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venerdì 20 marzo 2015

IL LIBRO DI HYPERBOREA di Clark Ashton Smith

IL LIBRO DI HYPERBOREA
Presentazione


Il Grande Tsathoggua nella sua divina obbrobriosità vi dà il benvenuto in Hyperborea.


Se nei racconti ambientati nella provincia di Averoigne, oppure in altri luoghi, avete conosciuto il Libro di Eibon (il maggiore contributo di CAS al gioco degli pseudobiblia), qui, in Hyperborea, conoscerete il Mago Eibon in persona (e non è come potreste aspettarvelo).
Se in altri luoghi (e scrittori), Grandi Antichi come Tsathoggua, vengono rivelati in frammenti per procura di idoli e di oscuri riferimenti in antichi tomi, qui conoscerete Tsathoggua in persona e i suoi parenti (e non sono come potreste aspettarveli).

Hyperborea rappresenta per CAS il livello successivo (o precedente) della materia fantastica, mostrata solo in brevi squarci del velo della realtà, nei suoi racconti di ambientazione moderna o storica (o pseudo storica), dove qui, invece, nei racconti compresi nel ciclo di Hyperborea, questa materia viene trattata in chiave che oggi definiremo “fantasy (Heroic Fantasy, Sword and Sorcery)”. 
Alla stessa stregua di quanto fatto da Howard Phillips Lovecraft con le sue storie ambientate nel Dreamland, le quali storie, una volta lette, donano a quelle ambientate nel New England un background spesso e profondo, quanto lo sono gli eoni e le dimensioni dell’esistenza, che separano i due diversi tipi di racconti.
Una tecnica che in seguito utilizzerà un modo eccellente Tolkien per la sua trilogia, dove i continui riferimenti archeologici e mitopoetici ad un mondo precedente (quello poi raccolto dal figlio nel Silmarillion, ecc.) donano alla Terra di Mezzo un realistico spessore storico a volte più utile di intere pagine di descrizione, sociale, geografico ecc., alla resa realistica di questo mondo secondario.
Hyperborea (e il Dreamland) rappresenta il Silmarillion del Weird fantasy americano anni’30.
Hyperborea è la mitica, antica terra pre glaciale, dove gli orrori cosmici, che si “limitano” a fare capoccella nell’era moderna, mutano qui da “superstizioni concrete insinuate nel quotidiano” a “concrete realtà del quotidiano”.
Hyperborea è il maggiore contributo di CAS ai Miti del suo amico di penna HPL (anche se in un modo tutto suo, come vedremo tra poco).

Hyperborea è anche il maggior fiasco “commerciale” di CAS.

venerdì 30 gennaio 2015

RACCONTI DI ZOTHIQUE di Clark Ashton Smith

Sviluppo grafico di Glauco Cartocci

Il primo volume di Clark Ashton Smith, Cronache di Averoigne (QUI per i pigri) con il quale si è inaugurata la nuova avventura di McHeyre editore sta andando piuttosto bene ( e dopo la radio e i podcast, speriamo che questa vada meglio). 
Attendo commenti.

Proseguiamo quindi la serie dei "libri ideali" e lo facciamo ancora con CAS e il suo ZOTHIQUE, l'ultimo continente della Terra.

Altri volumi sono in cantiere e non tutti di narrativa.

