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giovedì 2 luglio 2015

Castle McHeyre incontra ROCKbyWILD




RockbyWild è l'intrapendente e coraggiosa testata che da tempo fornisce spazio a tutto quel sommerso di realtà musicali che si arrabattano sotto la punta dell'iceberg e che non gode di grande copertura mediatica a livello nazionale.

Chi mi segue, attraverso il blog e le attività radiofoniche, sa bene quanto spazio abbia dedicato nel corso degli anni a questo argomento.

E' quindi con immenso piacere che vi comunico il mio ingresso nello staff di RockbyWild, sia a livello redazionale ma anche con piccoli contributi scritti, i cui primi modesti esempi potrete trovare sia qui, che qui.




La Rete è composta di numerose realtà che spesso, purtroppo, si combattono come piccoli feudi attaccati alla propria roccaforte, facendo il gioco di pochi altri.
Sovente però, come in questo caso, nascono collaborazioni proficue che non perdono di vista l'obiettivo primario: diffondere informazione e punti di riflessione ad un livello che ormai troppo spesso la stampa generalista (e pagata) non è più in grado di offrire. Ma soprattutto, collaborazioni proficue per tutti noi. Per chi lavora e per chi legge.

Che sia per istruttive e rilassanti letture oppure per proporre la vostra collaborazione, vi aspetto oceanici su RockbyWild.

Non siate timidi e benvenuti.




giovedì 25 giugno 2015

Patrick Mcnee, "you are needed"





Davanti ai balordi, agli infami o semplicemente davanti ai maleducati che incontro ogni giorno, cerco di reagire pensando a John Steed. A come avrebbe reagito lui.

John Steed è Patrick Macnee.
Patrick Macnee è John Steed.

John Steed è il simbolo di un modo più civile di affrontare la vita.
Patrick Mcnee, abbiamo ancora bisogno di te.

giovedì 11 dicembre 2014

MOD Vita pulita in circostanze difficili


Veste elegante. Più di quanto le finanze di questo giovane londinese (quasi un ragazzino ancora) possano permettergli. Questa sua ricercatezza nel vestire viene coperta da un incongruente parka, molto utile invece nel clima di una giornata tipica della piccola isoletta albionica.  Va in giro con un mezzo di locomozione a due ruote di fabbricazione italiana con il quale duella contro i più potenti motori usati dai Rocker vestiti di pelle nera, amanti invece dell'estetica americana degli anni '50.
Si fa di anfetamina per darsi coraggio, tra gli amici, per rimorchiare una ragazza, per scappare da un bobby, per scappare dal malessere sociale fatto di povertà e ingiustizie sociali, storicamente sempre presenti nel cuore dell'ex impero o semplicemente dal malessere creato dall'ancor più storico contrasto generazionale tra genitori e figli.

giovedì 13 novembre 2014

Cosmo Oro 5: Stella Doppia di Robert A. Heinlein


COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n. 05
Prima edizione: Novembre 1972 (ristampato con diverse copertine a giugno 1982 e marzo 1994).
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani.
Titolo originale
DOUBLE STAR (1956)
Traduzione di Riccardo Valla
Copertina italiana prima edizione: Gruppo Ajna.











Quinto appuntamento con i volumi della serie COSMO (oro) della Editrice Nord e per la prima volta dal suo debutto nella serie troviamo un autore già presentato , anche se importante come Heinlein. 
Pur vero che da questo debutto erano passati ormai quasi 3 anni e nel frattempo la Nord non era rimasta con le mani in mano: Ben 21 titoli usciti tra il 1970 e tutto il 1972 nella serie "gemella" argento e 8 nella serie ARCANO che fece da precursore alla più famosa e longeva FANTACOLLANA che a sua volta debutterà nel 1973 insieme a SF Narrativa d'Anticipazione e da li in poi tante altre iniziative. No. La Nord si stava dando molto da fare.
La scommessa era vinta e la formula della Fantascienza in libreria stava avendo successo dando ragione a Viviani ed ai suoi collaboratori.
Se al romanzo "Cittadino della Galassia", spettò il compito di un debutto "facile" con un autore simbolo e maestro del genere, con questo "Stella Doppia" abbiamo la conferma delle qualità del braccio più destro di Campbell.
Come per molti altri titoli, anche Double Star era già stato pubblicato da Ponzoni nel 1957 ma per la versione di lusso la Nord presenterà una traduzione tutta nuova ad opera del compianto Riccardo Valla.

