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giovedì 5 giugno 2014

McHeyre podcast 2 THE ROAD to 1981




Lo speciale LED ZEPPELIN BBC sta andando benino, e questo ci conforta e sprona ad andare avanti con il progetto dei podcast come proseguimento di un quasi decennale progetto radiofonico, che discutibili scelte altrui hanno condannato al silenzio. 

Le BBC dei Led Zeppelin saranno disponibili ancora per pochi giorni, quindi affrettatevi.


Sia da solo che con Jacopo Muneratti stiamo mettendo in cantiere altre nuove puntate che ci auguriamo soddisfino i vostri fini palati musicali. L'utilizzo dei podcast può essere anche l'occasione per rispolverare vecchi lavori come THE ROAD to 1981.

Pubblicato originariamente a puntate su MAAT2020, nella sua versione "solo testo", questa è la versione completa, musica e parole e la trovare qui.

3 ore e mezza circa di programma tracciando il percorso musicale e spirituale di Robert Fripp tra due album dei King Crimson passando per ROXY MUSIC, PETER GABRIEL, DAVID BOWIE, TALKING HEADS.

Buon viaggio.



venerdì 4 aprile 2014

The Crimson ProjeKCt sono un modo di fare le cose.


Concerto del 1° aprile 2014 a Roma, Auditorium, Sala Sinopoli.

Riassunto delle puntate precedenti:


King Crimson, come entità metafisica musicale nella sua gloriosa esistenza si è preso per due volte delle pause di ritiro meditativo.
Quando vi era la necessità (e i musicisti disponibili) il Sovrano appariva. Quando terminava la sua funzione (e finivano le idee) scompariva. Poi ritornava  ... e scompariva ... in una ciclicità coerente con la concezione tradizionale della Storia.

IL 21° secolo dell'Uomo Schizoide. PUNTO D'INCONTRO Speciale KING CRIMSON


Torno a parlare dei King Crimson a Punto d'Incontro.

Chi mi segue da anni nelle mie settimanali avventure radio musicali sorriderà:

"Quando mai hai smesso di parlare dei King Crimson?''

venerdì 21 marzo 2014

ROXY MUSIC, BBC session .... un gruppo avanti ... ma nel decennio sbagliato!


Agli inizi del 1970 un ragazzone di nome Bryan, ex insegnate di ceramica da poco licenziato, si ritrova in una cantina del Fulham Palace Road per una audizione musicale. I suoi severi esaminatori sono due tipi minuti. Uno sbarbato e con un naso buffo, l'altro con la barba, gli occhiali e interamente buffo.
Siccome ai due le doti musicali latenti di Bryan piacciono, viene scartato e raccomandato al "giamaicano" Chris Blackwall.
Ma prima Bryan, coinvolto anche il suo amico bassista Graham Simspon (che se n'è andato il 16 aprile 2012), deve mettere insieme un gruppo di persone capaci di rendere concrete le sue idee e per farlo compie il gesto da cui sono originati molti matrimoni della storia del rock.  Mette un annuncio sul Melody Maker.
Rispondono un ex secchione d'arte e letteratura, il polifiatista Andy Mckay che si porta dietro anche il suo compare, Brian Peter St. John le Baptiste de la Salle Eno (accorciato in Brian Eno perché altrimenti non c'era spazio per gli altri sulla copertina).
Aggiunti il batterista Paul Thompson e il più sfigato chitarrista inglese degli anni '60, David O'List, il gruppo è pronto.
Manca soltanto un management e una produzione  seria e professionale.
Al primo pensa il "giamaicano" che (per loro fortuna) strappa il gruppo a John Peel, affidandoli alle salde e "oneste" mani dei Signori E. & G. Records con omertosa preoccupazione dei due buffi individui del Fulham Palace Road.
Alla seconda, pensa quello sbarbato dei due buffi individui di cui sopra.

