lunedì 19 maggio 2014

Mc Video Blog: ELEPHANT TALK 3 Fragili Spiriti POLICE

Nuovo Video blog e terza puntata di ELEPHANT TALK.

Questa volta Glauco Cartocci, scioglie in musica le parole di ben 3 brani di Sting & The Police. (tanto per fare un dispetto a Copeland)

Lo trovate sul mio canale di Youtube (loro permettendo) CLICCANDO QUI.


Restate collegati perché sabato 31 maggio torniamo con PUNTO D'INCONTRO Podcast. LED ZEPPELIN BBC session.


martedì 13 maggio 2014

HANS RUEDI GIGER

Ieri, all'eta di 74 anni è morto Hans Ruedi Giger, pare per una caduta traumatica.

Chissà quanto verranno valutate adesso le mie copie del
Necronomicon 1 e 2 della Taschen (già costose in vita sua).

Cinico ?
Di cattivo gusto ?

Però molto coerente con la sua "filosofia di vita".

Non era una persona "amabile".
Non era quel che si dice una persona raccomandabile.
Forse non era neanche una persona.

Sicuramente un genio. Nel gusto (di alcuni) e nel disgusto (di altri).

La sua carriera artistica, geniale, sregolata e pericolosa sarebbe già di suo materia per una serie di romanzi horror già illustrato fra l'altro. 
La sua carriera cinematografica è legata ai tempi in cui gli effetti speciali erano frutto di geniale atigianato e lo vogliamo ricordare per questo.


lunedì 12 maggio 2014

Punto di Situazione. Le BBC session dei LED ZEPPELIN

Come promesso, dopo le brutte notizie di sabato, pubblico adesso l'elenco delle BBC session dei Led Zeppelin preparate da Jacopo per la puntata radiofonica che non è andata in onda ... e che non andrà mai in onda su TRS radio.


In quella puntata avremmo parlato anche di dure e lunghe gavette,  di gruppi musicali formati da tutte STAR del rock prima che divenissero tali, di Davey Graham e di poeti irlandesi e di molto altro ancora.
Quel che è stato è stato. Lasciamo i rimpianti (ma resta l'amaro) perché non è detto che questa puntata e tutte le altre future non si faranno, su altri canali, con altri mezzi. 

Le possibilità ci sono. 
Continuare per il momento ad utilizzare il canale di Youtube.
Trovarne altri di canali web più adatti alle nostre esigenze.
Creare dei podcast settimanali a continuazione del progetto.
Certo. Mancherà la spontaneità e l'atmosfera di una diretta radiofonica dovuta alla magia del vecchio FM (ma tanto nel bacino di utenza dell'emittente che mi ospitava era una percentuale minima) e per quanto riguarda gli ospiti dovremo organizzare le cose diversamente. Ma si può fare.

Datemi un paio di settimane per organizzare le cose e potremo ritornare. Fatemi sapere cosa ne pensate. Sono apertissimo a suggerimenti.

Nel frattempo godetevi le note di Jacopo Muneratti e tutti gli altri articoli che pubblicheremo sui nostri blog, su MAT2020, e sul canale di Youtube.



LED ZEPPELIN BBC session

Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones, John Bonham

Playhouse Theatre - Northumberland Avenue, 3 March 1969
First broadcast: “Top Gear”, 23 March 1969