venerdì 13 giugno 2014

Marion Zimmer Bradley e i "talebani" pentiti.

E quindi mi tocca parlare di Marion Zimmer Bradley

Di mio carattere se un autore non mi piace preferisco non parlarne. Se poi si tratta di un'autrice di culto, come in questo caso, preferisco lasciare i suoi seguaci nella loro "illusione". Chi sono io per osare attaccare il loro piccolo mondo, il loro disgusto per qualcosa che per lo più è apprezzato sull'ignoranza di tutto il resto ?

Rimangano nella loro piccola isola.

Ma in questo caso sono gli stessi seguaci ad abbandonare l'isola. 

Il fattaccio sta facendo il giro della comunità web degli appassionati di fantascienza ed è generato da quanto pubblicato 
su questo blog in merito alle dichiarazioni della figlia della scrittrice scomparsa nel 1999.

Se vero, e non abbiamo elementi per dibattere su questo, sono notizie terribili.

La Bradley è una scrittrice con numerosi ammiratori in tutto il mondo. Ha venduto badilate di libri e viene indicata, con nostro somma perplessità, come una delle più importanti, se non la più importante autrice di genere del mondo (Moore, Brackett, Lee, Cherry e Norton, avrebbero da dissentire).

Ora, pare, che a seguito di queste notizie, i suoi seguaci stiano rivedendo i loro "parametri di giudizio". 

Avendole personalmente, le opere della Bradley, sempre considerate, noiose, pretenziose e infarcite di femminismo becero (il femminismo non è becero, è becero il mondo in cui viene trattato dall'autrice con l'aggravante di mascherarlo con pessima FS/Fantasy) non posso che trovarmi d'accordo con loro.

Però trovo anche un gran pena.
Stanno pagando lo scotto del troppo innalzare l'altare all'artista  come conseguenza all'apprezzamento della sua arte. L'idolo si rivela di cartapesta e i suoi miracoli, veri o presunti, sono ridimensionati.

Ripeto sono d'accordo con loro sull'autrice, come non esserlo.
Ma non accetto che siano d'accordo con chi la pensa come me
sulla sua opera, sulla base di simili presupposti.

La Bradley come persona non mi ha mai interessato, perché, ovviamente, direte voi, non mi hanno mai interessato i suoi lavori.
Magari, avendo scoperto che era una pessima persona, al contrario dei suoi seguaci, può suscitarmi una pur qualche, vaga idea, di interesse verso i suoi libri.

Ammiro la musica di Ian Anderson e di Robert Fripp. Sapere che tipi sono non mi sposta di una virgola l'apprezzamento che ho per la loro arte.

Leggere la biografia di Michelangelo Merisi trasforma i suoi capolavori in tele imbrattate ?

Forse sono io quello limitato.

Aiutatemi a capire.








martedì 22 aprile 2014

HOMO ERRATICUS, UNUM DESCRIPTA

E' uscito finalmente nei migliori e nei peggiori negozi HOMO ERRATICUS, l'ultima fatica di Ian Anderson e la Sua Orchestra.

Per l'evento uno solo di noi non bastava e pertanto ci siamo messi in tre a prepararvi una lunga recensione che spero solletichi la Vs. curiosità Jethrica e stimoli le Vs. menti Tulliche.

Gli altri due Compagni di Battaglie con i quali mi onoro di partecipare in questa collaborazione sono, Chiara Bucolo e Jacopo Muneratti.

