giovedì 13 marzo 2014

PUNTO D'INCONTRO sabato 15 marzo 2014: Bello il disco ma dal vivo è meglio ...


Esistono correnti di pensiero per le quali un musicista esiste in misura di quanto suoni dal vivo. 
Non vogliamo essere così estremisti (gente come Alan Parsons o Kate Bush, non esisterebbe proprio) ma questo pensiero ha senso nella misura che la performance vista dal vivo crea un'interazione più pura e diretta tra performer e fruitore. 
Una comunicazione mediata soltanto dal sistema di amplificazione e qualche volta capita neanche da questo, con strumenti acustici non amplificati.
Rispetto alla musica da studio la risposta (e critica) del pubblico è immediata al momento stesso della "creazione" del brano sul palco e la sua reazione è direttamente coinvolta nell'esito positivo o negativo della performance specifica e dell'intero concerto.

Inoltre la performance dal vivo scongela la musica dalla sua forma fissata dallo strumento più importante usato nella musica rock, che non è la chitarra o il basso o la batteria ma la sala d'incisione stessa. 
Poi ovviamente dipende dal livello di produzione usata per confezionare l'album e l'esperienza dei musicisti coinvolti nell' usare le tecniche di registrazione.


La musica fatta in studio è una "composizione" chiusa è potenzialmente perfetta , che può permettersi ripensamenti e inganni (che importanza ha se il gruppo che dovrebbe suonare in realtà non esiste se il brano è riuscito e piace ?).
L'esecuzione del brano "in diretta" da un palco invece viene come viene. Nessun inganno, nessun ripensamento possibile. Ho lo suoni o non lo suoni.

L'album "live" è una via di mezzo tra queste due realtà. Un compromesso che come tale, spesso e in varia misura, è rimaneggiato in studio a beneficio del raggiungimento della versione  "simulante" una performance dal vivo del brano che dovrà essere allo stesso tempo subito riconoscibile come "il brano che ben conoscete" ma avere anche quel qualcosa di diverso (non necessariamente in più) per calore ed emozioni date.

Personalmente metto "nell'olimpo" dei dischi live, Zappa in NY, Playing the Fool dei Gentle Giant , Bursting Out dei Jethro Tull, Exit Stage ... Left dei Rush.
Queste sono le mie preferenze, poi ognuno ha le sue.
Di questi 4 doppi album, non mi importa poi tanto quanto e se (anche senza se) siano rimaneggiati in studio. La qualità della musica e la "simulazione" della performance live è tale da potersi permettere di trascurare "questi dettagli tecnici".



Ma può capitare addirittura che una versione dal vivo (simulata o genuina) di un brano adombri quella in studio. 


ll filo conduttore questa volta è semplice ma interessante e aperto ad ad altre escursioni dello stesso tipo in futuro: Quali brani musicali preferite nella versione dal vivo rispetto a quella in studio ?

Alcune delle mie preferenze (e quelle di Jacopo Muneratti e di Glauco Cartocci) le ascolteremo sabato 15 marzo ore 17 a 

E voi, quali brani preferite nella versione dal vivo rispetto a quella in studio ?

Nel corso della puntata ascolteremo anche "GENESIS In Concert, 2 marzo 1972 e l'unica BBC session dei CAMEL per il momento conosciuta.
Venerdì pubblicherò un piccolo articolo di Jacopo Muneratti sulle BBC session dei CAMEL.







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