You Shook Me
Communication Breakdown
I Can’t Quit You Baby
Dazed and Confused

John Peel, amante del blues, era un sostenitore dei Led Zeppelin. Non sorprende quindi che la loro prima BBC session sia stata registrata proprio all’interno del suo programma. Contrariamente a altri gruppi, però, i Led Zeppelin registrarono la loro prima BBC session due mesi dopo l’uscita del loro primo album (12 Gennaio 1969, registrato tra Settembre e Ottobre 1968). Non sorprendentemente, il gruppo suona quattro pezzi da tale album, ma, le versioni si discostano notevolmente dalle loro controparti in studio, ed è chiaro che l’intento musicale della session è chiaramente quello di un concerto in chiave intimista. Ogni brano, infatti, contiene una sezione che permette al gruppo di poter svisare un pochino anche se, chiaramente, i tempi ristretti di registrazione limitano un po’ la cosa. Questo, comunque, consente forse di poter digerire maggiormente lo spirito improvvisativo del gruppo senza dover incappare in jam session lunghe più di 20 minuti. Il master tape della session sopravvive interamente ai giorni nostri e la session, ad eccezione di “Communication Breakdown”, è stata inclusa nel doppio CD ufficiale “BBC Sessions” del 1997, che include anche le loro apparizioni “In Concert”. Tale collezione, però, è stata pensata più per l’ascoltatore casuale che per il collezionista e alcuni brani vengono tagliati per non creare ripetizioni. Anche le session “In Concert” hanno problemi (alcuni frammenti vengono eliminati a causa di problemi di copyright,  dovuti a citazione a classici blues). 


Studio 4, Maida Vale - London, 19 March 1969
First broadcast: “Alexis Korner’s Rhythm and Blues”, 14 April 1969

I Can’t Quit You Baby
You Shook Me
Sunshine Woman

Seconda session del gruppo, registrata per il programma del loro idolo Alexis Korner, che teneva già il gruppo in grande stima. Essendo il programma di un bluesman, il gruppo si concentra sui brani più blues del primo disco e registra un inedito, un gradevole brano intitolato “Sunshine Woman”, il cui giro di chitarra è un embrione di “Moby Dick” (incisa sul disco successivo) e il cui testo è un pastiche di vari classici blues. Questa è l’unica session del gruppo il cui master tape sia andato perduto. Ad oggi sopravvive una copia registrata da un ascoltatore radio che, dopo qualche lavoro di pulizia, suona moderatamente accettabile. In tale copia, purtroppo, “You Shook Me” è tagliata, probabilmente perché era finito il nastro. Curioso notare che in tale registrazione è presente la versione di “What is and What Should Never Be” tratta dalla session successiva, segno che si tratta probabilmente di una replica mandata in onda qualche mese dopo la trasmissione originale.


Studio 2 - Aoelian Hall, 16 June 1969
First broadcast: “Tasty Pop Sundae”, 22 June 1969

The Girl I Love Has Long Black Wavy Hair
Communication Breakdown
Something Else
What Is And What Should Never Be

Interessante session registrata quando il primo album andava già abbastanza bene nelle vendite. Qui, il gruppo può rilassarsi e la scaletta lo dimostra: “The Girl I Love Has Long Black Wavy Hair” è una versione iniziale di “Moby Dick”, il cui testo è un adattamento di “The Girl I Love She Got Long Curley Hair” del bluesman Sleepy John Estes, “Somethin’ Else” è un brano di Eddie Cochran e Sharon Sheeley, e viene eseguita “What Is and What Should Never Be”, una canzone nuova che sarà inclusa qualche mese più tardi nel secondo LP del gruppo, come il primo, anch’esso intitolato. Dal primo album viene estratta solo “Communication Breakdown”, ormai un classico gigante dei concerti. Una curiosità: la session era stata registrata per il programma del DJ Dave Symond “Symonds on Sunday”, ma all’ultimo momento, il DJ Chris Grant decise di usarla per la sua trasmissione. Il master tape sopravvive ai giorni nostri e la session (ad eccezione di “What is and What Should Never Be”) è stata pubblicata su “BBC Sessions”.


Playhouse Theatre - Northumberland Avenue, 24 June 1969
First broadcast: “Top Gear”, 29 June 1969

Whole Lotta Love
Communication Breakdown
What Is and What Should Never Be
Travelling Riverside Blues