Tra i più importanti innovatori nell'uso dell'elettronica in contesti lontani dai movimenti d'avanguardia.
Unico gruppo glam che può definirsi tale non solo per quello che indossano.
Parcheggio per talentuosi "progressivi" in attesa.
Anticipatori della new wave romantica futuristica pop british e per questo
unico gruppo anni '70 a suo agio negli anni '80.

Questi sono i
ROXY MUSIC

Ma prima, Dave O'List, fa quello che gli è sempre riuscito meglio: Farsi cacciare dai gruppi. 
Poi al suo posto viene messo un chitarrista mezzo inglese, mezzo colombiano e in ultimo, viene reclutata qualche bella ragazza, perché non ci stanno mai male ...



Jacopo Muneratti, attraverso le BBC session ve ne racconta le gesta dei primi anni.



ROXY MUSIC

Bryan Ferry, Davy O’List, Brian Eno, Andy McKay, Graham Simpson, Paul Thompson

Maida Vale Studio T1 - Kensington House, 4 January 1972
First broadcast: “Top Gear”, 21 January 1972, 18 February 1972 (*)

Re-Make/Remodel
If There Is Something
The BOB (Medley)
Would You Believe?
Sea Breezes (*)

Prima session dei Roxy Music e primo documento del gruppo ad essere disponibile cronologicamente, addirittura antecedente alla registrazione dell’album. Questa session è stata di vitale importanza per il gruppo perché, grazie alla sua messa in onda, il gruppo è riuscito ad avere un contratto con la Island (inizialmente, il gruppo era stato proposto alla Dandelion di John Peel ma, anche se il DJ Britannico era un fan della band, la cosa non andò a buon fine). Colpisce all’occhio, comunque, la presenza di Davy O’List, l’ex chitarrista dei Nice che aveva militato brevemente nei Roxy Music. Buffo notare come, sebbene fosse l’unico musicista professionale e con esperienza del gruppo, suoni chiaramente come l’anello debole. Per questo motivo, non molto dopo la registrazione della session venne sostituito dal ben più celebre (nel contesto Roxy Music) Phil Manzanera. O’List, comunque, farà qualche session con Bryan Ferry nel 1974. Questa session, comunque, è uno di quei documenti la cui importanza storica eccede quella musicale. Il gruppo non ha, infatti, ancora deciso bene che arrangiamenti fare, e c’è una certa dose di ingenuità in tutte le esecuzioni. In particolare, i pattern ritmici del batterista Paul Thompson, che su disco saranno molto più variegati e personali, sono uguali per tutti i pezzi, dando una dose di staticità e di ripetitività non troppo apprezzabile. L’unico momento dove il gruppo convince a pieno è la conclusiva “Sea Breezes” nella quale O’List si redime con un assolo sorprendentemente emozionale e dove le armonie vocali di Ferry, Eno e McKay suscitano un certo interesse. In definitiva, la session mostra delle buone fondamenta per un gruppo che ha potenzialità per diventare interessante, ma che non ha ancora sviluppato a pieno il suo talento e trovato una strada coerente da percorrere. Questo è l’unico documento non ufficiale a contenere il bassista originale (e fondatore del gruppo assieme a Ferry) Graham Simpson, che lascerà il gruppo poco dopo la registrazione del primo omonimo album.

Bryan Ferry, Phil Manzanera, Brian Eno, Andy McKay, Peter Paul, Paul Thompson

Maida Vale Studio T1 - Kensington House, 23 May 1972
First broadcast: “Top Gear”, 23 June 1972