L'articolo lo potrete leggere sul Blog di Jacopo, Good Times, Bad Times.

Buona lettura.


lunedì 14 aprile 2014

UN MATTONE DIETRO L'ALTRO

Oggi esce ufficialmente "HOMO ERRATICUS" nuovo album di Ian Anderson (e la SUA band).

Non avendone una "copia per la stampa" avuta in omaggio per recensire l'album prima che esca dovrò come tutti i comuni mortali aspettare di comprarlo, di ascoltarlo, metabolizzarlo e decidere se mi piace o no.

Nel frattempo faccio il punto della situazione riascoltandomi i primi due capitoli di quella che ormai è diventata la Tetralogia di "Little Milton" (speriamo non una saga) e ripropongo la mia recensione fatta all'epoca sul TAAB 2. Le mie impressioni a due anni di distanza sono sostanzialmente le stesse. Magari mi dedicherò una serata (o nottata) ad ascoltare tutti e tre gli album di fila appena avrò messo le mani sul nuovo erratico album.

Thick As a Brick 2

Pubblicato il 2 aprile 2012
April 2, 2012
Prodotto tra marzo e novembre 2011
Label. EMI.


Extra: Oltre alla solita pletora di possibilità audio (a prescindere che abbiate o meno le tecnologie necessarie nelle vostre case) gentilmente offerte da Steve Wilson, abbiamo:
-Video: Tutti i testi del concept recitati da Ian Andreson, ogni volta in una locazione differente. Interviste e making off ... interessanti ma solo in inglese.
-File PDF con il (modernizzato) StCleve, contenente nuovi articoli al limite del delirio. Lo trovate anche in rete: www.stcleve.com.
-File PDF con la traduzione integrale dei testi in 9 lingue diverse compreso l’italiano.
-Lussuoso libretto patinato con alcune foto che faranno la gioia dei più grandicelli ma anche dei più piccini.


Alle prime notizie si poteva pensare ad un scherzo  .., “ si vabeh con i JT in questo stato .. raschiamo il fondo del barile” ... poi l’annuncio ufficiale: Il 2 di Aprile ?  E’ uno scherzo, visto ?!  
E invece il 2 aprile 2012 esce Thick As a Brick 2, sottotitolo: Whatever Happened To Gerald Bostock ?  Domanda lecita. Anche perché nel frattempo i JT non esistono più davvero, se ne è accorto anche Ian Anderson quando se ne è andato Martin Barre.
 L’album esce a nome “Jethro Tull’s Ian Anderson TAAB2 in due versioni, quella “normale” e quella “lusso” in cartoncino con  libretto, CD e DVD e molti extra carini.
 Gli euro di differenza sono davvero pochini, pertanto la scelta diventa praticamente obbligata sulla versione di lusso.
A suonare troviamo tre (ormai) ns. vecchie conoscenze delle esperienze on stage degli ultimi anni di Ian Anderson, sia come JT, sia come Ian Anderson e basta (ora. Non starò qui ad offendere la vs, intelligenza aprendo la vecchia diatriba se i JT siano IA oppure no).
Di John O’Hara che suona il piano, le tastiere e anche Hammond (l’Organo non Jeffrey), David Goodier che suona il bass guitar ed il glockenspiel e di Florian Ophale che suona la chitarra elettrica imitando Martino, si è detto tutto il male possibile (e mi ci metto nel coro).
“Sono musicisti professionali ma piatti”. “Ci sono turnisti nel mondo molto più bravi”. “Aridatece Giddings e Noyce” e così via, denigrando. 
Per la prima volta li ascoltiamo in un progetto da studio che permette maggiore concentrazione, prove e analisi “scientifica” da parte del fruitore e l’analisi è che risultano ..... “professionali ma piatti”. E si che la qualità musicale è eccellente e nei ripetuti ascolti ci si dispiace pensando a cosa sarebbe stato questa pur ottima musica con musicisti più personali e di polso.
Al cast (perché di un storia stiamo parlando, come anche questo vedremo tra poco) si aggiungono due nuovi elementi. 
Il primo è il nuovo batterista, Scott Hammond (anche qui no Jeffrey). Per me, che lo conoscevo poco (diciamo per niente), non è dispiaciuto affatto. Niente di ché, intesi ma sarà che ormai mi ero stufato delle figure ritmiche del pur bravo Doane Parry (James Duncan, chi?) ma a me è piaciuto è spero che resti per i futuri anni come elemento stabile nel nuovo sperato rinascimento andersoniano. 
L'altro, e più interessante è l'attore teatrale Ryan O'Donnel, inserito come seconda voce (là dove Anderson non arriva più), animatore e maggiordomo di palco. O'Donnel, oltre ad avermi fatto un'ottima impressione durante il divertente tour di TAAB 2, consente ad Anderson, finalmente dopo 40 anni, di suonare il flauto sul palco anche nei punti dove, nella versione in studio, questo strumento è accoppiato al cantato.