All’amico e sostenitore John Peel, invece, i Led Zeppelin decidono di dare più di un’anticipazione di quello che sarà il nuovo album (che uscirà il 22 Ottobre dello stesso anno). Il piatto ricco, ovvero quello che sarà il primo vero e proprio singolo di successo, “Whole Lotta Love” è il brano iniziale dalla session, ma vengono offerte “What is and What Should Never Be”, che il gruppo stava già testando dal vivo, e “Travelling Riverside Blues” un adattamento di un vecchio classico di Robert Johnson, cavallo di battaglia dal vivo. “Communication Breakdown”, ormai un brano quasi obbligatorio, chiude la scaletta, per non alienare troppo gli ascoltatori che volevano rifugiarsi nei vecchi classici. Anche di questa session, fortunatamente, sopravvive il master tape ed è l’unica ad essere stata inclusa integralmente nel CD “BBC Session”. “Travelling Riverside Blues” era già apparsa nel cofanetto “The Complete Studio Recordings” nel 1993, e venne inclusa come bonus track anche nell’edizione rimasterizzata di “Coda” album “postumo” del gruppo contenente outtakes. Questa è l’ultima session del gruppo e da qua in avanti, i Led Zeppelin si serviranno della BBC solo per gli “In Concert”. John Peel perderà interesse nei dischi successivi a “Physical Graffiti” ma resterà sempre affezionato ai primi e i Led Zeppelin rimarranno uno dei pochi gruppi “vecchi” che Peel non rinnegherà con l’avvento del punk (a differenza dei Deep Purple, ad esempio). Nel 2004, Robert Plant venne scorso in prima fila al funerale di John Peel e, molto emozionato, ricordò che senza la spinta del DJ, lo Zeppelin avrebbe anche potuto non farcela. 



sabato 10 maggio 2014

PUNTO D'INCONTRO : INCONTRO INTERROTTO

Oggi avrebbe dovuto andare in onda una puntata radiofonica dedicata alle BBC session dei gloriosi LED ZEPPELIN.

Nei prossimi sabati, insieme a Jacopo ne avremmo fatte altre di BBC session, intervallate da altri argomenti insieme ad altri ospiti.

Invece non succederà nulla di questo.

TRS Radio ha deciso di sospendere anticipatamente PUNTO D'INCONTRO per i prossimi mesi. 

Questo è quanto per il momento è dato di sapere.

Le note alle BBC session del Led Zeppelin le pubblicherò lunedì e continuerà l'attività del blog e dei Video Podcast.

A presto e buon fine settimana.





lunedì 5 maggio 2014

PUNTO D'INCONTRO BBC session JETHRO TULL

Io e Jacopo seguiamo molti gruppi, un esercito di musicisti, una quantità immane di dischi. 

Sarebbe una bugia dire che ci piacciono  tutti ma di molti apprezziamo il lavoro e di alcuni siamo addirittura fan.

I JETHRO TULL, occupano senz'altro un posto speciale se non sempre nei nostri cuori, sicuramente sempre nelle nostre menti, anche perché è grazie a loro (o per colpa loro) che ci siamo conosciuti.

Era effettivamente da molto tempo che non ci occupavamo di loro e riascoltare i Jethro Tull delle origini dopo averli lasciati riposare, nelle nostre menti oltre che alle nostre orecchie, dopo assaggi di Jethro Tull moderni e di Ian Andarson Band, porta una boccata di aria salubre alle nostre menti ed ai nostri cuori.


Vi ricordo l'articolo a 6 meni e in 3 parti (2 mani per parte) dedicato a l'ultimo lavoro HOMO ERRATICUS che trovate sul sito di Jacopo, Good Times, Bad Times (link qui accanto).

E' disponibile sul sito di TRS Radio il podcast della puntata di PUNTO D'INCONTRO dedicata alle BBC session dei Jethro Tull.


Di seguito troverete le note di Jacopo Muneratti alle BBC session, usate per la diretta radiofonica.
Le session sono molto poche ma per fortuna tutte disponibili in ottima qualità audio e artistica.

I Jethro Tull ne avrebbero fatte altre se non ci fosse stato il litigio tra Anderson e Peel ?
Difficile dirlo. Io penso di no, o per lo meno poche altre. Le BBC session erano mirate soprattutto come veicolo promozionale per quei gruppi all'ora "emergenti" e infatti uno degli aspetti più interessanti di queste session consiste proprio nel loro fotografare questi gruppi (molti di essi divenuti poi miliardari) nel loro stato iniziale (a volte anche embrionale), spesso trascurato dalla critica e spesso anche dai fan.

