Venere (The Disinterment of Venus) luglio 1934.
1575: Il Satiro (The Satyr ) 1931(1948 Arkham House) agg. finale alternativo.
Madre di Rospi (Mother of Toads) luglio 1938.
L'Incantatrice di Sylaire (The Enchantress of Sylaire) luglio 1941.
1787 o 1798: La Fine della Storia (The End of The Story) maggio 1930.

Con l’aggiunta in appendice dei frammenti e le sinossi, inedite, che si trovano facilmente in rete (sempre su eldritchdark), alcuni già tradotti, la maggior parte tradotti appositamente e ad impreziosire il tutto, mappe e illustrazioni in tema.

Il volume avrebbe anche una bella copertina e retro copertina, tipo queste:

                  























In questo modo se ne potrebbe realizzare altri di volumi per  altri cicli.

Non sarebbe un bel sogno per tutti gli appassionati italiani ?
Oppure, il sogno, è già, in parte, una bella realtà ?