Dietro il vetro, seduto al mixer, a dare grande qualità alla produzione troviamo il primo che vi viene in mente ... si proprio lui   .. Steve Wilson, che dopo l’eccellente lavoro sul 40° di Aqualung ce lo aspettiamo ormai ragno oscuro al centro di una tela che vede imbrigliati, Jethro Tull, King Crimson     .... YES, EL&P, Gentle Giant, VDGG   ...... ok .. smetto di sognare.








1972-2012
In 40 anni TAAB (da oggi dobbiamo aggiungerci un 1) è stato, lo è tuttora e rimarrà, una delle pietre miliari della storia del rock. Le sue innovazioni, musicali, contenutistiche e concettuali, come il suo impatto on stage, restano un punto fermo del rock mondiale.
Nel frattempo molte cose sono successe e, come il concept stesso di TAAB2 si propone è un ottima occasione per una analisi sociale delle differenze tra le due epoche.

TAAB2 SCALETTA
DIVERGENCE: Interventions, parallel possibilities
Pebbles Thrown
From A Pebble Thrown
Pebbles Instrumental
Might-have-beens
Gerald the Banker
Upper Sixth Loan Shark
Banker Bets, Banker Wins
Gerald Goes Homeless
Swing It Far
Adrift And Dumfounded
Gerald The Military Man
Old School Song
Wootton Bassett Town
Gerald The Chorister
Power And Spirit.
Give Till It Hurts
Gerald, A Most Ordinary Man
Cosy Corner
Shunt and Shuffle

CONVERGENCE: Destiny, fate, karma, kismet
A Change Of Horses
22 Mulberry Walk
Confessional
Kismet In Suburbia
What-ifs, Maybes, Might-have-beens



Un concept album (e opera rock) che si rispetti deve avere una struttura narrativa programmata, temi (musicali e narrativi) che si ripetono modificati dal momento, un inizio, una fine. Qui abbiamo anche strutture “progressive”, organo Hammond d’annata, temi ritornanti, strutture melodiche frastagliate. Insomma tutto quello che serve per un bel concept album di stampo britannico, “come una volta”.

La storia ci descrive (e si diverte) nel mostrare cosa sarebbe potuto succedere a Gerald Bostock, dopo il successo della sua composizione.
Come succede spesso agli enfant prodige, un exploit iniziale non corrisponde ad un vita brillante diventati grandi. Ma la storia è fatta anche e soprattutto di what if (cosa sarebbe successo se ..)  e quindi vediamo (ascoltiamo) Gerald diventare un banchiere di successo avendo dimostrato capacità usuraie fin dalla scuola. Un senzatetto, scacciato dalla famiglia e dagli amici perché considerato gay, essendo stato da bambino oggetto di attenzioni di un prete pedofilo (esplicito e pure delicato, come sempre, nelle sue descrizioni, Anderson). 