I Jethro Tull andarono già molto bene con This Was, il loro album d'esordio e il successivo Stand Up raggiunse addirittura il 2° posto nella classifica inglese. Divennero subito un gruppo molto popolare e apprezzato dal pubblico. Un successo di partenza e una capacità di rinnovamento sorprendente nel corso degli anni successivi che nessun altro gruppo del cosiddetto Blues Boom può vantare e l'unico gruppo in quel contesto che li supera (ma solo per successo iniziale e soldi accumulati) sono i Led Zeppelin.


JETHRO TULL BBC session

Ian Anderson, Mick Abrahams, Glenn Cornick, Clive Bunker

  • Studio 1 - 201 Piccadilly, 23 July 1968
First broadcast: “Top Gear”, 4 August 1968, 22 September 1968 (*)

    • So Much Trouble
    • My Sunday Feeling
    • Serenade to a Cuckoo
    • Cat’s Squirrel (*)
    • A Song for Jeffrey

Questa prima session dei Jethro Tull è stata registrata nel bel mezzo delle incisioni del primo disco dei Jethro Tull, “This Was”. A questo punto, l’unico prodotto ufficiale sotto il loro nome (anzi, sotto il nome Jethro Toe) era il singolo “Sunshine Day”/ “Aeroplane” uscito il 16 Febbraio dello stesso anno. All’epoca il gruppo aveva un repertorio molto influenzato dal blues, soprattutto grazie al chitarrista Mick Abrahams, e Anderson aveva l’occasione di suonare molto l’armonica. Nella session, vengono anticipati alcuni brani del disco, non sorprendentemente in versioni non troppo diverse da quella in studio, come arrangiamento, con solo più carica live e viene eseguito il blues “So Much Trouble”, non inciso su disco e, dopo questa session, a lungo dimenticato, fino al 1993 anno in cui ricorse il 25esimo anniversario del gruppo, quando venne reinserito nelle scalette. Venne ignorato, invece, il 45 giri introduttivo del gruppo, in quanto considerato poco rappresentativo dell’attività dal vivo. Il celeberrimo DJ Inglese John Peel era molto interessato a questa formazione del gruppo, e, a partire da questa session, cominciò a promuovere la loro attività. La session venne trasmessa per la prima volta il 4 Agosto 1968, senza “Cat’s Squirrel”, e replicata il 22 Settembre, con “Cat’s Squirrel” al posto di “So Much Trouble” e “A Song for Jeffrey”. La session venne inizialmente recuperata da un Transcription Disc (con la voce di Brian Matthews), e “A Song For Jeffrey” venne pubblicata da tale nel 1988 nel cofanetto “20 Years of Jethro Tull”. Il brano venne (abbastanza inspiegabilmente) anche incluso nella ristampa del 1996 di “Aqualung”, come bonus track. Nel 2008, la session, stavolta dal master tape originale, venne pubblicata integralmente sulla versione deluxe di “This Was”.

  • Studio 1 - 201 Piccadilly, 5 November 1968
First broadcast: “Top Gear”, 15 December 1968

    • Love Story
    • Stormy Monday Blues
    • Beggar’s Farm
    • Dharma For One

Per questa seconda session, invece, il disco era appena stato pubblicato (25 Ottobre 1968), e i Jethro Tull avevano già estratto un singolo da esso, “A Song for Jeffrey”, che fece moderato successo. Non solo, ma il gruppo aveva anche in programma di fare uscire un 45 giri non-LP: “Love Story”/ “A Christmas Song”, che sarebbe uscito il 29 Novembre, in tempo per la messa in onda della session. Non sorprendentemente, il lato A del singolo viene incluso nella scaletta, in una versione piuttosto energica. Il resto della scaletta, molto probabilmente (purtroppo, non abbiamo registrazioni di questo periodo del gruppo), consiste nel meglio del loro repertorio dal vivo, su richiesta di John Peel. Il che spiegherebbe la presenza del classico “Stormy Monday Blues”, qui in una splendida versione. Anche questa session, venne inizialmente recuperata da un Transcription Disc, sempre con la voce di Brian Matthews, e “Love Story” e “Stormy Monday Blues” vennero pubblicate su “20 Years of Jethro Tull”.  Come la session precedente, la session integrale venne finalmente pubblicata sull’edizione deluxe di “This Was”.