Bitters End
2 HB
Chance Meeting
Ladytron

Il primo disco del gruppo, registrato a Marzo del 1972, mostrava un grande passo avanti rispetto alla session di due mesi prima e, all’epoca, colpì per la sua freschezza e la sua vena futuristica che si amalgamava perfettamente ad un sound di base che sembrava strizzare un po’ l’occhio al Rock’n’Roll anni ‘50. Come già accennato prima, il bassista Graham Simpson lascia il gruppo ancora prima della pubblicazione del disco, più interessato al Sufismo che ad una carriera musicale. Per questa session viene rimpiazzato da Peter Paul, una meteora che non arriverà nemmeno alle registrazioni del singolo successivo. Per la seconda session, curiosamente, il gruppo ha deciso di incidere tutti gli altri brani del disco che non erano stati inclusi nella prima. L’album uscì il 16 Giugno 1972, quindi pochi giorni prima della messa in onda della session ed è importante notare come, a questo punto, il gruppo abbia ben studiato la differenza studio/live e si sia preparato bene per la registrazione di questa session. Nessuna di queste versioni è una copia, nell’arrangiamento, della sua controparte in studio e il gruppo, questa volta, suona deciso e compatto. Ottima, soprattutto, la versione di “Ladytron”, con il mellotron in primo piano molto più presente rispetto alla sua versione in studio e con un finale improvvisato dove Manzanera e Eno si sbizzarriscono con vari effetti. Interessante anche notare la presenza di “Bitters End”, il piccolo brano finale doo-wop del disco, solitamente ignorato dal vivo.

Bryan Ferry, Phil Manzanera, Brian Eno, Andy McKay, Rik Kenton, Paul Thompson

Maida Vale Studio T1 - Kensington House, 18 July 1972
First broadcast: “Top Gear”, 1 August 1972

Virginia Plain
If There is Something

Nell’Agosto 1972 esce il 45 giri “Virginia Plain”, non incluso su album e registrato specificamente come singolo. Questo pezzo diventerà la prima hit del gruppo e sarà destinato a diventare un grande classico dal vivo. Il suo successo sarà tale che verrà incluso in tutte le ristampe del primo disco nonostante al basso compaia Rik Kenton invece di Graham Simpson. Kenton suona anche in questa session e, inizialmente, doveva essere il bassista definitivo del gruppo. Purtroppo, non sarà così e, anzi, proprio in seguito alla sua uscita (che avverrà qualche mese più tardi), i Roxy Music decideranno di proseguire senza un bassista ufficiale (l’unico a cui proposero tale ruolo fu John Gustafson che però rifiuto, anche se suonò in tutti gli album da “Stranded” a “Siren”). Questa versione di “Virginia Plain” è molto interessante, perché è diversa da tutte quelle dal vivo, in quando l’assolo di chitarra di Phil Manzanera è esteso e sembra essere improvvisato, senza una durata definitiva. In seguito, dal vivo, l’assolo sarà tale e quale a quello in studio. Come altro brano della session viene scelta “If There is Something”, pezzo che dal vivo, a questo punto, era diventato uno dei due punti forti della performance (l’altro era “The BOB (Medley)”). In questa versione, parallelamente a quelle dal vivo, il brano viene esteso a 12 minuti, con assolo di Manzanera e McKay, che si concedono anche un piccolo duetto.

Maida Vale Studio T1 - Kensington House, 6 November 1972
First broadcast: “Top Gear”, 9 November 1972

The BOB (Medley)
For Your Pleasure
Grey Lagoons

Per questa session, Ferry & co. decidono di proporre l’altro caposaldo delle loro esibizioni dal vivo (“The Bob (Medley)”, il brano più progressive del gruppo, qua in una versione fantastica, probabilmente una delle cose migliori della loro carriera) e due brani nuovi, anteprima del futuro album. La futura title-track dell’album “For Your Pleasure” risulta, per ora, meno psichedelica di come apparirà in futuro e, inoltre, Ferry canta in falsetto e Manzanera esegue l’assolo due ottave più in alto, mentre “Grey Lagoons” è semplicemente in versione più aggressiva. Interessante notare come questo ultimo pezzo, all’epoca, si chiamava “The Bogus Man part 2”. “Grey Lagoons” su disco, seguirà davvero “The Bogus Man”, ma, a parte questo, i due brani non hanno niente in comune: né liricamente, né musicalmente. Questa session, probabilmente musicalmente la più interessante, è l’unica di cui la BBC non ha conservato nessun brano in master tape o in un Transcription Disc (un tipo di vinile speciale prodotto dalla BBC e spedito all’estero per poter esportare alcuni tipi di programmazione) e, per molto tempo, era considerata completamente perduta: nemmeno i collezionisti più arditi ne avevano una copia. Nel 2006, improvvisamente, è saltata fuori una parziale registrazione off-air, ma con qualità audio eccellente e un paio di anni più tardi, ha fatto la comparsa una seconda registrazione della session completa, sempre off-air e di qualità audio meno buona anche se pur sempre soddisfacente. In questo momento abbiamo, quindi, tutti i brani registrati dai Roxy Music alla BBC in qualità audio più che accettabile.

