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giovedì 13 novembre 2014

Cosmo Oro 5: Stella Doppia di Robert A. Heinlein


COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n. 05
Prima edizione: Novembre 1972 (ristampato con diverse copertine a giugno 1982 e marzo 1994).
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani.
Titolo originale
DOUBLE STAR (1956)
Traduzione di Riccardo Valla
Copertina italiana prima edizione: Gruppo Ajna.











Quinto appuntamento con i volumi della serie COSMO (oro) della Editrice Nord e per la prima volta dal suo debutto nella serie troviamo un autore già presentato , anche se importante come Heinlein. 
Pur vero che da questo debutto erano passati ormai quasi 3 anni e nel frattempo la Nord non era rimasta con le mani in mano: Ben 21 titoli usciti tra il 1970 e tutto il 1972 nella serie "gemella" argento e 8 nella serie ARCANO che fece da precursore alla più famosa e longeva FANTACOLLANA che a sua volta debutterà nel 1973 insieme a SF Narrativa d'Anticipazione e da li in poi tante altre iniziative. No. La Nord si stava dando molto da fare.
La scommessa era vinta e la formula della Fantascienza in libreria stava avendo successo dando ragione a Viviani ed ai suoi collaboratori.
Se al romanzo "Cittadino della Galassia", spettò il compito di un debutto "facile" con un autore simbolo e maestro del genere, con questo "Stella Doppia" abbiamo la conferma delle qualità del braccio più destro di Campbell.
Come per molti altri titoli, anche Double Star era già stato pubblicato da Ponzoni nel 1957 ma per la versione di lusso la Nord presenterà una traduzione tutta nuova ad opera del compianto Riccardo Valla.

lunedì 28 aprile 2014

Cosmo Oro 3: Stelle come Polvere (Il Tiranno dei Mondi) di Isaac Asimov


COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n. 03
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani
Titolo originale
THE STARS LIKE DUST (1951)
Revisione della traduzione originale (Pietro Leoni) di Renato Prinzhofer.


1951 Isaac Asimov, Doubleday
1972 by Editrice Nord, Via Andrea Doria 48/c - 20124 Milano.Per gentile concessione della Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.

In copertina un dipinto del pittore Antonio Cazzamali.






Siamo appena alla terza uscita per la Serie Cosmo Oro, Heinlein, Campbell e Asimov. 
I tre capisaldi indiscussi e imperituri della fantascienza tutta. Con l’eccezione del volume antologico racchiudente i tre romanzi del ciclo mega spaziale di Campbell, gli altri due, però, non sono opere centrali dei rispettivi autori che faranno successo e fortuna con altro. Sono opere comunque valide, “prestate” alla Nord da altri editori italiani qui in veste editoriale lussuosa in un modo che raramente si era visto per il genere nel nostro paese. La Mondadori che la Nord ringrazia per “Stelle come Polvere”, è il più grande colosso editoriale italiano e il (quasi) primo editore italiano a cimentarsi in questo genere narrativo praticamente tutto straniero e che proprio negli anni di debutto di Urania (1952), si era ormai trasformato nel suo paese di origine da genere PULP, sostanzialmente avventuroso a Narrativa d’Anticipazione sociologica. Da Astounding di Campbell a Galaxy di Gold e Phol.   