Ian Anderson, Martin Barre, Glenn Cornick, Clive Bunker

  • Maida Vale Studio 4 - Kensington House, 16 June 1969
First broadcast: “Top Gear”, 22 June 1969

    • Bourée
    • A New Day Yesterday
    • Fat Man
    • Nothing is Easy

A questo punto della carriera, il chitarrista Mick Abrahams era stato sostituito in pianta stabile da Martin Barre, che sarebbe rimasto in ogni disco successivo del gruppo. I Jethro Tull avevano già registrato il loro secondo LP in Aprile, ma “Stand Up” non sarebbe uscito fino ad Agosto. Né questo nuovo cambio di formazione né il nuovo LP piacquero molto a John Peel, e Peel fu molto onesto nei confronti di Anderson e soci nei suoi sentimenti. Questo causò una piccola burrasca, che venne ancora di più intensificata quando Peel non si presentò durante le registrazioni della terza BBC session del gruppo (lo aveva fatto durante le due precedenti). I Jethro Tull la presero male e i loro commenti vennero riportati a Peel dal produttore Bernie Andrews. Purtroppo, nemmeno Peel la prese bene, e da questo momento in poi, si dissociò completamente dal gruppo. Solo nel periodo di “Thick as a Brick” trasmise qualche frammento del disco, ma da lì in poi, cercò di evitare ogni brano del gruppo. Comunque, quando nell’ultima puntata di Top Gear (trasmessa il 25 Aprile 1975) Peel fece una retrospettiva del programma, replicò anche questa session, probabilmente perché rappresentativa della musica che veniva mandata in onda durante i primi anni del programma. John Peel morì nell’Ottobre del 2004 per attacco cardiaco, dovuto a complicazioni del diabete, senza essersi rappacificato con Ian Anderson. Anderson, che definisce questa cosa come uno degli episodi più tristi e pieni di rimpianto della sua carriera, per farsi perdonare, dedicò l’edizione deluxe di “Stand Up” (uscita nel 2010) al DJ. Tra i vari contenuti bonus, c’era anche questa session, integrale, dal master tape. La session, ad eccezione di “Nothing is Easy”, era già apparsa su “20 Years of Jethro Tull” (nel 1988) e sull’edizione del 1996 di “Aqualung” (solo Bourée e Fat Man), sempre tratta da un Transcription Disc. Una curiosità: sul Transcription Disc era presente anche una versione di “Living in The Past” accreditata a questa session ma, di fatto, si trattava soltanto di una registrazione audio del loro playback alla trasmissione Top of The Pops del 1969 (il video, purtroppo, è andato perduto). Queste versioni dei brani non sono così diverse da quelle in studio ma, forse, gli sono superiori, per via della produzione non proprio eccelsa dell’album.

Ian Anderson, Martin Barre, Jeffrey Hammond-Hammond, John Evans, Barriemore Barlow

  • RTV Studios - Monte Carlo, Monaco, May 1975
First broadcast: “Sounds on Sunday”, 5 October 1975

    • Minstrel In The Gallery
    • Requiem
    • Aqualung
    • Cold Wind to Valhalla

Sebbene tecnicamente sia considerata come tale, questa non è una vera e propria session, ma di più un documentario preparato da Ian Anderson per dare un piccolo assaggio agli ascoltatori Inglesi di come sarebbe stato l’ottavo LP del gruppo “Minstrel in the Gallery”. Nonostante il documentario fosse stato preparato e consegnato a Maggio, andò in onda solo ad Ottobre, quando il disco era già stato pubblicato da un mese (5 Settembre). L’unico brano inciso esplicitamente per gli ascoltatori BBC è “Aqualung”, il resto della session consiste in versioni incise per l’album, ma in progress. Alcuni elementi sono gli stessi che finiranno su album, ma molte cose sono state in seguito sostituite. “Cold Wind to Valhalla” in particolare è un buon esempio: la traccia base è la stessa, ma l’intro acustico è diverso, la traccia vocale è un’altra e mancano gli archi. Due frammenti di questa session (le introduzioni acustiche di “Minstrel in the Gallery” e “Cold Wind to Valhalla”) sono state pubblicate ufficialmente prima su “20 Years of Jethro Tull” e poi sul remaster di “Minstrel in the Gallery”, come bonus tracks. Curiosamente, il cofanetto include anche una versione di “Grace” made in progress, ma non usata in questo documentario. Tra un brano e l’altro, Anderson introduce i pezzi, con il suo solito senso dell’umorismo, risultando un grande uomo di spettacolo anche in contesto non visivo.