Bryan Ferry, Phil Manzanera, Brian Eno, Andy McKay, Sal Maida, Paul Thompson

Maida Vale Studio T1 - Kensington House, 5 March 1973
First broadcast: “Top Gear”, 8 March 1973

Pyjamarama
Do The Strand
Editions of You
In Every Dream Home a Heartache

Ultima session per il gruppo, ormai a popolarità abbastanza alta da non aver più bisogno di servirsi di tale mezzo per promuovere la propria attività. A questo punto, il secondo album del gruppo, “For Your Pleasure” era già terminato e la sua uscita sarebbe stata imminente (24 Marzo), mentre il singolo “Pyjamarama”, in seguito non incluso su album, era fresco di uscita. Su disco (e anche su questa session) il basso è suonato da Sal Maida. In questa session, non sorprendentemente, i brani non si discostano molto dalle loro versioni in studio e risultano solo dei take più calorosi (in quanto senza sovraincisioni), ma senza la grinta e i cambiamenti che verranno fatti in futuro (cosa che si nota soprattutto su “Editions of You” e “Do The Strand”). Interessante, comunque, il break di “Pyjamarama” dove il sassofono di McKay viene reso distorto e stridente da Eno. Questa versione di “In Every Dream Home a Heartache” non è conservata dalla BBC, ma, per fortuna, sopravvive in una registrazione off-air. A causa di questo motivo, comunque, è il brano con qualità audio minore in assoluto di tutte le session (anche se perfettamente ascoltabile).




p.s.
Un ringraziamento particolare a Giampiero Frattali per aver scritto correttamente,
Brian Peter St. John le Baptiste de la Salle Eno.



lunedì 10 marzo 2014

Mc Video Blog ELEPHANT TALK 2, KING CRIMSON, La Metafora Evoluzionistica


La seconda puntata di Elephant Talk è dedicata ai King Crimson. Entità musicale filosofica, a me e Glauco particolarmente cara.

La puntata andò in onda la prima volta a PUNTO D'INCONTRO il 26 marzo 2011 ... sembra tanto tempo fa.


Sui King Crimson sono stati scritti i proverbiali fiumi d'inchiostro e nonostante questo non è abbastanza. 
Parlo di cose estere, ovviamente. 
In Italia siamo, come in tutto il resto, molto indietro con lo stato degli studi crimsoniani, in un modo quasi imbarazzante.



Ci fa piacere e ci da speranza l'uscita recente del libro di Donato Zoppo per i tipi dell'Arcana, nella collana TXT e ne riparleremo senza ombra di dubbio appena lo avrò letto.

La quantità di materiale di studio è talmente tanta e di tale portata e varietà che ogni aspetto della regale e alchemica creatura necessita trattati a se.
Chissà se, quando inventò il nome, Sinfield avrebbe immaginato tutto questo.

Analisi degli album, delle copertine, dei singoli brani, del simbolismo alchemico ed esoterico del "significato" tra Re Cremisi e Cremisi Re, immancabili (e certosine) biografie, analisi storiche musicali medioevali europee e orientali, rapporto tra musica sufi turca e musica rock occidentale, analisi dei testi.
E di tipologie di testi ce ne sono ben tre.

Quelli, appunto, simbolici, alchemici ed esoterici di Peter Sinfield, che molte scuole di pensiero (non a torto) vogliono considerare come le uniche effettivamente inerenti ai significati del Re  Cremisi. 