Urania elogiò quest’ultima ignorando quasi completamente la prima. Dal punto di vista dei critici e storici stranieri (vedi Michael Ashley) il fatto che in Italia il più grande editore Italiano si cimentava nel genere era un motivo di orgoglio per tutti gli appassionati. Per i solo appassionati italiani, soprattutto col senno di poi, è stato un motivo di freno e ghettizzazione del genere in un paese non facile come il nostro. Lasciamo perdere Giorgio Monicelli (il povero, geniale fratello di Mario) che inventò Urania (erano comunque per noi periodi pioneristici con i limiti e i pregi che ci si può aspettare), onore e stima al povero Giuseppe Lippi che con tenacia e pazienza fa quello che può nel suo ufficio giù nello scantinato tra i bagni e la stanza delle caldaie ma pensate a Fruttero e Lucentini ...... e rabbrividiamo.
Non vorrei far apparire l’editoria italiana di FS divisa solo tra la “poverella” Urania, pubblicazione di un editore di lusso e tra le “lussuose” edizioni della Nord, un editore “poverello”. In mezzo, tanti piccoli editori fecero la loro parte, spesso con orgoglio, come, Fanucci (periodo De Turris/Fusco), La Tribuna di Piacenza  o Ponzoni di Milano ( Monicelli in incognito) con quest’ultima che praticamente è stata la “proto Nord”.

Ma questa è un’altra storia. Resta il problema che per tantissimo tempo a casa nostra la
Fantascienza è stata:
1-solo quel tipo di fantascienza sociologica di Galaxy e compagnia (si, più matura, qualche volta. Si, probabilmente scritta meglio, quasi sempre) ignorando quasi del tutto  gli altri “sotto”: stili, movimenti e periodi.
2-Il genere per troppi anni è stato ghettizzato a “quella cosetta da edicola per ragazzi o per viaggiatori intenti ad ammazzare il tempo fra un treno e l’altro”.

Ironicamente questo succedeva  proprio con quella fantascienza che invece in America era considerata l’evoluzione matura de “l’epoca d’oro campbelliana”, ma soprattutto dell’epoca precedente gernsbechiana la quale in patria era considerata  “quella cosetta da edicola per ragazzi o per viaggiatori intenti ad ammazzare il tempo fra un treno e l’altro”
L’Italia è puntualmente in ritardo.

Ma come dicevo, questa è un’altra storia.




Asimov.
Isaac Asimov.
Nessuna nota biografica avrebbe senso e francamente apparirebbe ridondante metterla qui (anche perché ci pensò lui stesso a fare la cronaca, giorno per giorno, della sua vita).

LO scrittore  di Fantascienza. LO scienziato scrittore di Fantascienza.
L’unico autore di genere ad essere stato accettato dal mainstream rimanendo nel genere (con buona pace di Vonnegut e di Bradbury i quali, il primo, ha dovuto rinunciare al genere, il secondo, per essere accettato dovette farsi addomesticare).


 Si dice che l’unico altro scrittore specializzato che può stargli alla pari per fama e successo sia Clarke ma il paragone è fatto sempre dal punto di vista del mainstream e dovuto a  successi postumi, di altra natura (e aggiungo sopravvalutati). 

Asimov è stato uno degli autori, “scoperti” e cullati da Campbell durante i primi anni della sua gestione di Astounding ma non è stato il principale autore di spicco dei ’40, gli anni dell’età dell’oro a differenza di Heinlein, il quale cominciò a scrivere romanzi pubblicati direttamente in libro qualche anno prima di Asimov. A posteriori resta affascinante raffrontare e analizzare la carriera di entrambi, soprattutto nei primi anni ma qui andremo fuori dal seminato e comunque è stato fatto già molte volte con l’aggiunta anche di Campbell. Diciamo per semplificare (e perdonatemi) che Heinlein è l’autore di SF più importante per gli appassionati, Asimov per tutti gli altri.


The Stars, Like Dust è del 1951. E’ il secondo romanzo di Asimov e il secondo ad essere pubblicato direttamente in volume, contemporaneamente alla pubblicazione a puntata su Galaxy.
E’ un passo importante.
Le riviste di fantascienza cominciarono a declinare proprio per l’evoluzione dell’editoria, dalle riviste passando direttamente al libro. Siamo ancora lontani da Samuel Delany, forse il primo autore di FS ad aver debuttato direttamente su libro ma è ugualmente un passo importante.

