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giovedì 11 dicembre 2014

MOD Vita pulita in circostanze difficili


Veste elegante. Più di quanto le finanze di questo giovane londinese (quasi un ragazzino ancora) possano permettergli. Questa sua ricercatezza nel vestire viene coperta da un incongruente parka, molto utile invece nel clima di una giornata tipica della piccola isoletta albionica.  Va in giro con un mezzo di locomozione a due ruote di fabbricazione italiana con il quale duella contro i più potenti motori usati dai Rocker vestiti di pelle nera, amanti invece dell'estetica americana degli anni '50.
Si fa di anfetamina per darsi coraggio, tra gli amici, per rimorchiare una ragazza, per scappare da un bobby, per scappare dal malessere sociale fatto di povertà e ingiustizie sociali, storicamente sempre presenti nel cuore dell'ex impero o semplicemente dal malessere creato dall'ancor più storico contrasto generazionale tra genitori e figli.

martedì 13 maggio 2014

HANS RUEDI GIGER

Ieri, all'eta di 74 anni è morto Hans Ruedi Giger, pare per una caduta traumatica.

Chissà quanto verranno valutate adesso le mie copie del
Necronomicon 1 e 2 della Taschen (già costose in vita sua).

Cinico ?
Di cattivo gusto ?

Però molto coerente con la sua "filosofia di vita".

Non era una persona "amabile".
Non era quel che si dice una persona raccomandabile.
Forse non era neanche una persona.

Sicuramente un genio. Nel gusto (di alcuni) e nel disgusto (di altri).

La sua carriera artistica, geniale, sregolata e pericolosa sarebbe già di suo materia per una serie di romanzi horror già illustrato fra l'altro. 
La sua carriera cinematografica è legata ai tempi in cui gli effetti speciali erano frutto di geniale atigianato e lo vogliamo ricordare per questo.


mercoledì 26 marzo 2014

Cosmo Oro 2: Aarn Munro il Gioviano (ciclo) di John W. Campbell Jr.


COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n.02 1971
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani.
Titoli originali:
THE MIGHTIEST MACHINE (1934)
Traduzione di Stanis La Bruna
THE INCREDIBLE PLANET (1949)
THE INFINITE ATOM (1949)
Traduzione di Olwen Sugden 
In copertina: "Il Satellite" di Antonio Cazzamali.

Dall'introduzione di Riccardo Valla:
Con la morte di John Wood Campbell jr., avvenuta nel luglio 1971 per attacco cardiaco, scompare dalla fantascienza americana una delle sue figure più importanti: una personalità che è stata per quarant’anni in una posizione di primo piano, dapprima come scrittore, successivamente come direttore della più diffusa rivista specializzata: “Astounding Science Fiction”.

Queste poche righe usate da Valla per l’introduzione al libro potrebbero già essere sufficienti per rimarcare l’importanza di Campbell  nella storia della Science Fiction. 


Nel resto dell’introduzione, Valla, si dilunga sui primi racconti pubblicati da Campbell negli anni ‘30 su Amazing Stories di Hugo Gernsback, si sofferma poi sull’importanza di questa pubblicazione e del suo ideatore per lo sviluppo della futura editoria di genere , di che tipo di rivista fosse e perché era così diversa dalle altre, dell’influenza che ha avuto Campbell sui più importanti autori dell’età dell’oro della fantascienza attraverso Austounding e conclude, sul declino di quest’ultima rivista e dell’avvento della FS sociologica.



Oggi un’introduzione del genere potrà apparire didascalica ma bisogna considerare che nel 1971 molte cose non le si poteva dare per scontate. Se pur la FS era ormai presente nel mercato italiano da ormai 20 anni, si cominciava solo in quel periodo (o poco prima) a dargli un supporto critico/storico utile ai lettori per inquadrare gli autori, i movimenti, i  temi, i periodi e i vari tipi di sotto generi della fantascienza inglese e americana .
Di questo le introduzioni alle edizioni della Nord e quelle a cura di Fusco e De Turris per la Fanucci, sono stati fondamentali (oltre alle fanzine) per formare in Italia generazioni di appassionati.