Quelle riflessive (e oscure) del chitarrista originale dei Supertramp, Richard Palmer-James.




E infine,  quelle frizzanti, nevrotiche, intimiste di Adrian Belew.

A ben guardare le differenze più rimarchevoli sono tra i testi dei due inglesi contrapposte a quelli dell'americano e riflettono bene il tipico e storico approccio nei confronti degli "argomenti" di un testo rock che esiste in America e in Gran Bretagna. Più mimetico (e sociale) il primo, più portato al fantastico il secondo.

Forse. Ma potrei sbagliare. I testi di Sinfield e di Palmer James sono stati analizzati di più di quelli di Adrian Belew quindi Glauco, in questa seconda puntata di ELEPHANT TALK, sceglie di occuparsi di questi ultimi, più vicini alle cose di tutti i giorni e più direttamente legate alla sensibilità dell'ascoltatore medio. 
Ma Glauco parla anche di "metafora evoluzionistica" espressa nei due bei brani analizzati, Dinosaurs e Eyes Wide Open. Anche la mimesi per diventare arte, ha bisogno di trasfigurazione e di simbolismo. Anche il fantastico, per non degradarsi in allegoria, ha bisogno di mimesis.









giovedì 28 novembre 2013

McHeyre Video Blog 2: Mr. Bruford

Appuntamento con il secondo Video Podcast di Castle McHeyre. 

La scelta questa volta, convinto di farvi cosa gradita, è caduta sull'intervista fatta a Bill Bruford il 14 ottobre 2010. 

Meno di due anni prima il Sig. Bruford aveva annunciato il suo pensionamento al termine di una carriera costellata di stelle, stalle, rock, jazz, progressive, avanguardia, Sovrani dispotici, bradipi e altra varia umanità e aveva pubblicato un libro (auto)biografico oltretutto molto ben riuscito.


Io, con Glauco Cartocci e Giampiero Frattali, da lungo tempo grandi suoi estimatori, stavamo ancora compiangendoci e disperandoci quando improvvisamente mi arrivò la chiamata di una nostra comune e famigerata conoscenza, la quale ci proponeva, grazie ai buoni uffici di Corrado Canonici, agente italiano del Ns. di intervistare il grande batterista e musicista che attraversando la carriera di nostri altri "idoli" come King Crimson, YES, Genesis e molti altri, avevamo seguito da decenni.

Coincidentemente, proprio in quei mesi avevo già pubblicato per radio due speciali dedicati a Bruford ed ero in cerca di qualcosa di davvero speciale per la terza e ultima parte, quella dedicata agli ultimi anni della sua carriera. Con l'intervista era fatta.

Le due settimane successive furono segnate da un intenso e frenetico lavoro tra me e Glauco per decidere cosa chiedergli (si bene .. abbiamo Bruford .. wow ... gli facciamo l'intervista .. wow  .... si .. ma di che ci parliamo ?) non volendo (con nostra presunzione) porgergli le solite domande trite e ritrite che si fanno a tutte le "star". 
Giampiero Frattali, ci diede l'aiuto fondamentale di condurre l'intervista per noi. 

Stabilita la data con l'intervistato e il modo migliore per registrala, avemmo modo di constatare una cosa  di cui avevamo già il sospetto. Ossia che Bruford non è una star ma "solo" una grande musicista e una squisita persona.

Ora, se le domande che ascolterete siano intelligenti o no lo giudicherete voi. Di sicuro le risposte di Mr. Bruford sono sempre interessanti tra fette di storia del rock e aneddoti, raccontati sempre con l'approccio dell'osservatore distaccato. Di uno che è vissuto come pari tra gli dei ma che è sempre rimasto uomo.

Nel montaggio dell'intervista, Glauco Cartocci doppia Bill Bruford ma senza sovrapporlo. 
Qualcuno potrebbe storcere il naso per la lunghezza e ripetizione delle risposte ma la sua voce è così squisitamente radiofonica che ci sembrava un peccato coprirla.