La carriera di Asimov cominciò a decollare sul serio proprio con i romanzi pubblicati direttamente su libro e poi con i saggi scientifici. 




Stelle come polvere (o il Tiranno dei Mondi) precede lo strasuccesso della Fondazione, lo precede anche cronologicamente. 
La storia si colloca tra le storie a puzzle dei Robot con le famosissime tre leggi  campbelliane e la Trilogia Galattica con Seldon e il “Mulo”.
E’ una space opera. Di quella più matura e raffinata che altri autori, stavano o staranno per realizzare da li a poco, come Anderson, Dickson, Herbert, ed è intrisa di misteri da indizi tipici della narrativa di Asimov. Ci sono personaggi caratterizzati bene e in modo abbastanza originale (eccetto il protagonista), una “prinicpessa” che non ha bisogno di essere salvata, un cattivo carismatico e “per bene”, colpi di scena, momenti di pura commedia sofisticata che ben miscelati non guastano, il tutto con sfondo un affresco politico militare galattico delineato quanto basta per incuriosire.

Forse il più “leggero” dei tre libri pubblicati fino a quel momento nella collana ma sicuramente il più raffinato.



mercoledì 26 marzo 2014

Cosmo Oro 2: Aarn Munro il Gioviano (ciclo) di John W. Campbell Jr.


COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n.02 1971
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani.
Titoli originali:
THE MIGHTIEST MACHINE (1934)
Traduzione di Stanis La Bruna
THE INCREDIBLE PLANET (1949)
THE INFINITE ATOM (1949)
Traduzione di Olwen Sugden 
In copertina: "Il Satellite" di Antonio Cazzamali.

Dall'introduzione di Riccardo Valla:
Con la morte di John Wood Campbell jr., avvenuta nel luglio 1971 per attacco cardiaco, scompare dalla fantascienza americana una delle sue figure più importanti: una personalità che è stata per quarant’anni in una posizione di primo piano, dapprima come scrittore, successivamente come direttore della più diffusa rivista specializzata: “Astounding Science Fiction”.

Queste poche righe usate da Valla per l’introduzione al libro potrebbero già essere sufficienti per rimarcare l’importanza di Campbell  nella storia della Science Fiction. 


Nel resto dell’introduzione, Valla, si dilunga sui primi racconti pubblicati da Campbell negli anni ‘30 su Amazing Stories di Hugo Gernsback, si sofferma poi sull’importanza di questa pubblicazione e del suo ideatore per lo sviluppo della futura editoria di genere , di che tipo di rivista fosse e perché era così diversa dalle altre, dell’influenza che ha avuto Campbell sui più importanti autori dell’età dell’oro della fantascienza attraverso Austounding e conclude, sul declino di quest’ultima rivista e dell’avvento della FS sociologica.



Oggi un’introduzione del genere potrà apparire didascalica ma bisogna considerare che nel 1971 molte cose non le si poteva dare per scontate. Se pur la FS era ormai presente nel mercato italiano da ormai 20 anni, si cominciava solo in quel periodo (o poco prima) a dargli un supporto critico/storico utile ai lettori per inquadrare gli autori, i movimenti, i  temi, i periodi e i vari tipi di sotto generi della fantascienza inglese e americana .
Di questo le introduzioni alle edizioni della Nord e quelle a cura di Fusco e De Turris per la Fanucci, sono stati fondamentali (oltre alle fanzine) per formare in Italia generazioni di appassionati.

In breve:
Nell’aprile 1926, esce il primo numero di Amazing Stories di Hugo Gernsback. Una data  di importanza storica e sparti traffico tra la proto fantascienza (tutta quella scritta e pubblicata prima di questa data) e la Fantascienza propriamente detta (tutta quella scritta e pubblicata dopo). Tra la proto FS e la restante FS non c’è nessuna differenza, tranne questa distinzione cronologica, oltre alla naturale evoluzione stilistica, contenutistica e tematica avuta nel corso dei decenni.
Amazing Stories è stata la prima rivista specializzata in un tipo di romanzi e racconti a sfondo “scientifico”, fino a quel momento “miscelati” agli altri tipi di storie (weird, fantasy, western, poliziesco ecc) sui pulp magazine.

