Questa volta un post leggero come il film di cui andiamo a parlare.
Leggero ma per nulla superficiale.
KIKI Consegne a Domicilio del grande regista e cartoonist, Hayao Miyazaki.
Ne parliamo perché il 24 di aprile "esce" nelle solite 4 sale (o stanzette) italiane.
Non è il nuovo film di Miyazaki come la scritta in locandina potrebbe far pensare essendo dell'ormai lontano 1989 e quindi molto precedente al premio Oscar (non trovo il tasto con il simbolo del copyright) La Città Incantata (ma il nuovo film c'è ed è in arrivo ... e parla di aviazione).
L'evento rientra nel progetto della benemerita Lucky Red di riproporre nelle sale e poi in versioni home video in una pacchetto più raffinato e con qualche contenuto extra in più rispetto alle prime edizioni della Buena Vista la filmografia del Sommo con la cura del direttore di doppiaggio e dialoghista (e grande fan), Gualtiero Cannarsi che si è fatto missione di darci film del Maestro con un nuovo doppiaggio e una traduzione dei dialoghi più attenta e meno disneiana.
Si tratta in sostanza di rimediare allo scempio perpetuato dalla Buena Vista che comprandosi in tempi non sospetti i diritti di adattamento e distribuzione delle opere di Miyazaki in occidente ne decretò praticamente la morte commerciale qui da noi e questo succedeva in un periodo in cui dei suoi film d'animazione la Disney non ne azzeccava più uno dando la sua sopravvivenza nelle mani della benemerita Pixar.
Se non puoi batterli, comprali.
Intesi. I film di Miyazaki in italia erano usciti tutti (con l'eccezione di Nausicaa. Grazie mamma RAI) per il mercato home video. Edizioni poverelle e con una distribuzione pessima quando non ritirati subito dal mercato per oscuri motivi, rendendo questi titoli praticamente un tesoro per quei pochi fortunati che erano riusciti a metterci le mani.
Oggi sono disponibili praticamente in ogni buon medio negozio di audiovisivi i seguenti titoli:
"Lupin III°, Il Castello di Cagliostro" (1977) grazie alla Yamato Video.
"La Città Incantata" (2001) grazie alla Universal (il premio Oscar .. il tasto .. il tasto), "Il Castello Errante di Howl" (2004), "Ponyo sulla Scogliera" (2008) grazie alla Lucky Red i cui DVD sono usciti regolarmente dopo il ritiro dalle sale come novità cinematografica.
La Lucky Red ha poi distribuito negli ultimi tempi in sala e poi in DVD gli ottimi ripescaggi di "Il Mio Vicino Totoro" (1988), "Porco Rosso" (1992), "Laputa" (1986) oltre a varie altre opere dello Studio Ghibli.
Restano ancora da recuperare: "Princess Mononoke" (1997) e "Nausicaa" (1984) e ci auguriamo che questo avvenga presto ma intanto possiamo depennare finalmente dalla lista dei desiderata questo KIKI Consegne a Domicilio.
KIKI è il 5° lungometraggio di Hayao Miyazaki ed è tratto dall'omonimo romanzo di Eiko Kadono del 1985 e pubblicato anche in italiano. Come nel precedente Totoro l'ambientazione emotiva si espone al pubblico attraverso la commedia ma con un carico minore delle ombre nascoste che ritroviamo in Totoro. Parlo di dimensione emotiva e non di "genere" a proposito della "commedia" perché entrambi i film non possono essere ridotti soltanto a questo.
KIKI e Totoro ci mostrano il "fantastico" che fa capolino nella vita quotidiana e quanto la vita quotidiana possa essere fantastica con le sue gioie e le sue piccole e grandi tragedie. Se in Totoro il fantastico è più presente nonostante l'ambientazione storica del Giappone post bellico e appannaggio solo dei bambini, in KIKI il principale elemento fantastico è KIKI stessa. Il fatto di essere una strega e di poter volare (con la saggina) circondata dal quotidiano vivere di persone "normali" che non si stupiscono poi tanto che KIKI possa volare. Per chi guarda il film è la stessa ambientazione ad essere veramente fantastica pur essendo presentata attraverso il quotidiano.
La magnifica città chiamata Koriko che fa da sfondo a gran parte della storia e ne è la vera protagonista è l'ennesimo tassello dell'Europa utopica del mondo alternativo che Miyazaki ha presentato in altri suoi lavori, seppur in epoche diverse rispetto a quella dove vive KIKI. Questa Europa dove esistono i maghi e la seconda guerra mondiale non è mai avvenuta. Dove la scienza del volo ha raggiunto capacità superiori rispetto alle nostre degli stessi periodi storici e dove gli stili architettonici ed estetici migliori, gli anni dalla fine del 19° secolo fino agli anni 60 del 20° secolo e con inserimenti misurati di '700, si mischiano in modo armonioso e sublime.
Questa ambientazione la troviamo nei film Laputa e Howl, dove ce ne viene mostrato il lato più avventuroso e drammatico. In Kiki ne scopriamo invece il lato quotidiano e pacifico ma per nulla privo di tutte le suggestioni che troviamo nei primi due esempi, anzi rendendo questa ambientazione più ricca, complessa e profonda mostrandoci l'esperienza della vita e della crescita attraverso gli occhi di adolescenti e giovani a volte costretti in situazioni da adulti ma senza crescere troppo in fretta e senza abbandonarsi alla tragedia. L'accostamento tematico con l'altro grande del cinema giapponese, Akira Kurosawa, si vede più in questo che non nel superficiale per quanto spettacolare accostamento dei samurai di "Princess Mononoke" con quelli "perdenti" di Kusosawa come alcune volte è stato detto in giro.
Mononoke d'altronde tratta il tema degli adolescenti costretti a comportarsi da adulti in modo affatto differente e in un contesto qui si più drammatico e anche tragico ma l'ambientazione storica e le situazioni altamente fantastiche e mitologiche di questo film consentono, anzi costringono, ad un tale approccio.
In KIKI domina la misura. Il delicato tocco fatto di piccole cose raffinate e preziose che rendono i personaggi e il contesto in cui sono calati adorabilmente eccitanti pur con l'assenza di eventi davvero preoccupanti e di un vero antagonista che sarebbe oltretutto fuori luogo ( ma d'altronde nominatemi un cattivo di Miyazaki, a parte Cagliostro, che sia davvero cattivo) tanto da accorgerci solo a film ultimato che in sostanza di cose, si ne sono avvenute ma di per se queste "cose" (a parte l'ultima) non sono un granché. Se il tema di fondo è forte (e come abbiamo visto, lo è) non importa cosa racconti ma come lo racconti.
Per approfondire potrete trovare un'ottima analisi su KIKI e su tutti gli altri film del Nostro. nel libro di di Alessandro Bencivenni: Il Dio dell'anime.
Per dovere di informazione cito anche il libro di Alessia Spagnoli "Hayao Miyazaki, le insospettabili contraddizioni di un cantastorie" il cui approccio che procede per coppie tematiche e alcune interessanti intuizioni sono guastate da i difetti tipici dei saggi derivati dalle tesi di laurea. Non so o non mi ricordo se in questo caso sia così ma il risultato è lo stesso. Troppo accademismo che porta a cercare "significati reconditi" anche dove non ce ne sono e poca passione nell'esposizione. In sostanza l'autrice nel suo libro pur interessando si dimentica che vedere un film di Miyazaki deve essere principalmente un divertimento. Istruttivo e toccante ma un divertimento.
ah .. e poi c'è questo forum una cui visitina non fa certo male : sbuff
Donald McHeyre
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