lunedì 12 gennaio 2015

Clark Ashton Smith - Cronache di Averoigne


Clark Ashton Smith (Aubern, 13 gennaio 1893 - Pacific Grove, 14 agosto 1961), poeta, scrittore, scultore e pittore.
Vissuto quasi sempre nella piccola cittadina di Aubern in California in condizioni economiche sempre precarie, praticamente autodidatta, cresce sotto l'ala protettiva del poeta  George Sterling che gli farà da mentore per il suo debutto nel mondo della poesia con un primo volumetto di poesie, The Star-Treader and Other Poems, all’epoca molto acclamato dalla critica ma con poca fortuna commerciale. Segue poi l’altra raccolta di poesie, nel 1922, Ebony and Crystal.
Proprio nel 1922 diventa membro del circolo letterario (epistolare) del non-solitario di Providence, H.P. Lovecraft, e pur sentendosi soprattutto poeta, accetterà verso la fine degli anni ‘20, per bisogno alimentare, di entrare nella piccola comunità degli scrittori delle riviste popolari specializzate (Weird Tales, principalmente), dove produrrà fino al 1935 piccoli gioiellini di fantastico narrativo, in realtà veri poemi in prosa carichi di quella oscura decadenza francese, tipica, del a lui caro, Baudelaire.
Il decadentismo “Fin de siècle” francese, ma anche quel misconosciuto capolavoro proto moderno che è Vathek di William Beckford, e le derive folcloristiche medio orientali dovute al successo occidentale de “Le Mille e Una Notte”, faranno da base, più che i tradizionali miti celtici-norreni, per l’immaginario fantastico di CAS.
Nel 1933 diventa amico epistolare di Robert Ervin Howard.
I tre (Howard, Lovecraft e Smith), tra racconti pubblicati e "chiacchierate in differita" in forma epistolare, si influenzano a vicenda, creando un genere narrativo e meta narrativo che, all'epoca del tutto ignorato, oggi è imitato e acclamato in tutto il mondo.
CAS, abbandonò il più remunerativo (rispetto alla poesia) settore della narrativa fantastica, depresso e deluso, anche in conseguenza alle premature e tragiche scomparse degli altri due. E come gli altri due, povero in canna per tutta la vita, non pubblicò mai più nessun racconto. Dal 1935, fino alla morte si dedicherà soprattutto alla scultura (celebri, tra gli appassionati, le sue statuette dei Grandi Antichi) e alla pittura, non abbandonando mai il suo primo e vero essere, quello del poeta.
Scomparso nel 1961, fu l'unico dei tre ad assistere all'iniziale boom commerciale in America di Tolkien.

La sua produzione di racconti, poesie e poemi in prosa, con piccole e brevissime eccezioni, non ha mai avuto in comune i personaggi (come per il Conan di R.E. Howard, per intenderci) ma bensì le ambientazioni.
Le quattro ambientazioni più ""frequentate" dai suoi racconti si possono racchiudere in altrettanti "cicli".
Zotique: L'ultimo continente della terra (con il quale CAS ha praticamente inventato il dark fantasy) ispirando, tra gli altri, un altro grande come Jack Vance. Zotique (pronunciare alla francese) è il nome dato da Verlaine e Rimbaud al loro libretto di appunti.
Hyperborea: Il ciclo di racconti più vicini al concetto (non ancora formalizzato all'epoca) di Heroic Fantasy e il maggior contributo di CAS ai Miti dell'altro suo amico di penna, H.P.L.
Poseidonis: L’ultima isola di Atlantide. Il più breve di questi “cicli” e quello, insieme a Hyperborea, più direttamente ispirato al lavoro para letterario-para mistico (o solo para) di Helena Petrovna Blavatsky. 
E in ultimo Averoigne: L'immaginaria provincia francese (in realtà L'Avernia) con una serie di racconti di ambientazione medievale e di umorismo boccacesco, accostabili ai racconti medieval-fantasy del suo contemporaneo, James Branch Cabell, (un Maestro del fantastico,  molto poco conosciuto, editorialmente parlando, in Italia).

Lin Carter, il famoso antologista e scrittore, che insieme a L.S. De Camp, farà fortuna con l’edizione integrale (con molte aggiunte) del Conan di Howard, nella bellissima e fondamentale serie, da lui curata, Ballantine Adult Fantasy, produce quattro raccolte di racconti di CAS. 
Tre di queste, Zotique (1970), Hyperborea (1971), Poseidonis (1973), racchiudono, come si evince dai titoli, principalmente materiale riunito sotto la medesima ambientazione, più qualche aggiunta di “cicli” minori. Xiccarph (1972), tutti gli altri “cicli” rimasti fuori.
Si tratta di compilazioni fatte con materiale canonico e ordinato in ordine cronologico, o dove si poteva (Zotique, Hyperborea), tentare un approccio cronologico dalle evidenze interne delle storie. In queste raccolte restano fuori i frammenti e le sinossi di racconti mai pubblicati (e scritti) in vita da CAS (materiale che in rete, si trova tutto nell’ottimo sito “elditchdark” dedicato a CAS). Per alcune “collaborazioni postume” con CAS, Lin Carter provvederà in altre sedi.
Tra gli appunti di lavoro, trovati dopo la sua morte (nel 1988), si scopre che Carter aveva in cantiere, sempre per la Ballantine, il volume dedicato ad Averoigne che quindi resta, l’ambientazione, inedita, in una sua versione integrale ed esaustiva, al pari delle altre.

