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mercoledì 26 marzo 2014

Cosmo Oro 2: Aarn Munro il Gioviano (ciclo) di John W. Campbell Jr.


COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n.02 1971
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani.
Titoli originali:
THE MIGHTIEST MACHINE (1934)
Traduzione di Stanis La Bruna
THE INCREDIBLE PLANET (1949)
THE INFINITE ATOM (1949)
Traduzione di Olwen Sugden 
In copertina: "Il Satellite" di Antonio Cazzamali.

Dall'introduzione di Riccardo Valla:
Con la morte di John Wood Campbell jr., avvenuta nel luglio 1971 per attacco cardiaco, scompare dalla fantascienza americana una delle sue figure più importanti: una personalità che è stata per quarant’anni in una posizione di primo piano, dapprima come scrittore, successivamente come direttore della più diffusa rivista specializzata: “Astounding Science Fiction”.

Queste poche righe usate da Valla per l’introduzione al libro potrebbero già essere sufficienti per rimarcare l’importanza di Campbell  nella storia della Science Fiction. 


Nel resto dell’introduzione, Valla, si dilunga sui primi racconti pubblicati da Campbell negli anni ‘30 su Amazing Stories di Hugo Gernsback, si sofferma poi sull’importanza di questa pubblicazione e del suo ideatore per lo sviluppo della futura editoria di genere , di che tipo di rivista fosse e perché era così diversa dalle altre, dell’influenza che ha avuto Campbell sui più importanti autori dell’età dell’oro della fantascienza attraverso Austounding e conclude, sul declino di quest’ultima rivista e dell’avvento della FS sociologica.



Oggi un’introduzione del genere potrà apparire didascalica ma bisogna considerare che nel 1971 molte cose non le si poteva dare per scontate. Se pur la FS era ormai presente nel mercato italiano da ormai 20 anni, si cominciava solo in quel periodo (o poco prima) a dargli un supporto critico/storico utile ai lettori per inquadrare gli autori, i movimenti, i  temi, i periodi e i vari tipi di sotto generi della fantascienza inglese e americana .
Di questo le introduzioni alle edizioni della Nord e quelle a cura di Fusco e De Turris per la Fanucci, sono stati fondamentali (oltre alle fanzine) per formare in Italia generazioni di appassionati.

In breve:
Nell’aprile 1926, esce il primo numero di Amazing Stories di Hugo Gernsback. Una data  di importanza storica e sparti traffico tra la proto fantascienza (tutta quella scritta e pubblicata prima di questa data) e la Fantascienza propriamente detta (tutta quella scritta e pubblicata dopo). Tra la proto FS e la restante FS non c’è nessuna differenza, tranne questa distinzione cronologica, oltre alla naturale evoluzione stilistica, contenutistica e tematica avuta nel corso dei decenni.
Amazing Stories è stata la prima rivista specializzata in un tipo di romanzi e racconti a sfondo “scientifico”, fino a quel momento “miscelati” agli altri tipi di storie (weird, fantasy, western, poliziesco ecc) sui pulp magazine.

Tutti i principali autori di proto FS e dei primi anni di Amazing Stories, E.E. Smith, E.R. Burroughs, A. Merritt ecc. hanno influenzato Campbell nella sua narrativa degli anni ’30, quasi del tutto terminata con la sua ascesa ad ottobre del 1937, alla direzione di Astounding Fiction, trasformandola, da una delle più importanti riviste di FS, ai tempi in cui era gestita da Tremaine, alla Rivista di Fantascienza più importante, ricordata, amata (ma anche criticata) come la più influente testata del genere mai esistita. La famosa Età dell’Oro della Fantascienza.

Hugo Gernsback


Insomma, ad un profano, quando gli si nomina la parola fantascienza (tolto il cinema moderno) quello che pur in modo vago e incerto (e magari senza saperlo) gli viene in mente subito è la fantascienza di Campbell e di Astounding Stories.