lunedì 28 aprile 2014

Cosmo Oro 3: Stelle come Polvere (Il Tiranno dei Mondi) di Isaac Asimov


COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n. 03
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani
Titolo originale
THE STARS LIKE DUST (1951)
Revisione della traduzione originale (Pietro Leoni) di Renato Prinzhofer.


1951 Isaac Asimov, Doubleday
1972 by Editrice Nord, Via Andrea Doria 48/c - 20124 Milano.Per gentile concessione della Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.

In copertina un dipinto del pittore Antonio Cazzamali.






Siamo appena alla terza uscita per la Serie Cosmo Oro, Heinlein, Campbell e Asimov. 
I tre capisaldi indiscussi e imperituri della fantascienza tutta. Con l’eccezione del volume antologico racchiudente i tre romanzi del ciclo mega spaziale di Campbell, gli altri due, però, non sono opere centrali dei rispettivi autori che faranno successo e fortuna con altro. Sono opere comunque valide, “prestate” alla Nord da altri editori italiani qui in veste editoriale lussuosa in un modo che raramente si era visto per il genere nel nostro paese. La Mondadori che la Nord ringrazia per “Stelle come Polvere”, è il più grande colosso editoriale italiano e il (quasi) primo editore italiano a cimentarsi in questo genere narrativo praticamente tutto straniero e che proprio negli anni di debutto di Urania (1952), si era ormai trasformato nel suo paese di origine da genere PULP, sostanzialmente avventuroso a Narrativa d’Anticipazione sociologica. Da Astounding di Campbell a Galaxy di Gold e Phol.   


Urania elogiò quest’ultima ignorando quasi completamente la prima. Dal punto di vista dei critici e storici stranieri (vedi Michael Ashley) il fatto che in Italia il più grande editore Italiano si cimentava nel genere era un motivo di orgoglio per tutti gli appassionati. Per i solo appassionati italiani, soprattutto col senno di poi, è stato un motivo di freno e ghettizzazione del genere in un paese non facile come il nostro. Lasciamo perdere Giorgio Monicelli (il povero, geniale fratello di Mario) che inventò Urania (erano comunque per noi periodi pioneristici con i limiti e i pregi che ci si può aspettare), onore e stima al povero Giuseppe Lippi che con tenacia e pazienza fa quello che può nel suo ufficio giù nello scantinato tra i bagni e la stanza delle caldaie ma pensate a Fruttero e Lucentini ...... e rabbrividiamo.
Non vorrei far apparire l’editoria italiana di FS divisa solo tra la “poverella” Urania, pubblicazione di un editore di lusso e tra le “lussuose” edizioni della Nord, un editore “poverello”. In mezzo, tanti piccoli editori fecero la loro parte, spesso con orgoglio, come, Fanucci (periodo De Turris/Fusco), La Tribuna di Piacenza  o Ponzoni di Milano ( Monicelli in incognito) con quest’ultima che praticamente è stata la “proto Nord”.

Ma questa è un’altra storia. Resta il problema che per tantissimo tempo a casa nostra la
Fantascienza è stata:
1-solo quel tipo di fantascienza sociologica di Galaxy e compagnia (si, più matura, qualche volta. Si, probabilmente scritta meglio, quasi sempre) ignorando quasi del tutto  gli altri “sotto”: stili, movimenti e periodi.
2-Il genere per troppi anni è stato ghettizzato a “quella cosetta da edicola per ragazzi o per viaggiatori intenti ad ammazzare il tempo fra un treno e l’altro”.

Ironicamente questo succedeva  proprio con quella fantascienza che invece in America era considerata l’evoluzione matura de “l’epoca d’oro campbelliana”, ma soprattutto dell’epoca precedente gernsbechiana la quale in patria era considerata  “quella cosetta da edicola per ragazzi o per viaggiatori intenti ad ammazzare il tempo fra un treno e l’altro”
L’Italia è puntualmente in ritardo.