E questo è ancora più vero in Italia.

CAS, forse non beneficiando di gente come Glenn Lord, De Camp, Carter (curatori/arraffatori all’eredità di Howard, il più “facile” e “vendibile”, tra moltissime virgolette, rispetto agli altri due), o di una riscoperta critica e filologica “totale” come accaduto al non-solitario di Providence, (che ha trasformato, “un genio tutto da scoprire” nel “più geniale dei dilettanti”), ancora oggi è il meno studiato dei tre principali autori di Weird Fantasy americano, pur essendo stato antologizzato numerose volte nel corso dei decenni.
Di rimando e in proporzione, nel nostro paese, abbiamo “opere integrali” di Howard e Lovecraft, in tutte le salse editoriali, rivalutazioni letterarie, dovute a traduzioni più degne e un apparato critico di tutto rispetto (a partire dal lavoro pioneristico di De Turris-Fusco).
Per Klarkash-Ton tutto questo ancora no. Si c’è qualcosa ma ancora neanche lontanamente paragonabile al lavoro fatto sugli altri due.
Howard, dicevamo, è il più “”””facile”””””, grazie ai suoi “cicli” con unico protagonista. 
I suoi protagonisti sono più “”””facili””””, con il loro proto superoistico aspetto e la loro “filosofia” di vita.
Eppure Lovecraft non è più “facile” di CAS, il quale aveva almeno, una base stilistica e tecnica, più solida del primo, anche se (e questo è un problema per il traduttore), questa stessa, solida base, intrisa di neo parole inglesi para francesistiche, di difficile (per un traduttore), interpretazione, lo rende meno producibile, editorialmente parlando, per una edizione straniera. CAS, come abbiamo già detto e come lui stesso si definiva è stato soprattutto un poeta. E come poeta la sua prima preoccupazione consisteva nell'usare le parole (e quando non esistevano, inventarle) per il loro suono e collocarle nel punto giusto per l'effetto "musicale" globale che voleva ottenere per evocare immagini fantastiche nella mente del lettore e suscitarne emozioni, in modo più istintivo che razionale.

Ma considerazioni stilistiche a parte (e che per il momento non ci sentiamo in grado di affrontare ulteriormente), pensate come sarebbe bello avere in Italia, una serie di volumi dedicati a CAS, di dignità editoriale pari a quelle avute per Lovecraft e Howard.
Zotique, della benemerita Editrice Nord (presa da quella Ballantine a cura di Lin Carter) è l’unica eccezione.
I quattro volumetti (materia per ricerche collezionistiche) edite dalla MEB, imitano, altrettante edizioni antologiche originali americane.
La Fanucci di Gianni Pilo ha pubblicato molto CAS, con traduzioni più che decenti ma con veste e cura editoriale decisamente da biasimare.
Eppure proprio da queste traduzioni (ma con più mezzi e tempo, se ne dovrebbero fare di apposite), prendiamo le mosse per queste versioni italiane “ideali”. 
E cominciando proprio dal “ciclo” mancante. Averoigne.

Un bel volume che potrebbe essere assemblato facilmente con i moderni programmi per computer (tutti open source), mettendo i racconti nell’ordine cronologico interno (ma senza rinunciare, ovviamente, a menzionare le date originali di pubblicazione).