In breve:
Nell’aprile 1926, esce il primo numero di Amazing Stories di Hugo Gernsback. Una data  di importanza storica e sparti traffico tra la proto fantascienza (tutta quella scritta e pubblicata prima di questa data) e la Fantascienza propriamente detta (tutta quella scritta e pubblicata dopo). Tra la proto FS e la restante FS non c’è nessuna differenza, tranne questa distinzione cronologica, oltre alla naturale evoluzione stilistica, contenutistica e tematica avuta nel corso dei decenni.
Amazing Stories è stata la prima rivista specializzata in un tipo di romanzi e racconti a sfondo “scientifico”, fino a quel momento “miscelati” agli altri tipi di storie (weird, fantasy, western, poliziesco ecc) sui pulp magazine.

Tutti i principali autori di proto FS e dei primi anni di Amazing Stories, E.E. Smith, E.R. Burroughs, A. Merritt ecc. hanno influenzato Campbell nella sua narrativa degli anni ’30, quasi del tutto terminata con la sua ascesa ad ottobre del 1937, alla direzione di Astounding Fiction, trasformandola, da una delle più importanti riviste di FS, ai tempi in cui era gestita da Tremaine, alla Rivista di Fantascienza più importante, ricordata, amata (ma anche criticata) come la più influente testata del genere mai esistita. La famosa Età dell’Oro della Fantascienza.

Hugo Gernsback


Insomma, ad un profano, quando gli si nomina la parola fantascienza (tolto il cinema moderno) quello che pur in modo vago e incerto (e magari senza saperlo) gli viene in mente subito è la fantascienza di Campbell e di Astounding Stories.

Che poi è la fantascienza di Asimov, Heinlein, Sturgeon,Van Vogt, del Rey, de Camp, Hubbard (prima di ScieNpiaggini, che segnò il declino della rivista. Ne parleremo tra poco), Simak, Williamson (presente però dagli anni ’30 fino ai giorni nostri) e molti altri.
Quasi tutti autori “scoperti”, cullati e guidati da Campbell e diventati quello che sono attraverso le pagine della rivista in 30 anni di prosperoso regno editoriale.




Poi la fine degli anni ’50 e gli anni ’60. L’avvento della FS sociologica e intellettuale di Phol e Konbluth, di Dick e Ballard, di Sheckley e Vonnegut, di Le Guin ed Aldiss e di riviste come Galaxy e New World


Oltre al cambiato gusto della società e all’evoluzione letteraria del genere, il declino stesso della rivista di Campbell (nel frattempo diventata Analog Science Fiction and Fact) dovuta a motivi interni. Per storie sempre meno trascendentali e sempre più mimetiche, volte a consolidare quanto detto fino a quel momento invece di tentare strade nuove e la teoria para-qualunque cosa sia della Dianetics, inventata e presentata da Ron Hubbard proprio sulle pagine di Astounding e completamente abbracciata dal suo direttore editoriale, tanto da alienarsi troppi lettori e troppi suoi autori pupilli.

Poi Star Wars e Star Trek (quello anni ’90, perché quello degli anni ’60 era ancora molto radicato nel modo Gernsback/Campbell di intendere la FS) .. poi i videogiochi.

Aarn Munro il Gioviano della Nord ci presenta un’antologia di 3 romanzi. E già dalla seconda uscita appare una delle caratteristiche della collana Cosmo Oro. Quella di raccogliere in un unico tomo (o poco più) diversi romanzi o cicli, in origine o in diverse edizioni, pubblicate separatamente. 
Cosa positiva se il volume è rilegato in cartoncino come erano i libri Nord a quel tempo, un poco meno positiva se l’edizione è in brossura come succedeva alla Nord in tempi successivi.

Nonostante tutto quello detto nell’introduzione su Campbell e l’età dell’oro, questo trittico di romanzi ci immerge pienamente nella FS avventurosa degli anni ’30. La Space Opera.