Tutti i principali autori di proto FS e dei primi anni di Amazing Stories, E.E. Smith, E.R. Burroughs, A. Merritt ecc. hanno influenzato Campbell nella sua narrativa degli anni ’30, quasi del tutto terminata con la sua ascesa ad ottobre del 1937, alla direzione di Astounding Fiction, trasformandola, da una delle più importanti riviste di FS, ai tempi in cui era gestita da Tremaine, alla Rivista di Fantascienza più importante, ricordata, amata (ma anche criticata) come la più influente testata del genere mai esistita. La famosa Età dell’Oro della Fantascienza.

Hugo Gernsback


Insomma, ad un profano, quando gli si nomina la parola fantascienza (tolto il cinema moderno) quello che pur in modo vago e incerto (e magari senza saperlo) gli viene in mente subito è la fantascienza di Campbell e di Astounding Stories.

Che poi è la fantascienza di Asimov, Heinlein, Sturgeon,Van Vogt, del Rey, de Camp, Hubbard (prima di ScieNpiaggini, che segnò il declino della rivista. Ne parleremo tra poco), Simak, Williamson (presente però dagli anni ’30 fino ai giorni nostri) e molti altri.
Quasi tutti autori “scoperti”, cullati e guidati da Campbell e diventati quello che sono attraverso le pagine della rivista in 30 anni di prosperoso regno editoriale.




Poi la fine degli anni ’50 e gli anni ’60. L’avvento della FS sociologica e intellettuale di Phol e Konbluth, di Dick e Ballard, di Sheckley e Vonnegut, di Le Guin ed Aldiss e di riviste come Galaxy e New World


Oltre al cambiato gusto della società e all’evoluzione letteraria del genere, il declino stesso della rivista di Campbell (nel frattempo diventata Analog Science Fiction and Fact) dovuta a motivi interni. Per storie sempre meno trascendentali e sempre più mimetiche, volte a consolidare quanto detto fino a quel momento invece di tentare strade nuove e la teoria para-qualunque cosa sia della Dianetics, inventata e presentata da Ron Hubbard proprio sulle pagine di Astounding e completamente abbracciata dal suo direttore editoriale, tanto da alienarsi troppi lettori e troppi suoi autori pupilli.

Poi Star Wars e Star Trek (quello anni ’90, perché quello degli anni ’60 era ancora molto radicato nel modo Gernsback/Campbell di intendere la FS) .. poi i videogiochi.

Aarn Munro il Gioviano della Nord ci presenta un’antologia di 3 romanzi. E già dalla seconda uscita appare una delle caratteristiche della collana Cosmo Oro. Quella di raccogliere in un unico tomo (o poco più) diversi romanzi o cicli, in origine o in diverse edizioni, pubblicate separatamente. 
Cosa positiva se il volume è rilegato in cartoncino come erano i libri Nord a quel tempo, un poco meno positiva se l’edizione è in brossura come succedeva alla Nord in tempi successivi.

Nonostante tutto quello detto nell’introduzione su Campbell e l’età dell’oro, questo trittico di romanzi ci immerge pienamente nella FS avventurosa degli anni ’30. La Space Opera.