L’ordine dei racconti nel volume sarebbe questo: 
Averoigne (poesia) 1951
1138: Il Fabbricante di Gronde (The Maker of Gargoyles) agosto 1932.
1175: La Santità di Azeradec (The Holiness of Azédarac) novembre 1933.
1281: Il Colosso di Ylourgne (The Colossus of Ylourgne) giugno 1934.
1369: Il Mostro dell'Averoigne (The Beast of Averoigne) maggio 1933.
15° secolo: La Mandragora (The Mandrakes) febbraio 1933.
1550 circa: Un Rendezvous in Averoigne (A Rendezvous in Averoigne) aprile/maggio 1931.
1550: Il Ritrovamento di Venere (The Disinterment of Venus) luglio 1934.
1575: Il Satiro (The Satyr ) 1931(1948 Arkham House) agg. finale alternativo.
Madre di Rospi (Mother of Toads) luglio 1938.
L'Incantatrice di Sylaire (The Enchantress of Sylaire) luglio 1941.
1787 o 1798: La Fine della Storia (The End of The Story) maggio 1930.

Con l’aggiunta in appendice dei frammenti e le sinossi, inedite, che si trovano facilmente in rete (sempre su eldritchdark), alcuni già tradotti, la maggior parte tradotti appositamente e ad impreziosire il tutto, mappe e illustrazioni in tema.

Il volume avrebbe anche una bella copertina e retro copertina, tipo queste:

                  























In questo modo se ne potrebbe realizzare altri di volumi per  altri cicli.

Non sarebbe un bel sogno per tutti gli appassionati italiani ?
Oppure, il sogno, è già, in parte, una bella realtà ?

giovedì 13 novembre 2014

Cosmo Oro 5: Stella Doppia di Robert A. Heinlein


COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n. 05
Prima edizione: Novembre 1972 (ristampato con diverse copertine a giugno 1982 e marzo 1994).
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani.
Titolo originale
DOUBLE STAR (1956)
Traduzione di Riccardo Valla
Copertina italiana prima edizione: Gruppo Ajna.











Quinto appuntamento con i volumi della serie COSMO (oro) della Editrice Nord e per la prima volta dal suo debutto nella serie troviamo un autore già presentato , anche se importante come Heinlein. 
Pur vero che da questo debutto erano passati ormai quasi 3 anni e nel frattempo la Nord non era rimasta con le mani in mano: Ben 21 titoli usciti tra il 1970 e tutto il 1972 nella serie "gemella" argento e 8 nella serie ARCANO che fece da precursore alla più famosa e longeva FANTACOLLANA che a sua volta debutterà nel 1973 insieme a SF Narrativa d'Anticipazione e da li in poi tante altre iniziative. No. La Nord si stava dando molto da fare.
La scommessa era vinta e la formula della Fantascienza in libreria stava avendo successo dando ragione a Viviani ed ai suoi collaboratori.
Se al romanzo "Cittadino della Galassia", spettò il compito di un debutto "facile" con un autore simbolo e maestro del genere, con questo "Stella Doppia" abbiamo la conferma delle qualità del braccio più destro di Campbell.
Come per molti altri titoli, anche Double Star era già stato pubblicato da Ponzoni nel 1957 ma per la versione di lusso la Nord presenterà una traduzione tutta nuova ad opera del compianto Riccardo Valla.

venerdì 13 giugno 2014

Marion Zimmer Bradley e i "talebani" pentiti.

E quindi mi tocca parlare di Marion Zimmer Bradley

Di mio carattere se un autore non mi piace preferisco non parlarne. Se poi si tratta di un'autrice di culto, come in questo caso, preferisco lasciare i suoi seguaci nella loro "illusione". Chi sono io per osare attaccare il loro piccolo mondo, il loro disgusto per qualcosa che per lo più è apprezzato sull'ignoranza di tutto il resto ?

Rimangano nella loro piccola isola.

Ma in questo caso sono gli stessi seguaci ad abbandonare l'isola. 

Il fattaccio sta facendo il giro della comunità web degli appassionati di fantascienza ed è generato da quanto pubblicato 
su questo blog in merito alle dichiarazioni della figlia della scrittrice scomparsa nel 1999.

Se vero, e non abbiamo elementi per dibattere su questo, sono notizie terribili.

La Bradley è una scrittrice con numerosi ammiratori in tutto il mondo. Ha venduto badilate di libri e viene indicata, con nostro somma perplessità, come una delle più importanti, se non la più importante autrice di genere del mondo (Moore, Brackett, Lee, Cherry e Norton, avrebbero da dissentire).

Ora, pare, che a seguito di queste notizie, i suoi seguaci stiano rivedendo i loro "parametri di giudizio". 

