martedì 25 giugno 2013

LE MONTAGNE DELLA FOLLIA

Come corollario alla recensione del volume Cuore di Ghiaccio che potrete trovare qui , trattiamo adesso del romanzo originale che ha ispirato Alan Moore e Kevin O'Neill nella loro ultima fatica e del continente Antartico che ne fa da magnifico sfondo.

Il fascino del romanzo non smette ancora oggi di ispirare altri, attraverso fumetti, corto metraggi animati, illustrazione e quant'altro.  


Esplorazione e avventura ai confini del mondo. Mysteri geologici, archeologici e biologici. Pericoli naturali e "folli". Tutti elementi che ci auspichiamo di trovare nel film di Guillermo del Toro e James Cameron, a prescindere da Tom Cruise, ma la mancanza di fondi sembra ormai aver arenato il progetto per il momento.


At The Mountains of Madness è un romanzo breve scritto da Howard Phillips Lovecraft agli inizi del 1931 e racconta della numerosa e ben organizzata spedizione promossa dalla Miskatonic University (la facoltà con più potenziali iscritti ... se solo esistesse davvero ...) nel cuore del continente Antartico e della scoperta di una ciclopica e antichissima città (sogno o incubo di ogni archeologo) e dei suoi alieni e apparentemente defunti, abitanti.

HPL ci aveva profuso molte energie e altrettante speranze. Tutte vanificate quando Farnsworth Wright, il direttore di Weird Tales, glielo rifiutò. Dopo tanti altri rifiuti alla fine venne accettato da Astounding Stories ad aprile del 1936 a un anno dalla morte del non solitario di Providence e in una versione molto tagliata e rimaneggiata. All'epoca il direttore della più importante rivista di fantascienza era ancora F. Orlin Tremaine. John W. Campbell che ne prese la direzione ad ottobre del 1937, inaugurando l'età dell'oro della fantascienza, probabilmente non lo avrebbe mai accettato.
Sia come sia. Questi eventi scoraggiarono molto Lovecraft che per reazione abbandonò quasi del tutto la carriera di scrittore (dilettante, geniale, sperimentale).

A tutti questi importanti e famosi editor non gli si può dare torto del tutto. 
Il romanzo è lento e pur essendo ascrivibile nella categoria del "romanzo breve" probabilmente è troppo lungo. Eppure questi difetti contribuiscono alla "cifra" che rende il lavoro ancora oggi estremamente suggestivo divenendo un caposaldo dell'avventura esplorativa condita di mystero. Le desolate ed eburnee distese dell'Antartide risaltano tra le pagine in tutta la loro carica di mystero archeologico e geografico in una potenza immaginativa con pochi eguali. 
"At The Mountains of Madness" segna anche l'evoluzione della tipica estetica dell'orrore cosmico lovecraftiano a un livello più razionalizzato (più che razionale) quasi fantascientifico che invece di banalizzare i "miti" e gli Antichi, sorprendentemente li rende ancora più suggestivi e cosmici.
Ancora oggi il continente Antartico non smette di suscitare un prepotente fascino su scienziati e artisti. E' l'ultimo continente scoperto e non ha smesso a tutt'oggi di essere una fonte di mysteri.

La "scoperta" ufficiale per il mondo occidentale del continente Antartico si ebbe tra il 1820 ed il 1839. "La Storia di A.G. Pym" è del 1838. "La Sfinge dei Ghiacci" è del 1897. Va da se che ne Verne, ne soprattutto Poe potessero attingere a molto materiale scientifico utile per descrivere realisticamente l'ambientazione delle vicende narrate nei loro rispettivi romanzi. Entrambi dovettero quindi lavorare di fantasia, creando terre che non esistono e  dandogli il nome dell'ultimo continente "con i leoni" esistente nella loro epoca.

Anche HPL realizzò il romanzo come seguito e omaggio del Gordon Pym di E.A. Poe ma rispetto al suo "maestro in spirito" e a Verne, HPL aveva il vantaggio di poter attingere dalle ultime scoperte esplorative in materia.
Il 14 dicembre 1911 la spedizione di Roald Amundsen raggiunse per la prima volta il polo sud. L'evento ha più importanza primatistica che scientifica.
La  spedizione dell'Ammiraglio Richard Evelyn Byrd, trasvolò l'Antartide nel 1927. Nei due anni successivi effettuò le prime esplorazioni sistematiche del continente compiendo anche le prime ricerche geologiche e biologiche di una certa rilevanza.

I monti Transantartici si estendono da capo Adare a la Terra di Coats e sono con i loro 3.500 km di lunghezza e i circa 5000 metri di altezza la catena montuosa più lunga del pianeta. Furono avvistate per la prima volta dalla spedizione del Capitano James Ross nel 1841 e fino agli anni '50 del 20° secolo erano praticamente inesplorate. Se queste, molto probabilmente sono le "Montagne della Follia" al centro del romanzo omonimo di HPL, quali sono "le maledette montagne dell'est"  ancora più alte e minacciose con la cui allucinante visione si chiude il romanzo ? 
Come successe con Plutone, scoperto ufficialmente nel 1930 ma "scoperto" dalle sue personali osservazioni astronomiche nel 1925, forse anche qui abbiamo una sorprendente predizione da parte di HPL.