Altri potrebbero obiettare che l'intervista ha ormai tre anni e che quindi è ormai superata ma essendo il documento rivolto al passato e le risposte, di valore umano e temporale, così universali noi non lo pensiamo che sia superata. Le cose raccontate da Bruford hanno nel bene e nel male valore ancora oggi. 
In fondo nello star system e ne mondo reale non è cambiato molto.

Buon ascolto e visione.

Intervista a Bill Bruford del 14 ottobre 2010


Donald McHeyre




lunedì 14 ottobre 2013

Le BBC sessions dei KING CRIMSON

Per la seconda volta Castle Mcheyre ospita un'altra "penna". Si tratta dell'amico Jacopo Muneratti del blog Good Times Bad Times , "compagno di battaglie", zappofilo e assiduo collaboratore del mio programma radiofonico PUNTO D'INCONTRO.

Proprio a PUNTO D'INCNTRO, Jacopo per il nostro tradizionale specialino crimsonico di ottobre, ha rispolverato (in senso non solo figurato) le uniche due (2) session esistenti dei King Crimson fatte per la BBC. Sue sono le ricerche e quanto ne è venuto fuori è un programma radiofonico di un ora andato in onda sabato 12 ottobre su TRS Radio. Per chi se lo fosse perso riproponiamo qui il testo integrale.

Buona lettura:

KING CRIMSON - BBC SESSIONS
di Jacopo Muneratti


[Prima session completa: The Court of the Crimson King / 21st Century Schizoid
Man / I Talk to the Wind. 18:12]



Le due BBC session dei King Crimson sono una curiosità interessante perché, in entrambi i casi, risalgono a prima della pubblicazione ufficiale del primo album. La formazione è, chiaramente, la stessa di “In The Court of the Crimson King”: Robert Fripp, Greg Lake, Ian McDonald,  Michael Giles e Peter Sinfield.  Nel caso della prima session (6 Maggio 1969), parliamo addirittura del primo reperto registrato in assoluto: l’attività dal vivo era infatti cominciata solo il 9 Aprile, meno di un mese prima quindi, e nessuno degli spettacoli precedenti fu registrato dal gruppo (e tantomeno dal pubblico, ignaro di cosa si stesse trovando davanti). Al momento della registrazione della prima session, i King Crimson non erano ancora entrati nei Wessex Sound Studios (la prima session per “In The Court of the Crimson King” risale al 21 Luglio dello stesso anno). 

Non era una cosa inconsueta, all’epoca, che un gruppo registrasse una BBC session senza aver fatto ancora un album. Anzi, a volte i gruppi non avevano nemmeno un contratto discografico al momento della session, e a volte, il loro passaggio in qualche programma della BBC serviva a procurare loro un contratto con qualche casa discografica. Nel 1997, con la pubblicazione del cofanetto “Epitaph”, dedicato all’attività concertistica del 1969, Robert Fripp rilasciò un’intervista alla rivista Perfect Sounds Forever, nella quale, ricordava le registrazioni alla BBC con queste parole: “Nel 1969, alla BBC non piacevano per niente i giovani musicisti che suonavano rock’n’roll. I tecnici del suono si comportarono in maniera ostile con noi e, siccome la nostra musica era comunque “inutile”, non appena era stata mandata in onda, cancellarono i nastri e ci registrarono sopra altra musica. Per questo, la BBC non ha molto di quello che abbiamo registrato nel 1969”. Su questo ultimo punto, ci torneremo più tardi.
Come già detto, questa prima session precede la registrazione del disco di due mesi, e i brani hanno diverse differenze: nel testo, nell’arrangiamento e anche nell’esecuzione che risulta, comprensibilmente, più timida di quelle sull’album.