Che poi è la fantascienza di Asimov, Heinlein, Sturgeon,Van Vogt, del Rey, de Camp, Hubbard (prima di ScieNpiaggini, che segnò il declino della rivista. Ne parleremo tra poco), Simak, Williamson (presente però dagli anni ’30 fino ai giorni nostri) e molti altri.
Quasi tutti autori “scoperti”, cullati e guidati da Campbell e diventati quello che sono attraverso le pagine della rivista in 30 anni di prosperoso regno editoriale.




Poi la fine degli anni ’50 e gli anni ’60. L’avvento della FS sociologica e intellettuale di Phol e Konbluth, di Dick e Ballard, di Sheckley e Vonnegut, di Le Guin ed Aldiss e di riviste come Galaxy e New World


Oltre al cambiato gusto della società e all’evoluzione letteraria del genere, il declino stesso della rivista di Campbell (nel frattempo diventata Analog Science Fiction and Fact) dovuta a motivi interni. Per storie sempre meno trascendentali e sempre più mimetiche, volte a consolidare quanto detto fino a quel momento invece di tentare strade nuove e la teoria para-qualunque cosa sia della Dianetics, inventata e presentata da Ron Hubbard proprio sulle pagine di Astounding e completamente abbracciata dal suo direttore editoriale, tanto da alienarsi troppi lettori e troppi suoi autori pupilli.

Poi Star Wars e Star Trek (quello anni ’90, perché quello degli anni ’60 era ancora molto radicato nel modo Gernsback/Campbell di intendere la FS) .. poi i videogiochi.

Aarn Munro il Gioviano della Nord ci presenta un’antologia di 3 romanzi. E già dalla seconda uscita appare una delle caratteristiche della collana Cosmo Oro. Quella di raccogliere in un unico tomo (o poco più) diversi romanzi o cicli, in origine o in diverse edizioni, pubblicate separatamente. 
Cosa positiva se il volume è rilegato in cartoncino come erano i libri Nord a quel tempo, un poco meno positiva se l’edizione è in brossura come succedeva alla Nord in tempi successivi.

Nonostante tutto quello detto nell’introduzione su Campbell e l’età dell’oro, questo trittico di romanzi ci immerge pienamente nella FS avventurosa degli anni ’30. La Space Opera.

Il ciclo, che nell’originale non è mai intitolato al protagonista, ci trasporta in avventure spaziali che molto devono a E.E. Smith, piene di super scienza, astronavi immense con equipaggi numerosi, battaglie spaziali, pianeti misteriosi.
Campbell era un fisico, e la sua fiducia nell’uso di questo campo della conoscenza, insieme alla chimica, come principali risolutori di tutti i problemi (anche quelli sociali), è quasi commovente.
I personaggi sono abbozzati attraverso i dialoghi spesso (e troppo) pieni di tekno bubble pre trekkiano ma in alcuni momenti, sorprendentemente anche, spigliati e sagaci. Se si superano indenni i primi capitoli del primo romanzo, dove tutti straparlano in tekno bubble, il resto è divertimento assicurato. Non che smettano di parlare ma almeno ogni tanto sono interrotti (per nostra fortuna) da qualche alieno sempre più cattivo e sempre più potente che si presenta con corazzate, incrociatori e super armi.

Poi, inaspettatamente, ci imbattiamo nel primo lungo capitolo del terzo libro. Un piccolo capolavoro che anticipa brillantemente e in modo anche toccante la fantascienza che arriverà nei decenni successivi. Punto di vista ribaltato, analisi sociologica e storica. Personaggi protagonisti (non umani) più profondi e umani di quelli titolari della serie.
Si sente molto la differenza nello stile utilizzato per la descrizione delle cose e per i dialoghi tra il primo romanzo e i successivi due. E il traduttore del primo romanzo, rispetto a chi ha tradotto gli altri due (tutti mondadoriani) non aiuta.