Avendole personalmente, le opere della Bradley, sempre considerate, noiose, pretenziose e infarcite di femminismo becero (il femminismo non è becero, è becero il mondo in cui viene trattato dall'autrice con l'aggravante di mascherarlo con pessima FS/Fantasy) non posso che trovarmi d'accordo con loro.

Però trovo anche un gran pena.
Stanno pagando lo scotto del troppo innalzare l'altare all'artista  come conseguenza all'apprezzamento della sua arte. L'idolo si rivela di cartapesta e i suoi miracoli, veri o presunti, sono ridimensionati.

Ripeto sono d'accordo con loro sull'autrice, come non esserlo.
Ma non accetto che siano d'accordo con chi la pensa come me
sulla sua opera, sulla base di simili presupposti.

La Bradley come persona non mi ha mai interessato, perché, ovviamente, direte voi, non mi hanno mai interessato i suoi lavori.
Magari, avendo scoperto che era una pessima persona, al contrario dei suoi seguaci, può suscitarmi una pur qualche, vaga idea, di interesse verso i suoi libri.

Ammiro la musica di Ian Anderson e di Robert Fripp. Sapere che tipi sono non mi sposta di una virgola l'apprezzamento che ho per la loro arte.

Leggere la biografia di Michelangelo Merisi trasforma i suoi capolavori in tele imbrattate ?

Forse sono io quello limitato.

Aiutatemi a capire.








martedì 27 maggio 2014

Cosmo Oro 4: Abisso del Passato di L.S. de Camp/UNKNOWN in Italia.


COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n. 04
1972 (poi ristampato con differente copertina nel 1990)
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani
Titolo originale
LEST DARKNESS FALL (1939 su rivista, 1949 e 1951 in volume)
Traduzione  di Renato Prinzhofer.


In copertina è riprodotta un'opera della pittrice Luciana Matalon












Il romanzo breve si svolge in Italia e soprattutto a Roma durante gli ultimi vagiti del lungo declino dell’impero romano. Per la precisione nel 535 d.c. durante la dominazione ostrogota.

Il protagonista, l’archeologo Martin Padway, durante una visita turistica al Pantheon nel 1938, viene colpito da un fulmine e scagliato in quest’epoca delicata della storia europea, tra il declino della massima civiltà conosciuta  fino a quel momento (in Europa) e l’inizio dell'era oscura e il ritorno alle barbarie (anche se poi Le Goff, in anni successivi dimostrerà che le cose non sono del tutto così).

L'autore non fornisce nessuna spiegazione scientifica, nessun approfondimento sul perché e il come questo avvenga. A de Camp non interessa e non deve interessare nemmeno a noi. 

Padway sfrutta le sue, pur limitate, conoscenze scientifiche di uomo moderno per acquisire sempre più potere e influenza su questa civiltà più arretrata fino a modificare gli eventi della Storia come la conosciamo.

L’autore avrebbe potuto anche ambientare tutto il romanzo nel 20° secolo e come protagonista utilizzare un alieno di una civiltà più progredita tecnologicamente, o anche semplicemente un umano di una civiltà terrestre futura ma la scelta effettivamente utilizzata rende meglio l’effetto che a de Camp interessa davvero, quello della satira, oltre a collocare il romanzo nel novero delle ucronie.
Mark Twain ? Certamente. Però a de Camp non ha mai interessato essere originale e nonostante ciò lui stesso, nel contesto più ampio della "fantascienza" campbelliana, era un originale.


Il più “birichino” degli allievi di Campbell, Lyon Sprague de Camp, nasce il 27 novembre 1907 a New York. Durante la sua prospera e lunga vita (è morto il 6 novembre del 2000) è stato colonna portante della fantascienza e del fantasy sia come antologista e autore di pastiche howardiani, sia come autore di saggi scientifici e letterari, la cui importanza è pari a quella della sua produzione di narrativa. In quest’ultima branca si è distinto nella fantascienza ma soprattutto nel fantasy e di questa è stato uno dei maggiori, se non il maggiore umorista.




Ingegnere e scettico fino al midollo era l’autore perfetto per un progetto che covava nel bocchino di John W. Campbell da qualche tempo.