Il ciclo, che nell’originale non è mai intitolato al protagonista, ci trasporta in avventure spaziali che molto devono a E.E. Smith, piene di super scienza, astronavi immense con equipaggi numerosi, battaglie spaziali, pianeti misteriosi.
Campbell era un fisico, e la sua fiducia nell’uso di questo campo della conoscenza, insieme alla chimica, come principali risolutori di tutti i problemi (anche quelli sociali), è quasi commovente.
I personaggi sono abbozzati attraverso i dialoghi spesso (e troppo) pieni di tekno bubble pre trekkiano ma in alcuni momenti, sorprendentemente anche, spigliati e sagaci. Se si superano indenni i primi capitoli del primo romanzo, dove tutti straparlano in tekno bubble, il resto è divertimento assicurato. Non che smettano di parlare ma almeno ogni tanto sono interrotti (per nostra fortuna) da qualche alieno sempre più cattivo e sempre più potente che si presenta con corazzate, incrociatori e super armi.

Poi, inaspettatamente, ci imbattiamo nel primo lungo capitolo del terzo libro. Un piccolo capolavoro che anticipa brillantemente e in modo anche toccante la fantascienza che arriverà nei decenni successivi. Punto di vista ribaltato, analisi sociologica e storica. Personaggi protagonisti (non umani) più profondi e umani di quelli titolari della serie.
Si sente molto la differenza nello stile utilizzato per la descrizione delle cose e per i dialoghi tra il primo romanzo e i successivi due. E il traduttore del primo romanzo, rispetto a chi ha tradotto gli altri due (tutti mondadoriani) non aiuta.


Tutti i romanzi sono “montaggi”  di racconti scritti nella prima metà degli anni ‘30 ma solo “ THE MIGHTIEST MACHINE” fu pubblicato all’epoca su Astounding, in 5 puntate a partire da dicembre 1934.
Ironicamente, al futuro direttore della rivista, gli altri racconti (capitoli) dei successivi due romanzi, vennero rifiutati dal direttore dell’epoca, F. Orlin Tremaine e quindi pubblicati la prima volta, direttamente in volume, nel 1949, quando ormai la FS si era evoluta nella direzione che proprio Campbell aveva contribuito così massicciamente a prendere.

                   


John W. Campbell Jr.
                          



venerdì 28 febbraio 2014

Ma da che parte è l'ovest ? Rocchettari inglesi alla conquista del west !


Il western. 
Il genere dei generi. 
Il genere di superficie che può rivestire, come un abito comodo, tutti gli altri generi. Fantascienza, horror, commedia, detective story ecc ecc.

Questo abito comodo, questa superficie è un luogo geografico, reale e immaginario, talmente popolare per cui i suoi personaggi iconici (cowboy, sceriffi, "indiani", banditi), i suoi miti (sfide, duelli, inseguimenti, rapine, partite  a poker) e i  suoi scenari e strumenti (staccionate, polvere, pistole a tamburo, cavalli, stelle di metallo, carte francesi, cappelli, stivali) non hanno bisogno di essere "mediati" per far riconoscere subito l'ambientazione e l'epoca storica.
Lo dimostra il milione di cose "western"  esistenti. Il milione di film, telefilm, fumetti, parodie, circhi e musiche che usano l'immaginario western come sfondo.
Il "western" è talmente iconico da rendere immaginario anche il "west" reale. 
Simbolo di se stesso. Meta di sogni, speranze, viaggi.

Potevano i rokkettari più immaginativi di tutti, quelli britannici degli anni 60 e 70 ignorare il western ? Il rock britannico non ha in fondo per gran parte della sua storia guardato ad ovest ? E per molti  dei suoi aspetti fondamentali non si è forgiato prendendo da quanto succedeva ad ovest ? 
Pensate alla loro versione del jazz, del blues di Chicago, della contro cultura californiana, del minimalismo. Pensate alla British Invasion.