Un soldato. Niente guerra mondiale, niente falkland ma l’attualissima (ancora) guerra in Iraq, con le sue ambiguità religiosepetrolifiche, la gloria, la patria, la disgrazia del lutto.

Un prete. Predicatore all’americana e molto truffaldino.

Un uomo qualunque. Lavoro pratico, una casa modesta ma tranquilla, hobby banali, anonimato.


La convergenza porta Ian Anderson a descrivere se stesso come un allevatore di cavalli, ormai anziano che guarda la sua vita passata, con dolce rimpianto (all’inglese) e saggezza.

Il confessionale è uno dei momenti narrativi più intensi dell’album. Dove ognuno dei Gerald alternativi si denuda. 
Riporto qui il testo nella splendida traduzione di Aldo Tagliaferro.

Gerald il Banchiere
Ho fatto i miliardi, ho messo da parte una fortuna nei paradisi bancari svizzeri, ho perso tutto
quando il Fisco si è svegliato. Insomma, ho fatto il mio tempo, il mio tempo per cosa?
Gerald il Senzatetto
Sulle strade, un bel pasticcio. Ho incontrato un uomo che mi ha risollevato.
Mi aveva portato a casa per fare sesso, ma poi si è impegnato in un'unione civile
Gerald nel coro della chiesa
Ne ho abbastanza di eccessi distorti, fiamme dell'inferno, dannazione, urla laceranti.
Sono stato scoperto, sconsacrato e sono precipitato dalla grazia, beccato con le mani nel sacco.
Gerald il Soldato
Congedato per invalidità, fuori dalla scena. Reintegrato nella società civile.
Ora passo il tempo ad aiutare i camerati a riconoscere la paura, persa esportando la democrazia.
Gerald; Un uomo qualunque
Ho venduto il negozio, ho spento l'interruttore. La Mallard deve restare ferma sul binaro morto.
Le carrozze e il tender di carbone lucidato messi via negli scatoloni, venduti su E-bay.
Venduti su E-bay.


IL DESTINO NEI QUARTIERI RESIDENZIALI
Gerald il Banchiere
Ricomincio da capo, è un altro giorno, un'altra vita, un caffè tranquillo. Euforia da Starbucks.
Mi accontento di quello che ho, ecco il mio cruciverba. E più tardi pipa e pantofole nello studio,
davanti alla tv.
Cerco comprensione, e vi chiedo scusa al numero 9 di Mulberry Gardens*.
Gerald nel coro della chiesa
Ricomincio da capo, è un altro giorno, un'altra vita, così distante da quell'aria che risuonava
dall'inferno.
Ora ho deciso di vivere in remissività, mi va di aiutare chiunque voglia ascoltarmi.
Ormai sordo agli oscuri angeli del male al 25 di Mulberry Close
Gerald il Soldato
Ricomincio da capo, è un altro giorno, un'altra vita, così distante dal calor bianco dell'Arabia.
Le foto dei commilitoni sulla cappa del camino, illuminate da una candela che profuma di fiori,
spettrali e tremolanti.
L'ultimo sopravvissuto, piegato ma vivo al 33 di Mulberry Drive.
Gerald; Un uomo qualunque
Ricomincio da capo, è un altro giorno, un'altra vita, non così diversa dai sonnacchiosi quartieri
residenziali
Tutto è sempre la solita routine, la collezione di francobolli, le prime edizioni, e un giro a vedere
i treni a vapore.
Intorbiditi i sensi, intorbidito il cervello, al 54 di Mulberry Lane.
Gerald il Senzatetto
Ricomincio da capo, è un altro giorno, il mio compagno che ho tanto coccolato si è spento, addio
dolce utopia.
Mi ha lasciato però il fornello in ceramica e la termocoperta, ecco: un bel quadretto.
Momenti indimenticabili, ieri e oggi, al 17 di Mulberry Crescent.