Ma come dicevo, questa è un’altra storia.




Asimov.
Isaac Asimov.
Nessuna nota biografica avrebbe senso e francamente apparirebbe ridondante metterla qui (anche perché ci pensò lui stesso a fare la cronaca, giorno per giorno, della sua vita).

LO scrittore  di Fantascienza. LO scienziato scrittore di Fantascienza.
L’unico autore di genere ad essere stato accettato dal mainstream rimanendo nel genere (con buona pace di Vonnegut e di Bradbury i quali, il primo, ha dovuto rinunciare al genere, il secondo, per essere accettato dovette farsi addomesticare).


 Si dice che l’unico altro scrittore specializzato che può stargli alla pari per fama e successo sia Clarke ma il paragone è fatto sempre dal punto di vista del mainstream e dovuto a  successi postumi, di altra natura (e aggiungo sopravvalutati). 

Asimov è stato uno degli autori, “scoperti” e cullati da Campbell durante i primi anni della sua gestione di Astounding ma non è stato il principale autore di spicco dei ’40, gli anni dell’età dell’oro a differenza di Heinlein, il quale cominciò a scrivere romanzi pubblicati direttamente in libro qualche anno prima di Asimov. A posteriori resta affascinante raffrontare e analizzare la carriera di entrambi, soprattutto nei primi anni ma qui andremo fuori dal seminato e comunque è stato fatto già molte volte con l’aggiunta anche di Campbell. Diciamo per semplificare (e perdonatemi) che Heinlein è l’autore di SF più importante per gli appassionati, Asimov per tutti gli altri.


The Stars, Like Dust è del 1951. E’ il secondo romanzo di Asimov e il secondo ad essere pubblicato direttamente in volume, contemporaneamente alla pubblicazione a puntata su Galaxy.
E’ un passo importante.
Le riviste di fantascienza cominciarono a declinare proprio per l’evoluzione dell’editoria, dalle riviste passando direttamente al libro. Siamo ancora lontani da Samuel Delany, forse il primo autore di FS ad aver debuttato direttamente su libro ma è ugualmente un passo importante.

La carriera di Asimov cominciò a decollare sul serio proprio con i romanzi pubblicati direttamente su libro e poi con i saggi scientifici. 




Stelle come polvere (o il Tiranno dei Mondi) precede lo strasuccesso della Fondazione, lo precede anche cronologicamente. 
La storia si colloca tra le storie a puzzle dei Robot con le famosissime tre leggi  campbelliane e la Trilogia Galattica con Seldon e il “Mulo”.
E’ una space opera. Di quella più matura e raffinata che altri autori, stavano o staranno per realizzare da li a poco, come Anderson, Dickson, Herbert, ed è intrisa di misteri da indizi tipici della narrativa di Asimov. Ci sono personaggi caratterizzati bene e in modo abbastanza originale (eccetto il protagonista), una “prinicpessa” che non ha bisogno di essere salvata, un cattivo carismatico e “per bene”, colpi di scena, momenti di pura commedia sofisticata che ben miscelati non guastano, il tutto con sfondo un affresco politico militare galattico delineato quanto basta per incuriosire.

Forse il più “leggero” dei tre libri pubblicati fino a quel momento nella collana ma sicuramente il più raffinato.



martedì 22 aprile 2014

HOMO ERRATICUS, UNUM DESCRIPTA

E' uscito finalmente nei migliori e nei peggiori negozi HOMO ERRATICUS, l'ultima fatica di Ian Anderson e la Sua Orchestra.

Per l'evento uno solo di noi non bastava e pertanto ci siamo messi in tre a prepararvi una lunga recensione che spero solletichi la Vs. curiosità Jethrica e stimoli le Vs. menti Tulliche.

Gli altri due Compagni di Battaglie con i quali mi onoro di partecipare in questa collaborazione sono, Chiara Bucolo e Jacopo Muneratti.

L'articolo lo potrete leggere sul Blog di Jacopo, Good Times, Bad Times.

Buona lettura.