Registrata ai Maida Vale Studios 4 il 6 Maggio 1969, la session include “The Court of the Crimson King”, “21st Century Schizoid Man” e “I Talk to the Wind”. La sua messa in onda fu cinque giorni dopo (l’11 Maggio quindi), all’interno del programma “Top Gear” condotto da John Peel. Oggi possediamo tutta la session, ma metterla insieme è stato un grande puzzle. La BBC, che come già affermato da Fripp, riutilizzava i nastri per le session, salvò solo “The Court of the Crimson King”. Un altro brano, “21st Century Man” apparve sui bootleg con qualità audio bassa e solo nel 2008 venne trovato un transcription disc contenente quel brano, permettendo così di essere recuperato in qualità audio alta. Per chi non lo sapesse, un transcription disc è un vinile speciale prodotto dalla BBC e spedito all’estero per poter esportare alcuni tipi di programmazione. La presenza dei transcription disc si è rivelata molto utile in tempi recenti, perché ha consentito di recuperare molte session i cui master tape erano andati distrutti. Per questo motivo, in molte pubblicazioni ufficiali, si sente la voce del DJ Bernie Andrews introdurre i brani: Andrews era lo speaker ufficiale in molti di quei dischi. Il terzo brano, “I Talk To The Wind”, rimase nell’oscurità fino al 2007, quando venne recuperata una registrazione intera della puntata di Top Gear dell’11 Maggio 1969 contenente, quindi, anche questa rarissima traccia mancante. La qualità audio di tale registrazione, risulta anche piuttosto buona: non ai livelli degli altri due brani, ma perfettamente nitida e superiore alla qualità audio che aveva “21st Century Man” prima di essere recuperata dal transcription disc. 

In quel periodo, sia Robert Fripp che Ian McDonald tenevano un diario personale aggiornandolo giorno per giorno riguardo alla loro attività. McDonald, sul giorno 6 Maggio del 1969, scrisse: "siamo andati ai Maida Vale Studios alla BBC e abbiamo registrato The Court of the Crimson King, I Talk to the Wind e 21st Century SChizoid man per Top Gear. Direi che è andata piuttosto bene, a parte la voce su I Talk to the Wind".

[Seconda session, quello che si è salvato: Epitaph / Get Thy Bearings. 13:09]

La seconda session del gruppo, venne registrata il 19 Agosto dello stesso anno agli 
stessi studios (Maida Vale 4). Al momento della session, l’album non era ancora 
uscito, ma il grosso era già stato registrato (mancava solo qualche ritocco e la 
produzione) e il nome del gruppo era già moderatamente noto, così come la sua 
attività dal vivo (il merito fu, senza dubbio, della session precedente, oltre che al 
concerto a Hyde Park in apertura ai Rolling Stones, due eventi che gli diedero 
un’esposizione nazionale). La formazione era la stessa e i brani registrati furono 
“The Court of the Crimson King” (ancora una volta), “Epitaph” e “Get Thy 
Bearings”, una cover di Donovan riarrangiata a modo loro che veniva eseguita dal 
vivo in quel periodo e venne trasmessa per la prima volta il 7 Settembre 1969, sempre 
all’interno di “Top Gear” condotto da John Peel, e replicata l’8 Novembre dello 
stesso anno, senza “Get Thy Bearings”. Per questa session, la BBC decise di tenere il 
master tape per “Epitaph”, spedendo dell’oblio il resto. “Get Thy Bearings” 
sopravvive grazie alla registrazione di un fan diligente con un microfono vicino alla 
radio, ed è un prezioso documento, perché il brano non è mai stato pubblicato su 
nessun disco ufficiale (escludendo, ovviamente, le pubblicazioni d’archivio). Di 
questa versione di “The Court of the Crimson King”, invece, ancora nessuna traccia, 
purtroppo. 



Nel Giugno del 2009, durante gli ultimi stadi della preparazione per la 
versione deluxe di “In The Court of the Crimson King”, Sid Smith, il webmaster del 
sito ufficiale dei King Crimson, inserì nel sito un annuncio dicendo che il team stava 
cercando questa particolare versione del brano per poterla includere nel cofanetto. Al 
momento della pubblicazione, vennero incluse “I Talk to the 
Wind” (precedentemente non disponibile ufficialmente) e la versione di “21st 
Century Schizoid Man” presa dal transcription disc (la precedente registrata dalla 
radio apparve sul cofanetto “Epitaph”, assieme agli altri brani della BBC), ma non 
questo brano, facendo pensare, quindi, che la loro ricerca non abbia avuto successo.