Con una prosa alta, raffinata e profonda da vero scrittore (anche Neil Peart lo ammira) ci mostra, ora con la verve ironica e la dissacrante satira sociale di cui Anderson ci ha abituato nei tempi d’oro e di cui era vessillo TAAB1, ora con struggente e delicata dolcezza (A Change of Horses), in altri punti con toccante ed epica tragicità (Wootton Bassett town), le vite di una persona, le vite di tutte le persone passate in questi ultimi 40 anni di importanti mutamenti sociali, storici e politici. Uno specchio della storia in cui guardare, confrontarci e tirare bilanci.

Un album serio e profondo, sia nella musica che nei contenuti, che avrebbe avuto bisogno di un vero gruppo all’altezza della musica, che guadagna smalto ad ogni ascolto. Per ascoltatori attenti e non per quelli distratti!

“E allora, cavalcate sicuri sui campi
e concludete i vostri affari bestiali
e i vostri saggi non sanno come ci si sente
a essere Duri Come Un Mattone... 2 (di nuovo)”


Cosa ci riserva il futuro ?


Vado  a fare seppuku!



venerdì 4 aprile 2014

IL 21° secolo dell'Uomo Schizoide. PUNTO D'INCONTRO Speciale KING CRIMSON


Torno a parlare dei King Crimson a Punto d'Incontro.

Chi mi segue da anni nelle mie settimanali avventure radio musicali sorriderà:

"Quando mai hai smesso di parlare dei King Crimson?''

venerdì 28 febbraio 2014

Ma da che parte è l'ovest ? Rocchettari inglesi alla conquista del west !


Il western. 
Il genere dei generi. 
Il genere di superficie che può rivestire, come un abito comodo, tutti gli altri generi. Fantascienza, horror, commedia, detective story ecc ecc.

Questo abito comodo, questa superficie è un luogo geografico, reale e immaginario, talmente popolare per cui i suoi personaggi iconici (cowboy, sceriffi, "indiani", banditi), i suoi miti (sfide, duelli, inseguimenti, rapine, partite  a poker) e i  suoi scenari e strumenti (staccionate, polvere, pistole a tamburo, cavalli, stelle di metallo, carte francesi, cappelli, stivali) non hanno bisogno di essere "mediati" per far riconoscere subito l'ambientazione e l'epoca storica.
Lo dimostra il milione di cose "western"  esistenti. Il milione di film, telefilm, fumetti, parodie, circhi e musiche che usano l'immaginario western come sfondo.
Il "western" è talmente iconico da rendere immaginario anche il "west" reale. 
Simbolo di se stesso. Meta di sogni, speranze, viaggi.

Potevano i rokkettari più immaginativi di tutti, quelli britannici degli anni 60 e 70 ignorare il western ? Il rock britannico non ha in fondo per gran parte della sua storia guardato ad ovest ? E per molti  dei suoi aspetti fondamentali non si è forgiato prendendo da quanto succedeva ad ovest ? 
Pensate alla loro versione del jazz, del blues di Chicago, della contro cultura californiana, del minimalismo. Pensate alla British Invasion.

Sabato 1° marzo alle ore 17 su TRS Radio insieme a Glauco Cartocci (che ritorna dopo una troppa lunga assenza) a PUNTO D'INCONTRO, vi parleremo di alcuni musicisti britannici tra coloro che hanno usato la loro arte per raccontarci il loro western, immaginario, reale, simbolico che sia. Usando la musica per raccontare una delle più grandi tragiche e gloriose epopee della storia dell'umanità.



sabato 1 febbraio 2014

1 ANNO DI BLOG

Mercoledì 29 gennaio il blog Castle McHeyre ha compiuto un anno di vita.

Non ho voglia di fare bilanci troppo lunghi. Non ho voglia di fare bilanci! 