Sabato 1° marzo alle ore 17 su TRS Radio insieme a Glauco Cartocci (che ritorna dopo una troppa lunga assenza) a PUNTO D'INCONTRO, vi parleremo di alcuni musicisti britannici tra coloro che hanno usato la loro arte per raccontarci il loro western, immaginario, reale, simbolico che sia. Usando la musica per raccontare una delle più grandi tragiche e gloriose epopee della storia dell'umanità.



domenica 21 luglio 2013

Camminare con te ...... sulla luna.


Lo sbarco effettuato dall'astronave Apollo 11, il 20 luglio 1969 sulla Luna, il satellite naturale del pianeta chiamato con così poca fantasia dai suoi abitanti, "Terra", cominciò con espressioni di incredulo stupore sui visi della squadra nominata per la prima esplorazione del sasso rotante più conosciuto da poeti, artisti e mitografi. 
L'ufficiale al comando Neil Armstrong, era in procinto di porre il suo primo "piedone", taglia 70 della tuta di sopravvivenza, sul suolo selenita e a pronunciare una frasetta scritta malamente con biro sul "polsone" del suo "guantone"  la cui composizione aveva occupato tutti i suoi pensieri per tutto il tragitto dalla base di lancio fino allo sbarco, quando improvvisamente dall'intercom cominciò ad uscire un flusso di suoni cacofonici e stordenti che lo fecero inciampare dalla scaletta di sbarco e finire, per forza gravitazionale lunare, lungo disteso 20 metri più avanti. 
L'altro ufficiale selezionato per la missione esplorativa, Edwin Eugene Aldrin Jr, che in quel momento si trovava proprio dietro di lui, due gradini più su, nel tentativo fallito di afferralo ottenne come unico effetto di ritrovarsi improvvisamente a testa in giù a guardare il fondoschiena del suo ufficiale superiore allontanarsi dritto e preciso, a 5 metri dal suolo, come uno squalo che nuotasse dritto nell'oceano puntado la sua preda. 

martedì 16 luglio 2013

The Story Of The Hare Who Lost His Spectacles


Come corollario ai due articoli dedicati all'album A Passion Play qui sul blog e sui Chateau d'Isaster Tapes nel blog di Jacopo, pubblico una molto interessante e del tutto peregrina analisi dei contenuti tematici del testo fatta dall'amico Giampiero Frattali.


martedì 25 giugno 2013

Richard Matheson (20 febbraio 1926 - 23 giugno 2013)

Sono sempre di meno ....


LE MONTAGNE DELLA FOLLIA

Come corollario alla recensione del volume Cuore di Ghiaccio che potrete trovare qui , trattiamo adesso del romanzo originale che ha ispirato Alan Moore e Kevin O'Neill nella loro ultima fatica e del continente Antartico che ne fa da magnifico sfondo.

Il fascino del romanzo non smette ancora oggi di ispirare altri, attraverso fumetti, corto metraggi animati, illustrazione e quant'altro.  


Esplorazione e avventura ai confini del mondo. Mysteri geologici, archeologici e biologici. Pericoli naturali e "folli". Tutti elementi che ci auspichiamo di trovare nel film di Guillermo del Toro e James Cameron, a prescindere da Tom Cruise, ma la mancanza di fondi sembra ormai aver arenato il progetto per il momento.

mercoledì 1 maggio 2013

W.H. HODGSON, IL MARINAIO DELL'IGNOTO


A 95 anni dalla sua scomparsa ricordiamo la vita e le opere di uno dei grandi Maestri del fantastico, William Hope Hodgson (Essex, 15 novembre 1877-Ypres, 17 o 19 aprile 1918). 
Marinaio, fotografo, atleta, scrittore soldato e sognatore.