Heinlein, de Camp e Asimov.
Colleghi di lavoro, in arte e nella vita.
L.S. de Camp, dopo Heinlein, Campbell e Asimov, è il quarto autore presentato nella serie Cosmo Oro.





Quella di De Camp e in particolare  un testo come "Abisso del Passato" sarà apparsa una scelta incongrua in questo contesto. 


Lest Darkness Fall è forse il suo lavoro più famoso. Forse non il migliore e sicuramente non il più divertente. Farà molto, molto di più in collaborazione con Fletcher Pratt, per il ciclo di Harold Shea o da solo con la serie Novarian.

A differenza delle prime tre uscite per la serie Cosmo Oro  qui non ci sono vicende ambientate nel futuro, astronavi, mondi alieni, super scienza o anche solo alta tecnologia.
E’ fantascienza ?  E’ un testo perfetto per UNKNOWN.

UNKNOWN nella sua pur breve esistenza è stata una pietra miliare della fantasy mondiale e “cortile/palestra” per alcuni autori, come Hubbard, Sturgeon, Leiber, Del Rey e lo stesso de Camp a cui i tecnologici confini di Astounding andavano stretti (ma presto, molti autori a cui Astounding calzava perfettamente, come Heinlein, proveranno la sfida stilistica e concettuale della rivista).
UNKNOWN fu da parte di Campbell una risposta al tipo di fantasy creato e diffuso dallo strapotere di Weird Tales e allo stesso tempo, involontariamente, una risposta all’emergente ondata tolkiana d’oltre oceano. Fin dal suo debutto fece subito molto successo e con rimpianto di tutti la rivista fu chiusa solo per il razionamento della carta dovuto al periodo dell’entrata in guerra degli Stati Uniti nel confitto mondiale degli anni ’40.
La rivista debuttò nel 1939. Lo Hobbit era stato pubblicato in Inghilterra nel 1937. La trilogia dell’anello è del '54/'55, quando ormai UNKNOWN non usciva più. Ma negli STATI UNITI il boom tolkiano come vera e propria moda arriverà solo negli anni’60 con il successo dell’edizione in paperback.

In America, tra il tipo di Fantasy degli anni '20 e '30 alla Weird Tales (Howard, C.A. Smith, Lovecraft, C.L. Moore, Kuttner ecc.) e quello degli epigoni di Tolkien dagli anni '60 (da Brooks all’infinito) in poi, la Fantasy alla UNKNOWN si colloca a colmare quello che altrimenti sarebbe un vuoto storico.
Questo tipo di Fantasy è estremamente razionale. Poggia su basi “scientifiche” e si presta molto alla satira e all’umorismo. L’ambientazione di partenza e i suoi protagonisti appartengono per lo più alla nostra epoca. Condivide con il meno razionale, umoristico (ma non meno seducente) e più cupo fantasy alla Weird Tales la struttura del romanzo breve e del racconto, essendo pubblicato anch’esso su rivista. Il concetto di infinitelogie a imitazione della TRILOGIA dell’Anello, tipico degli epigoni tolkiani, dovuto anche alle pubblicazioni direttamente in volume, è ancora molto lontano e diventerà, questa differente struttura, uno dei motivi di dibattito tra gli appassionati del genere, specie per quelli convinti che Tolkien abbia inventato il genere (e magari i Beatles il resto dell'universo).



martedì 13 maggio 2014

HANS RUEDI GIGER

Ieri, all'eta di 74 anni è morto Hans Ruedi Giger, pare per una caduta traumatica.

Chissà quanto verranno valutate adesso le mie copie del
Necronomicon 1 e 2 della Taschen (già costose in vita sua).

Cinico ?
Di cattivo gusto ?

Però molto coerente con la sua "filosofia di vita".

Non era una persona "amabile".
Non era quel che si dice una persona raccomandabile.
Forse non era neanche una persona.

Sicuramente un genio. Nel gusto (di alcuni) e nel disgusto (di altri).