Tutti i romanzi sono “montaggi”  di racconti scritti nella prima metà degli anni ‘30 ma solo “ THE MIGHTIEST MACHINE” fu pubblicato all’epoca su Astounding, in 5 puntate a partire da dicembre 1934.
Ironicamente, al futuro direttore della rivista, gli altri racconti (capitoli) dei successivi due romanzi, vennero rifiutati dal direttore dell’epoca, F. Orlin Tremaine e quindi pubblicati la prima volta, direttamente in volume, nel 1949, quando ormai la FS si era evoluta nella direzione che proprio Campbell aveva contribuito così massicciamente a prendere.

                   


John W. Campbell Jr.
                          



lunedì 3 marzo 2014

Advanced Readings in Dungeons & Dragons




Il 23 dicembre scorso è terminata sul sito della TOR books l'interessantissima serie Advanced Readings in Dungeons & Dragons dove gli autori, Tim Callahan (esperto di comics) e Mordicai Knode (giochi) una volta a settimana si sono cimentati ad analizzare nei confronti di D&D le opere dei seguenti autori e autrici (e tre antologisti): 

Robert H. Howard, Poul Anderson, Sterling E. Lanier, Fritz Leiber, Edgar Rice Burroughs, Jack Vance, August Derleth, Roger Zelazny, L. Sprague de Camp, Fletcher Pratt, Gardner Fox, Andre Norton, Michael Moorcock, Jack Williamson, Lin Carter, John Bellaris, Fred Saberhagen, Frederic Brown, Stanley G. Weinbaum, Manly Wade Wellman, H. P. Lovecraft, A. Merritt, Lord Dunsany, Philip José Farmer, Margaret St. Clair, Andrew Offutt, Leigh Brackett, J.R.R. Tolkien.

giovedì 30 maggio 2013

JACK VANCE ( 28 agosto 1916 - 26 maggio 2013)


E' morto John Holbrook Vance.

E se n'è andato un altro dei grandi Maestri della Fantascienza americana classica. Chi è rimasto ? Frederik Phol, Robert Silverberg, Ursula Le Guin, Tra gli inglesi, Michael Moorcock,  Brian Aldiss ... pochi.

Il novero dei testimoni viventi (e attivi) di un'epoca che se ne va è ormai cortissimo.
Valgono le considerazioni fatte qualche giorno fa sulla scomparsa di  Manzarek e di  Trevor Bolder ma in questo caso nel contesto della letteratura di genere.

Le nuove generazioni li conoscono appena.  A volte solo di nome, spesso neanche questo. Sostituiti da nomi più "moderni" e osannati dalle nuove leve del fandom, ignari di quanto i loro beniamini siano derivativi di quegli altri signori ormai quasi tutti morti.

giovedì 28 febbraio 2013

Michael Kane: L'evoluzione dell'eroe burrogsiano


MICHAEL KANE: Il Guerriero di Marte
Autore: Michael Moorcock
Editrice Nord 1995, pag 358, collana Cosmo Argento 255
Introduzione di P. Nicolazzini. 
Traduzione di Giuseppe Lippi.

Contiene: Warriors of Mars: 1965; Blades of Mars:1965; Barbarians of Mars: 1965



Il volume uscì nell'ormai lontano 1995 per la benemerita  Editrice Nord di un grande della fantascienza in Italia come è Gianfranco Viviani, il quale però non ha mai nascosto l'antipatia per il barbuto scrittore londinese (nessuno è perfetto). Quindi in un periodo di piena decadenza del boom dell'editoria specializzata in fantascienza e fantasy angloamericana avuta negli anni '70 in italia con la già citata Nord di Milano, la prima Fanucci, Ponzoni, La Tribuna, Delta, la LIbra di Ugo Malaguti ecc. Sarà che in quel tempo ero un poco saturo delle (all'epoca) novità  editoriali di questi editori (quelli sopravvissuti), sarà che avevo da poco tempo letto tutta la serie dei romanzi del ciclo marziano di Edgar Rice Burroughs ma io questo volume l'avevo messo direttamente nello scaffale e mai aperto in tutti questi anni. Anche quando ogni tanto andavo a rileggere qualcosa di Moorcock questo volume lo avevo sempre snobbato.