Il ciclo, che nell’originale non è mai intitolato al protagonista, ci trasporta in avventure spaziali che molto devono a E.E. Smith, piene di super scienza, astronavi immense con equipaggi numerosi, battaglie spaziali, pianeti misteriosi.
Campbell era un fisico, e la sua fiducia nell’uso di questo campo della conoscenza, insieme alla chimica, come principali risolutori di tutti i problemi (anche quelli sociali), è quasi commovente.
I personaggi sono abbozzati attraverso i dialoghi spesso (e troppo) pieni di tekno bubble pre trekkiano ma in alcuni momenti, sorprendentemente anche, spigliati e sagaci. Se si superano indenni i primi capitoli del primo romanzo, dove tutti straparlano in tekno bubble, il resto è divertimento assicurato. Non che smettano di parlare ma almeno ogni tanto sono interrotti (per nostra fortuna) da qualche alieno sempre più cattivo e sempre più potente che si presenta con corazzate, incrociatori e super armi.

Poi, inaspettatamente, ci imbattiamo nel primo lungo capitolo del terzo libro. Un piccolo capolavoro che anticipa brillantemente e in modo anche toccante la fantascienza che arriverà nei decenni successivi. Punto di vista ribaltato, analisi sociologica e storica. Personaggi protagonisti (non umani) più profondi e umani di quelli titolari della serie.
Si sente molto la differenza nello stile utilizzato per la descrizione delle cose e per i dialoghi tra il primo romanzo e i successivi due. E il traduttore del primo romanzo, rispetto a chi ha tradotto gli altri due (tutti mondadoriani) non aiuta.


Tutti i romanzi sono “montaggi”  di racconti scritti nella prima metà degli anni ‘30 ma solo “ THE MIGHTIEST MACHINE” fu pubblicato all’epoca su Astounding, in 5 puntate a partire da dicembre 1934.
Ironicamente, al futuro direttore della rivista, gli altri racconti (capitoli) dei successivi due romanzi, vennero rifiutati dal direttore dell’epoca, F. Orlin Tremaine e quindi pubblicati la prima volta, direttamente in volume, nel 1949, quando ormai la FS si era evoluta nella direzione che proprio Campbell aveva contribuito così massicciamente a prendere.

                   


John W. Campbell Jr.
                          



martedì 3 settembre 2013

FREDERIK POHL (26 novembre 1919 - 2 settembre 2013)

Parliamo brevemente di fantascienza ma per una triste notizia.
E' morto Frederik George Pohl Jr., uno dei pochi giganti della SF americana che ancora era rimasto in vita. Anziano, si godeva la pensione dopo decenni di onorata carriera al centro del movimento letterario che contribuì, come scrittore e direttore di rivista, a sdoganare dal cliché di western ai raggi laser , a genere maturo e anticipatore  meritevole di una sua rispettabilità per capacità di idee proposte e  analisi sociale.

Anticipò la fantascienza sociologica degli anni '60 con opere come "The Space Merchants"(1954) e "Gladiator-At-Law"(1955)  prime collaborazioni con il troppo prematuramente scomparso Cyril Konbluth, dove descrivono una società futura dominata dalle multinazionali e dalla pubblicità ... e dagli avvocati.

Seguiranno altre opere, in collaborazione o da solo, dove l'attenzione per i dettagli sociologici e l'impatto sociale degli eventi avrà sempre la sua rilevanza. Satirico, arguto, a tratti feroce, si tratti di descrivere il contatto con razze aliene, o di descrivere l'impatto che le idee hanno sulle persone.

Il suo nome è strettamente legato alla rivista "GALAXY Science Fiction" e al suo direttore H.L. Gold. Una delle più fresche e innovative riviste specializzate capaci di contrastare e in seguito sostituire la visione campbelliana della fantascienza americana.

Tra le sue opere più recenti memorabili le storie incentrate sulla razza degli Heeche, "The Merchants of Venus"(1972), "Gatewey"(1977), "Beyond The Blue Event Horizon"(1981), "Heeche Rendezvous"(1985), e molti racconti brevi.

Oggi la fantascienza moderna, specie quella cinematografica, sembra aver imparato poco dai suoi insegnamenti ma quando raramente fa capolino nelle sceneggiature un pur remota traccia di attenzione sociologica, molto lo si deve a lui.



Donald McHeyre