Nel 1958 una spedizione russa scoprì quelle che poi vennero chiamate i monti Gamburtsev ad est dei Transantartici, nel cuore della pianura desolata in uno dei posti più inaccessibili del pianeta. Rilievi effettuati con le moderne tecniche di misurazione oggi ci rivelano che la catena è più piccola e bassa di quella ad ovest, 1.200 km per 3.400 metri di elevazione massima. Quello che rende estremamente interessanti le Gamburtsev consiste nell' essere completamente coperte dai ghiacci e pertanto invisibili, oltre al fatto che sono comunque troppo alte considerando la loro lontananza considerevole da qualunque zolla tettonica del pianeta. Tutte queste caratteristiche le rendono, insieme al non distante lago Vostok, con i suoi 4000 (e forse più) metri di profondità e la sua "fauna" di batteri e creature microscopiche uniche e mai viste prima, i due luoghi più sconosciuti e mysteriosi del pianeta.

Ma è la massa continentale antartica di per se a rivestire il mistero più grande.
Alcune teorie ben illustrate da dati tecnici dell'Ammiraglio ed esploratore Flavio Barbieri nel suo libro "Una Civiltà sotto i ghiacci", rivelerebbero la possibilità che un tempo il continente si trovasse collocato in una zona della sfera planetaria attualmente occupato dall'oceano Atlantico. Pressappoco tra l'Europa e l'America del nord. Vi dice niente ?  E questo spostamento dell'asse terrestre sarebbe dovuto all'impatto con un meteorite. Qui non abbiamo le capacità tecniche per discutere delle  rilevanze scientifiche, geologiche e astronomiche riportate dal Barbieri nel suo lavoro a suffragio della sua teoria e neanche rivestono interesse ai fini di quanto stiamo trattando. 

L'aspetto che ci interessa è che questo spostamento (sempre stando alle prove geologiche e astronomiche riportate)  sarebbe avvenuto pressappoco alla fine del Pleistocene, ossia circa 12.000 anni fa. Il periodo temporale in cui Platone colloca la civiltà di Atlantide e il periodo storico in cui sono collocate molte opere di autori del weird fantasy come di R.E. Howard e C.A. Smith.

Girare il mappamondo per posizionare l'Antartide nel punto in cui si sarebbe trovata l'isola di Atlantide colloca molte zone del pianeta oggi estremamente fredde come la Siberia a latitudini decisamente più equatoriali e tropicali e zone oggi temperate come l'Europa in zone polari e quindi fredde e ghiacciate.
Nel 9.600 A.C. circa termina la glaciazione Wurm. Glaciazione che interessò soprattutto l'attuale Europa e l'America del Nord.
Platone, nei suo dialoghi colloca il massimo splendore dell'impero atlantideo nel 9.600 A.C. circa. 

I numerosi ritrovamenti di Mammut, Machairodonti (tigre dai denti a sciabola),  altri mammiferi e della presenza di insediamenti umani avvenuti  in Siberia e Alaska mostrano l'esistenza di una fauna dell'epoca, ricca, variegata e soprattutto più adatta a climi temperati che a quelli artici cui siamo abituati oggi pensando a quei luoghi. 

In breve si potrebbe ritenere che delle zone oggi tra le più desolate del pianeta un tempo fossero invece culla di civiltà sconosciute alla Storia della nostra civiltà, il cui inizio solitamente (e di comodo) viene indicato con l'invenzione (o nuova invenzione se fosse così) della scrittura, avvenuta tra 4000 e 5000 A.C.

Il tempo Storico di cui stiamo parlando andrebbe quindi tra il 12.000 A.C.  circa e ll 5000 A.C. circa. Ossia, 7.000 anni circa. Pressappoco lo stesso periodo di tempo che intercorre tra la nascita dell'attuale civiltà e noi contemporanei. Più del doppio dei 3.000 anni della storia della civiltà europea più documentata.

Queste civiltà in 7.000 anni avrebbero avuto tutto il tempo per evolversi e poi ricadere fino a scomparire.

Serve ribadire che non è importante qui prendere posizione sul credere o meno a queste teorie, anche se supportate apparentemente da solidi dati scientifici ma sicuramente l'idea, già estremamente  suggestiva di per se, dona a qualunque opera di narrativa o di meta narrativa che ne fa uso una base solida ed estremamente interessante.

Immagine di Andrea Bonazzi
Il "bardo" di Cross Plains, Robert Ervin Howard colloca il teatro delle gesta di Conan nell'era hyboriana, 12.000 anni fa tra "la caduta di Atlantide e l'inizio della nostra civiltà". H. P. Lovecraft fa sbarcare i suoi elder things sul nostro pianeta centinaia e centinaia di milioni di anni fa. Per tutto questo periodo la Terra è stata dominio incontrastato di esseri che nulla hanno di umano. 
La nostra civiltà al confronto, sia per conoscenze scientifiche, sia per durata storica è un battito di ciglia al loro confronto. Ma anche l'avanzatissima civiltà degli Antichi è destinata a decadere, come tutte le civiltà. 

La città nascosta nei monti Transantartici scoperta dalla spedizione scientifica della Miskatonic University nel romanzo di HPL è solo l'ultima vestigia di una civiltà estremamente più antica e potente. Una città già decadente 12.000 anni fa quando questi ultimi rappresentati ormai involuti furono alla fine orbati alla storia futura dallo spostamento dell'asse planetario portandoli fino al polo sud. Trasformando questa loro ultima ridotta nella loro tomba di ghiaccio.
Ma qualcosa giù nel profondo ancora si muove ....




Donald Mcheyre













3 commenti:

  1. L'immagine del Lovecraft "antartico" con stele è di Andrea Bonazzi, sia per il fotomontaggio che per la scultura in esso.

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  2. Ringrazio per la segnalazione.
    Porgo i miei complimenti per il blog.

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  3. come sempre interessantissimo, completo e intrigante!

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