Hope fa parte di quella schiera di grandi autori fantastici che a cavallo tra il XIX° e il XX° secolo trasformarono la narrativa fantastica, fino a quel momento quasi tutta solo principalmente estetica o principalmente didattica, nella narrativa come la conosciamo oggi creando capolavori immortali e "moderni" punto di riferimento di ogni media che si cimenti con il fantastico, il meraviglioso, l'insolito e la fantascienza. Autori come Conan Doyle, Arthur Machen, Algernon Blackwood, Robert Chambers, Bram Stoker, M.R. James, M.P. Shiel, Max Beerbhom, W.B. Yeats, Edward Plunkett (solo per citarne alcuni). Tra questi William Hope Hodgson si ritagliò sin da subito lo spazio che merita nonostante la sua giovane età e la sua brevissima carriera e ancora oggi giustamente e continuamente ricordato e ristampato.
La sua stessa vita potrebbe essere soggetto di un film.

lunedì 29 aprile 2013

Dr. Quatermass, pomeriggio con razzi e alieni


Ieri non mi andava di leggere niente ne di ascoltare nessun disco (capita!) ne di fare alcunché (aprile dolce dormire) quindi per ammazzare il tempo ne ho approfittato di rivedermi tutta la trilogia cinematografica del Dottor Bernard Quatermass, targata Hammer


Il personaggio è creatura di Nigel Kneale (1922-2006) e risale il suo debutto al 1953. Le sue storie sono state ridotte in ogni media possibile ma originariamente erano presentate come serie televisiva dalla BBC diventando presto uno dei personaggi della SF più popolari al mondo. 
Nigel Kneale nel 1990
Mentre i romanzi, adattati o originali, si vendono ancora come panini (almeno nel mondo anglofono) la serie televisiva è stata per gran parte vittima delle "purghe inglesi" ma la sua importanza resta sia per la popolarità riscontrata subito da pubblico e ancora viva, sia per l'influenza che ha avuto su serie successive come Il Dottore (who) e con la quale si era tentato anche di fare degli spin off e Zaffiro & Acciaio.

Kneale era famoso per non aver mai accettato completamente come adatto quasi nessuno dei numerosi attori che si sono succeduti nell'interpretare il battagliero scienziato esperto di missilistica contro gli alieni di turno intenti a fare qualcosa alla Terra ed ai suoi abitanti. In particolare non ha mai accettato le versioni Hammer dirette da Val Guest del suo personaggio e in particolare l'attore americano Brian Donlevy che lo ha reso celebre tra chi non ha mai potuto seguire i serial televisivi o i radiodrammi.

La trilogia della Hammer è la versione cinematografica di storie precedentemente apparse nei serial della BBC ed è disponibile da anni in un grazioso cofanetto di 3 DVD, si compone di:

L'Astronave Atomica del dottor Quatermass (The Quatermass Xperiment) del 1955, I Vampiri dello Spazio (Quatermass 2) del 1957. Entrambi diretti da Val Guest con Brian Donlevy. Prodotti da una Hammer precedente ai grandi successi ipercolorati degli anni '60 con Peter Cushing e Christopehr Lee ma sono due filmetti graziosi con un ottimo ritmo ed effetti speciali che fanno "tenerezza".

Brian Donlevy
Nel primo vediamo Quatermass e la sua equipe collaborare con l'ispettore di polizia Lomax ne tentativo di sventare le conseguenze del primo viaggio spaziale del governo britannico degli anni '50 (questa si fantascienza). Nel secondo Quatermass intento a riprovarci ideando un progetto per una base lunare (prima di Jerry Anderson) vede le sue idee frustrate da alieni molto lovecraftiani in un film molto meno "di indagini" del primo ma più "action" nonostante la presenza anche qui dell'Ispettore Lomax (interpretato da un altro attore).

