Geoffrey Caucher, un "grande" della "scuola di Canterbury" |
Parafrasando un noto detto taoista: "Fripp ed Emerson non sapevano di fare rock progressivo".
L'appartenenza postuma ad un genere, un movimento, una scuola o come vorrete chiamarla è sempre un affare delicato.
Essere definito parte di qualcosa postumamente, "solo" perché quella cosa si è contribuito ad inventarla ma senza intenti classificatori da parte del loro inventore può fuorviare le interpretazione dei critici e dei semplici estimatori.
Poi se qualcuno ci si è buttato furbescamente nella definizione trasformandola in vessillo per il proprio successo, tipo i Black Sabbath per il Metal, altri se ne sono tenuti alla larga sopportando queste etichette e guardando "la scuola" nata dal loro "provare e provare" con un misto di ironia e distacco, quando non hanno tentato vie totalmente diverse (Peter Gabriel).
Nello specifico del movimento definito "Suono di Canterbury", il problema è ancora più vero. Provate a chiedere a un Wyatt, oppure a un Sinclair (uno dei due, fa lo stesso) se si sentono "canterbury" o peggio "progressive". Le reazioni andranno dal sorriso paziente all'esortazione scatologica, dipende dal soggetto.
Esiste un intero filone di musicisti (e i loro gruppi musicali di appartenenza) la cui carriera copre un decennio, tra il 1968 ed il 1978, che sono stati definiti "Canterbury" senza che la maggior parte di loro abbia mai messo piede nella ridente e storica località del sud Inghilterra.
Questo filone è accomunato bensì da, più o meno, gli stessi musicisti. Uno in particolare, David Lloyd Stewart (nato a Waterloo, London) che negli anni '60, insieme ad altri compagni di scuola (of London) formano un band estimatrice (oggi diremo gruppo tributo) di Cream, Hendrix, Traffic, Nice ecc. Gli Uriel, che poi diventeranno Arzachel e Poi EGG.
Tutti questi ragazzi, Stewart, Brooks e Hillage sono nati nei dintorni di Londra. Uno (Mont Campbell) è nato in Kenya !
Tutti loro sono accomunati dalla passione per la musica "colta" e del nascente "rock". Tutti loro, conosceranno una relativa fama e la meritata menzione nei manuali di Storia del Rock, sotto la voce, "Canterbury", loro malgrado.
Seguendo la carriera di Dave Stewart (no Eurythmics), tastierista dotato e virtuoso all'ombra dei giganti del moog, possiamo citare d altri gruppi e musicisti, anche di alcuni nati a Canterbury ma che non si sentono "canterbury".
Come gli Hatfield And The North, primo passo di Dave Stewart fuori dal suo gruppo di amici d'infanzia e motivo principale per cui, poi tutto quello che farà il tastierista verrà etichettato "canterbury".
Passando per altre collaborazioni "minori" come
Khan e Gilgamesh la carriera "progressiva" di Stewart si corona con le sue partecipazioni ai coraggiosi (siamo in piena epoca Punk) National Health e ai Bruford, facendo diventare anche il ricciuto batterista, agli occhi
dei critici maniaci classificatori e di alcuni appassionati più maniaci dei primi, un "importante" esponente del "canterbury". E non lo aiuta il fatto di essere nato a Sevenoaks che per sua sfortuna è nel Kent.
Insomma Dave Stewart, afflitto dal morbo del re Mida jettatore, suo malgrado ha trasformato in "canterbury" tutto quello che ha toccato per tutti gli anni '70. Il morbo alla fine è stato debellato con massicce dosi di synth pop agli inizi degli anni '80 con l'hit "It's My Party" insieme alla ormai moglie Barbara Gaskin.
Singolo che da solo ha fruttato ai due più soldi di quanti mai ne hanno guadagnato o guadagneranno con tutto il resto.Davanti a questo anche gli più irriducibili classificatori talebani si sono dovuti arrendere.
Difficile definirlo "canterbury"!
Appuntamento a sabato 16 novembre ore 17.00 a PUNTO D'INCONTRO, parleremo di questo filone insieme a Mauro Belgi.
Donald McHeyre
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