La sua carriera artistica, geniale, sregolata e pericolosa sarebbe già di suo materia per una serie di romanzi horror già illustrato fra l'altro. 
La sua carriera cinematografica è legata ai tempi in cui gli effetti speciali erano frutto di geniale atigianato e lo vogliamo ricordare per questo.


lunedì 10 marzo 2014

Mc Video Blog ELEPHANT TALK 2, KING CRIMSON, La Metafora Evoluzionistica


La seconda puntata di Elephant Talk è dedicata ai King Crimson. Entità musicale filosofica, a me e Glauco particolarmente cara.

La puntata andò in onda la prima volta a PUNTO D'INCONTRO il 26 marzo 2011 ... sembra tanto tempo fa.


Sui King Crimson sono stati scritti i proverbiali fiumi d'inchiostro e nonostante questo non è abbastanza. 
Parlo di cose estere, ovviamente. 
In Italia siamo, come in tutto il resto, molto indietro con lo stato degli studi crimsoniani, in un modo quasi imbarazzante.



Ci fa piacere e ci da speranza l'uscita recente del libro di Donato Zoppo per i tipi dell'Arcana, nella collana TXT e ne riparleremo senza ombra di dubbio appena lo avrò letto.

La quantità di materiale di studio è talmente tanta e di tale portata e varietà che ogni aspetto della regale e alchemica creatura necessita trattati a se.
Chissà se, quando inventò il nome, Sinfield avrebbe immaginato tutto questo.

Analisi degli album, delle copertine, dei singoli brani, del simbolismo alchemico ed esoterico del "significato" tra Re Cremisi e Cremisi Re, immancabili (e certosine) biografie, analisi storiche musicali medioevali europee e orientali, rapporto tra musica sufi turca e musica rock occidentale, analisi dei testi.
E di tipologie di testi ce ne sono ben tre.

Quelli, appunto, simbolici, alchemici ed esoterici di Peter Sinfield, che molte scuole di pensiero (non a torto) vogliono considerare come le uniche effettivamente inerenti ai significati del Re  Cremisi. 



Quelle riflessive (e oscure) del chitarrista originale dei Supertramp, Richard Palmer-James.




E infine,  quelle frizzanti, nevrotiche, intimiste di Adrian Belew.

A ben guardare le differenze più rimarchevoli sono tra i testi dei due inglesi contrapposte a quelli dell'americano e riflettono bene il tipico e storico approccio nei confronti degli "argomenti" di un testo rock che esiste in America e in Gran Bretagna. Più mimetico (e sociale) il primo, più portato al fantastico il secondo.

Forse. Ma potrei sbagliare. I testi di Sinfield e di Palmer James sono stati analizzati di più di quelli di Adrian Belew quindi Glauco, in questa seconda puntata di ELEPHANT TALK, sceglie di occuparsi di questi ultimi, più vicini alle cose di tutti i giorni e più direttamente legate alla sensibilità dell'ascoltatore medio. 
Ma Glauco parla anche di "metafora evoluzionistica" espressa nei due bei brani analizzati, Dinosaurs e Eyes Wide Open. Anche la mimesi per diventare arte, ha bisogno di trasfigurazione e di simbolismo. Anche il fantastico, per non degradarsi in allegoria, ha bisogno di mimesis.









lunedì 3 marzo 2014

Advanced Readings in Dungeons & Dragons




Il 23 dicembre scorso è terminata sul sito della TOR books l'interessantissima serie Advanced Readings in Dungeons & Dragons dove gli autori, Tim Callahan (esperto di comics) e Mordicai Knode (giochi) una volta a settimana si sono cimentati ad analizzare nei confronti di D&D le opere dei seguenti autori e autrici (e tre antologisti): 

Robert H. Howard, Poul Anderson, Sterling E. Lanier, Fritz Leiber, Edgar Rice Burroughs, Jack Vance, August Derleth, Roger Zelazny, L. Sprague de Camp, Fletcher Pratt, Gardner Fox, Andre Norton, Michael Moorcock, Jack Williamson, Lin Carter, John Bellaris, Fred Saberhagen, Frederic Brown, Stanley G. Weinbaum, Manly Wade Wellman, H. P. Lovecraft, A. Merritt, Lord Dunsany, Philip José Farmer, Margaret St. Clair, Andrew Offutt, Leigh Brackett, J.R.R. Tolkien.