Andrew Keir (sinistra)
Nel 1967 (altra epoca altro stile) la Hammer ritorna sul personaggio con Quatermass and the Pit (L'Astronave degli esseri perduti) diretto da Roy Ward Baker con il barbuto Andrew Keir nella parte di un più "umano" e sensibile Quatermass. 
Questo 3° film, spesso tralasciato a favore dei due precedenti, pur rimanendo sul tema degli alieni viene persuaso di atmosfere nere e orrorifiche (la Hammer ormai era diventata LA Hammer), dando delle suggestive (e molto lovecraftiane) teorie "scientifiche" sul fenomeno del diavolo e degli spettri con un risultato che ancora oggi intriga molto lo spettatore. Unico neo dei militari troppo macchiettisticamente ottusi da stridere troppo con l'atmosfera cupa e "seria" del film.

In conclusione tre film ancora oggi piacevoli ed intriganti da gustarsi in un pomeriggio sonnacchioso con quel fascino tutto particolare che hanno certe produzioni britanniche degli anni '50 e '60.





Quatermass ha ispirato anche un "famoso" gruppo di progressive britannico degli anni '70:




Donald McHeyre












lunedì 22 aprile 2013

KIKI, consegne a domicilio, ovvero: In quella città ci voglio vivere.


Questa volta un post leggero come il film di cui andiamo a parlare.
Leggero ma per nulla superficiale.
KIKI Consegne a Domicilio del grande regista e cartoonist, Hayao Miyazaki.

Ne parliamo perché il 24 di aprile "esce" nelle solite 4 sale (o stanzette) italiane.
Non è il nuovo film di Miyazaki come la scritta in locandina potrebbe far pensare essendo dell'ormai lontano 1989 e quindi molto precedente al premio Oscar (non trovo il tasto con il simbolo del copyright) La Città Incantata (ma il nuovo film c'è ed è in arrivo ... e parla di aviazione).

lunedì 15 aprile 2013

SHANGHAI DEVIL

SHANGHAI DEVIL
di Gianfranco Manfredi e disegnatori vari.
Sergio Bonelli Editore.
Mini serie di 18 numeri in uscita mensile da ottobre 2011 a marzo 2013.


Il mese scorso dopo 18 mesi di vita editoriale si è conclusa la miniserie SHANGHAI DEVIL.
Terza serie in assoluto di Gianfranco Manfredi per la Bonelli. Le altre due ovviamente sono  le bellissime Magico Vento e Volto Nascosto. Di quest’ultima, Shangai Devil è il proseguimento e testamento.
E io mi sono letto tutti i 18 numeri uno dietro l’altro negli ultimi 10 giorni. Si è così .. le serie, si tratti di fumetti o di telefilm non riesco proprio a seguirle una puntata per volta con la giusta attesa settimanale (nel caso dei fumetti Bonelli, addirittura mensile .. brrr ) tra una puntata e l’altra. Preferisco aspettare che termini, rischiando di comprare a scatola chiusa una ciofeca, per fruirmela tutta e tutta d’un fiato. Solo così riesco ad assorbirla ... sarà un mio limite.

In Shangai Devil ritroviamo Ugo Pastore, uno dei personaggi più profondi e complessi degli ultimi anni dopo le vicende che lo vedevano cooprotagonista della prima serie, Volto Nascosto.

Come in Volto Nascosto ritroviamo il lucido e per nulla lusinghiero, per le nazioni coinvolte, esame che Manfredi fa del colonialismo. In Volto Nascosto l’esame si concentrava principalmente sull’esperienza coloniale italiana del 19° secolo in Africa in tutto il suo carosello di politici e militari cialtroni e incompetenti che tempestavano i quadri italioti dell’epoca.

giovedì 11 aprile 2013

La Morte & la Fanciulla

Pierre Puvis, 1872


l mito e l'arte condividono il destino di non poter essere descritti da aggettivi dai quali sfuggono inesorabilmente ma di poter essere descritti dalla funzione.
Entrambi trascendono se stessi. Il mito si avvale dell'arte per raccontare una verità universale posta agli albori. L'arte usa il mito per raccontare una verità posta fin dove il pensiero arriva. Questo legame è mantenuto dal simbolo che attraverso l'arte racconta la verità del mito in un linguaggio universale spinto a superare se stesso fin oltre a dove il pensiero può arrivare. Ovvero Il "Mistero".