I responsi sono stati inferiori alle aspettative ma non così pessimi da spingermi a chiudere l'esperienza e sufficienti a stimolarmi un altro anno di prova dove cercherò di capire gli sbagli da me compiuti e dare al blog una scadenza più regolare. Mio il compito di correggere i difetti, vostro di aiutarmi a migliorare.

Come contenitore del mio lavoro di appassionato e per veicolare le promozioni delle altre attività (radio, Video ecc.) il blog continua ad avere la sua funzione, e bene.

Tra gli errori da neo blogger sicuramente c'è stato quello di dare un scadenza al numero di post mensili che già all'inizio sapevo di non poter mantenere. Spinto dall'entusiasmo iniziale ho tentato questa sfida è l'ho fallita ma almeno adesso so quali sono i miei limiti. 
1 post a settimana è assicurato dalla presentazione delle puntate del programma radiofonico PUNTO D'INCONTRO, che ricomincia sabato 8 febbraio, e siamo a 4.
Altri 2 riguarderanno sempre la presentazione di un Video Podcast e altri 2 o al massimo 4 a temi di argomento libresco, musicale ecc.
Più varie ed eventuali (compleanni, decessi, catastrofi ecc.).
All'incirca 8 o 10 post mensili (se e magari) credo siano sufficienti ed affrontabili.

In cantiere ci sono:
La serie Cosmo Oro della Nord editrice. Una delle collane librarie più importanti della storia dell'editoria di fantascienza in Italia.
In ogni puntata parlerò di un libro di questa collana, iniziata nel 1970 e chiusa 2 anni fa con il numero 202. 
Di questa serie cercherò di trattare almeno un titolo al mese.

Vari articoli sulla bibliografia zappiana in Italia. Questo è l'anno di Frank, ci ricorda la vedova.

Piccoli articoli dove parlerò di musicisti e gruppi britannici pescati dal dimenticatoio.

"Provare a tentare di provare" di trovare tempo per scrivere l'articolo mensile per la neonata MAT2020 (scusami tanto Athos.)

Altre cose in cantiere ma ne riparleremo.

A rileggere tutto mi accorgo che alla fine ho fatto il bilancio e neanche tanto breve.

Se siete arrivati a leggere fino a qui auguro a tutti un nuovo e più gradevole anno di blog e di vita in generale.









martedì 24 dicembre 2013

Il post di natale

POSITIVITA'

Così ci insegnano i Manuali del perfetto intrattenitore/
comunicatore.

Per noi che facciamo, radio, tv, libri, cinema, o "semplicemente" blog
è questo il messaggio pubblico che dobbiamo passare agli altri.

E questo mentre al momento sto solo pensando a come animare questo blog, il canale su Youtube, i gruppi su facebook, il mio programma radiofonico del sabato. 

Come dice il saggio "se non sai cosa fare, non fare nulla". 
Qualche giorno di "stacco" potrà fare solo bene.

Appuntamento al 2014 e passate buone feste. 
Leggete, ascoltate, vedete, visitate.



mercoledì 4 dicembre 2013

McHeyre Video Blog 3: Frank Zappa e la Xenocronia


4 dicembre 1993 -4 dicembre 2013

20 anni di storia moderna. 20 anni di bushismo, berlusconismo, terrorismo parareligioso estremo, crisi economica mondiale, di europa che implode, di catastrofi (in)naturali che dilagano, di paesi che vanno in default, di Stati Uniti che conoscono una nuova crisi economica pure loro e con un presidente, nero e musulmano (fantascienza fino a 20 anni fa) democratico che sostituisce quell'altro democratico wasp con segretaria polacca annessa (attaccata) e una non trascurabile parentesi di repubblicanesimo all'ennesima potenza, la grandissima diffusione della rete informatica mondiale, la tecnologia portatile di lavoro e comunicazione così avanzata e altro, e altro e altro ....