Tuttavia, la pagina di diario di Ian MacDonald per il 19 Agosto 1969 recita 
semplicemente: "siamo andati ai BBC studios e abbiamo registrato Epitah e Get Thy 
Bearings", senza menzionare “The Court of the Crimson King” casualmente, il brano 
mancante da questa session. Ci è pervenuta la scaletta per la puntata di Top Gear 
dell’8 Novembre 1969, contenente la replica di questa session e, effettivamente, “The 
Court of the Crimson King” risulta essere stata messa in onda. Ora, sebbene i 
documenti della BBC inseriscano il brano tra quelli registrati, potremmo ipotizzare, 
quindi, che non ci sia mai stata una seconda versione di “The Court of the Crimson 
King”, e che, visto che il master tape era ancora disponibile, i King Crimson abbiano 
riutilizzato la prima versione, per risparmiare tempo. Dopotutto, in molti bootleg 
pubblicati prima di “Epitaph”, appare quella versione del brano con la data del 19 
Agosto. Tuttavia, in Agosto, la prima versione del brano sarebbe risultata obsoleta: 
aveva, infatti, alcune cose nell’arrangiamento e nel testo che, a questo punto, erano 
state definitivamente cambiate. Inoltre, l’errore della data, potrebbe essere stato 
semplicemente della BBC che, vedendo che uno dei due brani che aveva salvato era 
stato registrato anche nella scaletta dell’altro, abbia concluso che provenissero dalla 
stessa session. Purtroppo, oltre alla scaletta della puntata, non ci è giunta la 
registrazione audio della messa in onda e, ora come ora, possiamo solo fare 
congetture, sperando che questo brano, se esiste ancora, prima o poi salti fuori, 
chiarendo ogni dubbio.

John Peel

“In The Court of the Crimson King” uscì finalmente il 10 Ottobre 1969, ma, nonostante tutto sembrasse in discesa, in realtà era in salita. L’ultima data del tour (14 Dicembre 1969 al Fillmore West, pubblicato anche questo su “Epitaph”) fu l’ultima di questa formazione dei King Crimson: infatti, tutti i membri del gruppo (ad eccezione di Fripp e Sinfield) per un motivo o per l’altro erano ben decisi a lasciare il gruppo. Come sappiamo tutti, Fripp convinse almeno Greg Lake e Michael Giles a rimanere per partecipare alle session del secondo album “In The Wake of Poseidon”. Per quanto riguarda la BBC, i King Crimson non si avvalsero più delle session come mezzo pubblicitario (sbagliando, a mio avviso: nel periodo “Lizard” o “Islands” avrebbero potuto beneficiarne non poco), ma Fripp ne registrò una assieme a Brian Eno nel 1973 (che, famosamente, venne erroneamente trasmessa al contrario da John Peel). Per quanto riguarda Peel in persona, mantenne sempre un certo rispetto per i King Crimson, nonostante il suo fastidio verso il progressive rock dopo i primi anni 70, e per Fripp in particolare, che considerava un ottimo sperimentatore e frequentemente faceva ascoltare i suoi dischi alla radio. Purtroppo, non era della stessa opinione per quanto riguarda il gruppo di Greg Lake (i mitici, celeberrimi Emerson, Lake and Palmer): durante il suo programma, lì definì infatti, tra le altre cose, “una perdita completa di tempo, talento ed elettricità” e “un gruppo che io considero, probabilmente, il peggiore di tutti i tempi, il cui materiale è perfino trascendentale nella sua bruttezza” e l’unica volta che trasmise qualcosa di loro, fu quando, per accontentare la richiesta di un ascoltatore che chiedeva un loro brano, trasmise “Lucky Man”… suonando il 33 giri a 78! Ma questa è un’altra storia.