giovedì 11 dicembre 2014

MOD Vita pulita in circostanze difficili


Veste elegante. Più di quanto le finanze di questo giovane londinese (quasi un ragazzino ancora) possano permettergli. Questa sua ricercatezza nel vestire viene coperta da un incongruente parka, molto utile invece nel clima di una giornata tipica della piccola isoletta albionica.  Va in giro con un mezzo di locomozione a due ruote di fabbricazione italiana con il quale duella contro i più potenti motori usati dai Rocker vestiti di pelle nera, amanti invece dell'estetica americana degli anni '50.
Si fa di anfetamina per darsi coraggio, tra gli amici, per rimorchiare una ragazza, per scappare da un bobby, per scappare dal malessere sociale fatto di povertà e ingiustizie sociali, storicamente sempre presenti nel cuore dell'ex impero o semplicemente dal malessere creato dall'ancor più storico contrasto generazionale tra genitori e figli.



E' un MOD. Un giovane inglese del dopoguerra.







Frequenta i night club dove viene suonata la musica che diventerà presto il mezzo attraverso il quale sfogare questo malessere e insieme ai suoi amici crea nuovi gruppi che a loro volta creano nuova musica. Il loro maggiore contributo all'arte del 20° secolo.
Si. Questa masnada di giovani ribelli crea arte e influenza la società a venire.
L'identificazione musicale è univoca ma anche all'interno si creano delle piccole rivalità sociali. 
Nella più povera e disagiata parte est di Londra, Ronni Lane con i suoi Small Faces, danno voce a questi disagi sociali come ugualmente faranno nella parte ovest e più ricca della città, Pete Townshend (forse l'unico vero mod del gruppo) e The Who.

In mezzo, gruppi come, Creation (poi Mighty Baby), ARTWoods (del fratello di John Wood con un Ian Lord pre porpora), Attack, Le Fleur De Lys, Smoke (davanti a tutti questi nomi aggiungere d'obbligo l'articolo: Siamo ancora negli anni '60). Pochi di questi, come Rod (Stewart) The Mod ne sfruttano la moda, per diventare ricchi successivamente, con tutt'altro. 

Nel 1964, Pete, John, Dave e Keith, su pressione del manager Peter Meaden, pubblicano il loro primo singolo "Zoot Suite/I'm The Face" con il nome di High Numbers, pescando dal frasario dei MOD. Si decide a tavolino che il gruppo rappresenterà ai grandi vertici commerciali il movimento giovanile dei Modernisti.
Presto cambieranno in The Who e cambieranno anche molti altri manager e impresari, tutti ugualmente pescecani. I quattro, soprattutto Pete, sentono però genuina la loro appartenenza al movimento giovanile e ne porteranno "dal di dentro" la bandiera ideologica ed estetica esterna, per tutti i rimanenti anni '60.


Il 19 ottobre 1973 il gruppo pubblica il doppio album "concept" e "opera"", Quadrophenia (dall'uso, all'epoca innovativo, del sistema di registrazione quadrifonico) . I quasi dieci anni di distanza permettono questa volta "dal di fuori" una visione interna, oltre al parka, oltre allo scooter, più lucida e quasi spietata dei reali drammi e dei concreti conflitti di quella generazione ribelle.










Nel 1979, il regista Franc Roddam, trasporta l'album Quadrophenia e il suo concept sul grande schermo (nel cast anche gli esordienti Gordon Sumner e la futura Signora Fripp), creando uno dei maggiori contributi dati dal cinema allo studio sociale di quegli anni '60 britannici, apparentemente lontani.

Nel 2014, per festeggiare i 50 anni degli Who (e di acqua e di persone nel frattempo, sotto il ponte, ne è passata) viene distribuita nelle sale e ci si augura presto in supporto domestico, una versione restaurata del film.

L'album e il film, entrambi prodotti sufficientemente fuori tempo massimo per ridursi a mere operazioni commerciali con l'obiettivo di sfruttare la MODa del momento, sono invece due ottime e disincantate cronache di uno spaccato sociale importante e fondamentale per lo sviluppo della società e della cultura artistica popolare moderna.


Consigli per gli acquisti natalizi:
Il film Quadrophenia di Franc Roddam, 1979.
I dischi del gruppo chiamato WHO.
Il libro autobiografico "I'm The Who" di Pete Townshend.
L'altro libro: "MOD, vita pulita in circostanze difficili" di Terry Rawlings.





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