Tutto questo, si è perso lo Zio, il Maestro Frank Vincet Zappa, con la sua irreparabile scomparsa quel dì del 4 dicembre 1993.
E tutti a chiedersi da 20 anni:
Che cosa ne avrebbe fatto lo  Zio Frank di tutto questo ? Quali capolavori di musica e cronaca moderna avrebbe lasciato per la posterità ignorante e smemorata ?

Forse in questi 20 anni si sarebbe dato alla politica (sul serio) abbandonando la musica e oggi si starebbe godendo la pensione extra lusso di un senatore o di un ex governatore.

O forse sarebbe rimasto ZAPPA e dopo il prolungato battagliare  contro un America  sempre più becera sarebbe stato troppo stanco e troppo vecchio per sopportare cambiamenti così drastici ed epocali e arrivati così velocemente. Forse si sarebbe chiuso nel suo laboratorio sotterraneo con viveri sufficianti per .. 20 anni a sfornare dischi, su dischi , su dischi, o forse no ... 

Zappa scriveva i testi dei suoi brani per gli americani e la musica per tutto il resto del mondo, specie gli europei. A noi europei lo zappa/giornalista ha sempre interessato poco. Ammirato, incuriosito, forse si ma diciamocelo .. l'America da lui raccontata è sempre stata così realisticamente macchiettistica per essere compresa e creduta da noi fino in fondo. (Eppure Berlusconi, mio unico rimpianto di QUESTO Zappa .. sarebbe stato un perfetto soggetto per i suoi album ... forse per una volta sarebbero stati gli americani a non credere ai testi dello Zio).


Cosa ci lascia in ereditò Frank Zappa ?
Nelle cose intangibili, il concetto, rivoluzionario quanto ovvio, che la musica è una sola, che quello che si definisce rock può essere arte (qualunque cosa significhi), che se si è capaci di fare il proprio lavoro e non si sballa, puoi arrivare dove vuoi con le tue forze (concetto mooolto  americano invero e sciorinato da migliaia di film, telefilm ecc. ma nel caso di un grande comunicatore come fu il ns. anch'esso ben sbeffeggiato).

A livello tangibile, una immensa discografia di eccellente musica Unica e di rock allo stato dell'arte. 
Un archivio sepolto e da scoprire di immense ricchezze che una vedova ravveduta ha finalmente deciso di affidare a mani più capaci.

20 anni di saggistica, chiacchiere sparse, libri verità, analisi critiche, e tutto il resto della paccottiglia apologetica e postuma (compreso questo articolo) che ogni genio, emigrato in più celesti lidi è costretto a sopportare su se stesso.
In questa massa di ciarpame è difficile trovare qualcosa di estremamente valido (ma se cercate c'è) come per esempio 
Frank Zappa Domani edito da Castelvecchi 

Una raccolta di saggi, analisi, memoriali e molto altro di gente competente e sinceramente appassionata.

Ottimo modo per introdursi in un artista impossibile, fermo restando che solo la musica (i suoi dischi) possano spiegare se stessi.

Nel ns. piccolo proviamo a dare qualche contributo con i nostri fantastici, piccoli mezzi, come l'amico Jacopo Muneratti che qualche tempo fa realizzò un bel servizio dedicato ad uno degli aspetti meno noti, per quanto affascinanti di Zappa, ossia la Xenocronia.

Io quell'articolo l'ho tradotto in podcast, prima per il mio programma radiofonico PUNTO D'INCONTRO, adesso con l'aggiunta di immagini per il McHeyre Video PODCAST, e lo troverete nel mio canale Youtube.




Se non sapete cos'è la Xenocronia, questa potrebbe essere l'occasione per conoscere, come dicevo sopra, uno degli aspetti più affascinanti ed esoterici di Frank Zappa.
Se sapete giù cosa sia la xenocronia, godervi (spero) il videopodcast potrebbe essere un buon modo per ricordare Frank Zappa a 20 anni dalla sua scomparsa.

Per non dimenticare ...







.. e dopo tutti a riascoltarci TUTTA la discografia di Frank Zappa.


Donald McHeyre